Siccità: CdM dichiara lo stato di emergenza nazionale per la Sicilia

Ieri, 6 maggio, nel pomeriggio il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza nazionale per la siccità in Sicilia, in risposta alla richiesta formulata dalla giunta regionale il 24 aprile. Questa misura, della durata di 12 mesi, è stata adottata per affrontare la grave crisi idrica dovuta alla mancanza di precipitazioni significative.
Il governo regionale ha presentato un dossier con una lista di interventi mirati a mitigare gli effetti della crisi idrica. Questi interventi, proposti dalla cabina di regia guidata dal governatore e coordinata dal capo della Protezione Civile regionale, sono differenziati in base ai tempi di realizzazione.
Per affrontare immediatamente la situazione, il Consiglio dei Ministri ha stanziato 20 milioni di euro: serviranno ad avviare i primi interventi. Ovviamente non saranno sufficienti ed è evidente che bisognerà aumentare i fondi a breve termine per sostenere in modo efficace le azioni necessarie.
Le azioni immediate includono l’acquisto di nuove autobotti per i Comuni in situazioni critiche, la manutenzione di mezzi di oltre cento enti locali, la rigenerazione di pozzi esistenti, la trivellazione di nuovi pozzi e la riattivazione di quelli abbandonati, nonché il potenziamento degli impianti di pompaggio e delle condotte.
Per il medio-lungo termine, sono in valutazione interventi più complessi come la ristrutturazione e il riavvio dei dissalatori a Porto Empedocle e Trapani. Questi progetti richiederanno tempi più lunghi e procedure di gara specifiche.
Tuttavia, sorge la preoccupazione per il settore agricolo e zootecnico, gravemente colpito dalla carenza di acqua e foraggi. Gli agricoltori temono di non poter rispettare gli impegni con l’Unione Europea nel quadro della Politica Agricola Comune. Ecco, allora, che la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale diventa un passo fondamentale per ottenere il riconoscimento delle condizioni eccezionali da parte del Masaf, come previsto dalla normativa unionale. Questo consentirà di adottare misure straordinarie molto attese da agricoltori e allevatori che lo Stato adotti impegni di carattere finanziario.
Parallelamente, Dario Cartabellota, Commissario per l’emergenza idrica in agricoltura e zootecnia, ha individuato nell’attivazione del Fondo di solidarietà nazionale e in particolare degli articoli 5 (interventi per favorire la ripresa dell’attività produttiva), 7 (agevolazioni nel credito agrario) e 8 (disposizioni previdenziali), le prime azioni possibili per sostenere il settore agricolo e zootecnico. Ma questo non può essere a costo zero per lo Stato e, soprattutto, deve essere varata una norma ad hoc per la quantificazione delle risorse da destinare a ciascun intervento attivato per la Sicilia.
Lo stesso Cartabellotta, poi, auspica che il modello adottato per fronteggiare l’emergenza in Emilia Romagna possa essere replicato in Sicilia. Includendo in una norma specifica interventi di proroga degli oneri fiscali e tributari, del pagamento delle cartelle esattoriali e delle procedure esecutive. Il tutto con lo scopo di alleviare il peso finanziario sugli agricoltori e gli allevatori, che si trovano in una situazione di estrema difficoltà economica.