SOS degli apicoltori: climate change azzera la produzione di miele

SOS degli apicoltori: climate change azzera la produzione di miele

Quinta annata consecutiva di scarsissima produzione di miele per gli apicoltori siciliani. Mentre al Nord e al Centro Italia sono il freddo e la pioggia ad azzerare i raccolti di miele, in Sicilia è la siccità a far seccare anzitempo le erbe che costituiscono la fonte principale dei millefiori primaverili. Le poche piante fiorite offrono nettare in quantità appena sufficiente a sfamare le api. Gli apicoltori si avviano, così, a registrare anche per il 2024 crolli produttivi sempre più pesanti. Zero agrumi, zero millefiori, pochissima sulla: per chi vive di apicoltura, è la fine. Parliamo di oltre mille aziende professionali che ormai hanno già raschiato il fondo del barile. 

«Noi apicoltori già da un decennio gridiamo al vento che i cambiamenti climatici stanno rendendo impossibile l’apicoltura da reddito. Stiamo assistendo all’emergere di una nuova categoria socio ambientale climatica: la calamità naturale permanente», denuncia Antonino Coco, presidente dell’Associazione Regionale Apicoltori Siciliani (Aras).

Lo sanno anche i bambini che senza gli apicoltori le api subiranno la fine di tutti gli altri impollinatori ormai in via d’estinzione in tutta Europa a causa dei pesticidi, dell’esplosione delle monocolture, degli incendi e della distruzione degli habitat naturali. 

«Se si riconosce alle api un ruolo agro-sistemico indispensabile alla produzione della gran parte del cibo nel mondo, occorre garantire oggi, e non domani, la sopravvivenza degli apicoltori. Non possiamo aspettare che politiche ambientali ben più severe delle attuali producano effetti», aggiunge Giovanni Caronia, vicepresidente Aras. 

Da qui un appello di Aras a tutti i candidati alle europee: la Ue dovrà con estrema urgenza varare nuove forme di assistenza e ampliare significativamente i piccoli sussidi timidamente previsti nell’ultima Pac per l’apicoltura europea. «Ma anche le istituzioni regionali siciliane – conclude Coco – devono attivare azioni volte a preservare l’economia locale, la biodiversità e la vita». 

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