Acqua, ecco le prime spese per pozzi, dissalatori e condotte
Avanti piano. Con le limitate risorse a disposizione, la Regione procede adagio e con piccoli finanziamenti. Adotta scelte ponderate per fronteggiare l’emergenza idrica e che – si spera – possano alleviare le condizioni di crisi di alcune aree dell’Isola.
Dalla Presidenza della Regione arriva la decisione di destinare tre milioni di euro a progetti per la ricerca di nuove fonti idriche, a valutazione la possibilità di riattivare alcuni dissalatori e alla realizzazione di condotte idriche nelle zone che si trovano nelle peggiori condizioni di servizio. La decisione è stata presa sulla base di quanto è emerso dalla cabina di regia istituita dai vertici di Palazzo d’Orléans.
In particolare, si legge nella nota stampa della Presidenza della Regione, 1,7 milioni di euro sono destinati al cofinanziamento del progetto di fattibilità tecnico-economica di tre opere che consentiranno di veicolare importanti quantità di acqua verso zone che presentano situazioni di criticità: il completamento del sistema acquedottistico Ancipa, relativo alla condotta Piazza Armerina-Gela; l’interconnessione del sistema Garcia-Arancio con il sistema irriguo alimentato dalla diga Trinità; l’interconnessione della diga Rubino con la vasca di carico della stazione di rilascio Castellaccio a Paceco. Il finanziamento regionale si aggiunge ai fondi per 1,5 milioni di euro stanziati dal ministero delle Infrastrutture, su proposta dell’Autorità di bacino della Presidenza della Regione.
Un altro milione di euro è stato assegnato al Dipartimento regionale tecnico per lo svolgimento di studi idrogeologici finalizzati a individuare nuove falde acquifere. Per questa attività non è prevista la possibilità di intervento da parte della Protezione Civile nazionale. Questa azione, tutta finanziata con risorse regionali, si affiancherà agli interventi di riattivazione di pozzi già esistenti e non più produttivi o dalla portata ormai ridotta, e di realizzazione di cosiddetti “pozzi gemelli”, cioè la trivellazione del terreno accanto a quelli già attivi, che è stata, invece, avviata con fondi statali.
Duecentomila euro vanno, infine, alla Protezione civile regionale per lo svolgimento di indagini sulle condotte marine, propedeutiche alla progettazione dei lavori per la riattivazione dei dissalatori di Porto Empedocle, Gela e Trapani.
Dai pozzi non solo acqua
Nel frattempo nell’acqua dei pozzi che pescano a grande profondità negli agrumeti del Catanese spuntano tracce di idrocarburi aromatici che – a causa l’accertata cancerosità – le rendono inutilizzabili anche per l’irrigazione dei preziosi agrumeti e per qualsiasi forma di agricoltura.
Più soldi per l’acquisto di foraggi
A favore della zootecnia siciliana, poi, si è accesa una battaglia politica durante l’ultima seduta dell’Assemblea Regionale Siciliana. Con le risorse limitatissime di cui ormai dispone la Regione, il governo aveva proposto lo stanziamento di 5 milioni per l’acquisto di foraggi da destinare alle mandrie affamate che pascolano inutilmente nelle aride lande dell’Isola.
L’opposizione, grazie al lavoro di squadra di Sud Chiama Nord, Pd e Movimento Cinque Stelle, è riuscita a far passare un emendamento per raddoppiare la cifra. Una manovra che ha spostato le risorse previste per la ricapitalizzazione dell’Ast e che ha finto per fare scoppiare un altro caso politico con la dimissione in massa del Cda dell’azienda regionale dei trasporti.