Solo cinque eurodeputati italiani dicono no al vino “annacquato”
Solo cinque tra gli eurodeputati italiani hanno detto no al vino “annacquato”. Gli unici a votare contro la proposta che vorrebbe stravolgere il significato stesso della parola vino, sono stati l’ex grillino siciliano Ignazio Corrao e altri tre fuoriusciti dei 5stelle: Rosa d’Amato, Eleonora Evi e Piernicola Pedicini. A loro si è unita anche Laura Ferrara che, però, è ancora tra i pentastellati. Il resto della “truppa” italiana a Bruxelles, nessun gruppo escluso, si è uniformata alle direttive date dai poteri forti europei delle lobby dell’agroalimentare o ha preferito astenersi o non votare. Non avrà così vita facile il ministro Stefano Patuanelli che, sebbene battagliero a parole («Si tratta di proposte che il nostro Paese non intende assecondare. Porterò in Europa la voce compatta del Governo»), si troverà la strada tutta in salita.
«Il vino senza alcol – scrive in un post di Facebook Ignazio Corrao – rappresenta per le grandi multinazionali del mondo degli alcolici e per i grossi produttori di vino a bassa gradazione un’ottima esca e trovata commerciale per le popolazioni che per cultura o religione non bevono alcolici». E continua: «Se tutti i rappresentanti italiani al Parlamento fossero stati compatti nel rappresentare gli interessi dei cittadini, anziché gli ordini di scuderia delle lobby e delle multinazionali, questa assurdità, che solo adesso tanti dei miei colleghi stanno scoprendo, non sarebbe neanche stata proposta, altro che approvata…»
La proposta europea che risale all’ottobre scorso, ma che è diventata argomento di discussione solo da pochi giorni, rientra nell’ambito dei negoziati sulla riforma della Pac e in particolare dell’Ocm Vino. Non è escluso, quindi, che questa del vino annacquato (trattamento che sarebbe riservato perfino alle Dop e alle Igp) sia una carta che i paesi non vocati alla vitivinicoltura vorranno giocarsi durante la trattativa per raggiungere altri obiettivi. Restando nell’ambito del vino, il compromesso finale del negoziato fra Parlamento, Commissione e Consiglio dell’Unione Europea – atteso fra la fine di maggio e l’inizio di giugno – dipenderà anche da come andranno le trattative su altri temi. Tra questi, ad esempio, ci sono le nuove regole dell’Ocm sull’aggiunta di zuccheri ad alcuni tipi di vino su cui l’attenzione è altissima.
La notizia che la definizione vino potrebbe essere riservata anche ai vini senza alcol, manco a dirlo, ha provocato in Italia un polverone di reazioni. E altrettanto è successo in Sicilia. «L’ultima porcata della politica agricola dell’Unione europea – Franco Calderone, coordinatore di Equità Territoriale in Sicilia – si chiama vino senza alcol o vino annacquato. Una porcata voluta e votata dai partiti politici nazionali italiani, dal Pd alla Lega, da Forza Italia a tutto il centrodestra, fino al Movimento 5 Stelle. Una porcata che va a colpire i produttori di vino italiani, da Nord a Sud. Sì, perché questa volgare speculazione penalizza tutto il settore enologico italiano. E questo dovrebbe fare riflettere non soltanto gli agricoltori e i veri produttori di vino del Sud Italia e della Sicilia, ma anche gli agricoltori e i veri produttori di vino del Nord Italia».
«Quello che sta succedendo è incredibile – aggiunge Calderone – e dà la misura non soltanto di quanto sono pericolosi gli speculatori che gestiscono la politica agricola comune europea, ma anche di come i partiti politici nazionali italiani siano sempre pronti a tradire gli interessi del nostro Paese, appoggiando, in questo caso, una speculazione contro il vino italiano. Di fatto, le multinazionali si apprestano a mettere sul mercato un prodotto che non è vino spacciandolo per vino. Perché un conto è ammettere – e confessarlo ai consumatori – che stanno vendendo acqua e vino, altra e ben diversa cosa è dire che stanno vendendo il vino, un po’ più “leggero” rispetto ad altri vini, ma pur sempre vino. I vini senza alcol consentiranno alle multinazionali di entrare nei Paesi dove, vuoi per cultura vuoi per religione, non si beve alcol: e loro, le multinazionali, gli venderanno il vino senza alcol. E pazienza se penalizzeranno chi produce il vero vino. Questo, lo ripeto, danneggerà i produttori di vino che verranno colpiti, perché il loro vino avrà come concorrente un non-vino che l’Unione europea ha deciso di chiamare comunque vino».
«Il vino senza alcol – ricorda Calderone – fa seguito allo zuccheraggio dei vini voluto sempre dall’Unione europea. Zuccheraggio dei vini che consentirà ad alcuni Paesi del Nord Europa di produrre vini con lo zucchero di barbabietola, senza l’obbligo di indicare in etichetta che stanno vendendo un vino prodotto senza uva. Così i veri produttori di vino avranno come concorrenti chi produce vino senza uva; e avranno pure come concorrenti chi venderà ad alcuni Paesi un non-vino chiamato vino. Il tutto per penalizzare chi produce vero vino con l’uva».
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