In Marocco un milione di ettari irrigati a goccia entro il 2030

In Marocco un milione di ettari irrigati a goccia entro il 2030

Mentre la Sicilia fa fatica a fronteggiare un anno e mezzo di siccità ed è alla ricerca disperata di risorse idriche e di quelle finanziarie per “sistemare” invasi mai collaudati e condotte colabrodo, il Marocco sta investendo massicciamente per modernizzare il suo settore agricolo e migliorare la gestione delle risorse idriche.

Una brutta notizia, quindi, per la Sicilia che su ortaggi e agrumi è in forte competizione con il paese maghrebino i cui imprenditori agricoli possono contare su “corridoi verdi”, ma anche su vincoli e costi di produzione nettamente inferiori a quelli dei colleghi siciliani ed europei in genere. 

Il piano del Marocco: irrigazione a goccia per un milione di ettari

Grazie all’attuazione del “Programma nazionale per l’approvvigionamento di acqua potabile e l’irrigazione (Pnaepi) 2020-2027” e della strategia “Generation Green 2020-2030”, sta mostrando una chiara determinazione nel migliorare l’efficienza del suo settore agricolo. Secondo quanto riportato dalla testata spagnola aenverde.es, è previsto un investimento di 165.000 milioni di dirham (15.384 milioni di euro) per il Pnaepi e altri 50.000 milioni di dirham (4660 milioni di euro) per Generation Green con un chiaro obiettivo: arrivare a 1 milione di ettari terreni dotati di sistemi d’irrigazione a goccia entro il 2030. Il Paese attualmente ha già dotato di sistemi di irrigazione mirata 824.000 ettari di terreno agricolo, raggiungendo il 50% della superficie irrigata.

L’ambizione del Marocco di assicurare sostenibilità idrica e sicurezza alimentare è stata ribadita da Mohamed Sadiki, il ministro dell’agricoltura, pesca, sviluppo rurale, acqua e foreste, alla conferenza “Water and Food Security: Resilience and Sustainability” che si è svolta lo scorso giugno a Casablanca. Occasione in cui il ministro marocchino, nel sottolineare l’importanza dell’agricoltura come asse centrale dello sviluppo del Paese, ha parlato anche altre misure per garantire l’approvvigionamento idrico come la costruzione di nuove dighe, l’interconnessione di alcuni bacini idrici e la promozione della desalinizzazione.

Il Sud Italia nel Paese a due velocità

In netto contrasto, invece, il Sud Italia, dove si continuano a registrare ritardi significativi nella realizzazione di infrastrutture moderne per l’irrigazione che potrebbero migliorare notevolmente l’efficienza idrica e la produttività agricola. 

Siccità a parte, Mezzogiorno in genere le risorse idriche non scarseggiano, ma la mancanza di infrastrutture adeguate e una gestione spesso inefficiente impediscono al settore agricolo meridionale di raggiungere il suo pieno potenziale. Molti sistemi di irrigazione sono obsoleti e non adatti a fronteggiare i cambiamenti climatici e la crescente scarsità di acqua. Inoltre, i ritardi burocratici e la mancanza di coordinamento tra le amministrazioni locali e centrali spesso rallentano ulteriormente l’attuazione di progetti che potrebbero portare benefici tangibili agli agricoltori.

Quanto si farà in Marocco aumentarà il divario di competitività con l’agricoltura del nostro Paese e mette in evidenza l’assenza di pianificazione e di investimenti strategici nel Mezzogiorno. Cosa che rischia di compromettere il futuro agricolo della macro-area meridionale.

Le conseguenze dei ritardi

I ritardi nella realizzazione di sistemi di irrigazione efficienti nel Sud Italia non solo compromettono la produttività agricola, ma aggravano anche la vulnerabilità del territorio agli effetti dei cambiamenti climatici. L’agricoltura meridionale dipende fortemente dalle risorse idriche, e la mancanza di infrastrutture moderne per la gestione dell’acqua rende la regione particolarmente suscettibile a periodi di siccità e a fenomeni meteorologici estremi.

Inoltre, la mancata modernizzazione del settore agricolo rischia di compromettere la sostenibilità economica delle comunità rurali del Sud Italia, aumentando il divario tra Nord e Sud e contribuendo alla continua emigrazione dalle aree rurali verso le città o l’estero.

Marocco, un esempio di politica agricola

Chi l’avrebbe detto alla fine del XX secolo che il Marocco sarebbe diventato un valido esempio di programmazione in materia di politiche agricole? Eppure adesso ci siamo. L’esempio marocchino dovrebbe essere seguito anche per il Sud Italia per il quale si dovrebbe adottare una pianificazione a lungo termine per la gestione delle risorse idriche. Questo includerebbe non solo la costruzione di nuove infrastrutture, ma anche l’ottimizzazione delle risorse esistenti attraverso la manutenzione e il miglioramento dei sistemi attuali.

Al ministro Lollobrigida che di recente ha lamentato l’assenza, finora, persino di una cabina di regia sulla siccità, quello che fanno i nostri dirimpettai del Mediterraneo dovrebbe dare qualche spunto per la sua azione di governo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *