Ai giovani agricoltori le terre sottratte alla criminalità organizzata

Ai giovani agricoltori le terre sottratte alla criminalità organizzata

Terre sottratte alle mafie e affidate ai giovani imprenditori agricoli. Lo prevede l’accordo firmato ieri al Viminale tra il Masaf e l’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc). L’intesa dà avvio ad un progetto di ampio respiro che consentirà di coniugare il reimpiego a scopo sociale di parte dei fondi confiscati (non se ne conosce la superficie ma è stato detto che si tratta di 9 mila particelle catastali) con il rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. 

La prima dotazione di terreni che verrà data in uso al Ministero dell’Agricoltura è di oltre 1400 particelle. Il dicastero, poi, attraverso la controllata Ismea, ne curerà la concessione ai giovani imprenditori del settore agricolo, dietro la corresponsione di un canone agevolato. L’accordo prevede inoltre che, nei terreni assegnati, gli imprenditori agricoli realizzino iniziative di carattere sociale o didattico-divulgativo. Il Masaf assicurerà il monitoraggio costante delle attività svolte, anche attraverso il Corpo dei Carabinieri forestali e l’Ispettorato Nazionale del Lavoro. I proventi delle concessioni confluiranno nel bilancio del Ministero dell’Agricoltura e verranno impiegati per l’acquisto di derrate alimentari a favore degli indigenti.

«Questo accordo mira a restituire alla collettività i patrimoni illeciti confiscati alla criminalità organizzata e al contempo valorizzare tali beni in modo che possano rappresentare anche importanti opportunità di crescita per il territorio. I terreni sottratti alle mafie, grazie all’intesa tra il Masaf e l’Anbsc, verranno concessi a giovani imprenditori, in un’ottica di rilancio delle politiche a sostegno dell’agricoltura. Su di essi saranno realizzate inoltre iniziative a carattere sociale, rivolte a persone con disabilità e a lavoratori extracomunitari in regola con il permesso di soggiorno, nell’ambito di progetti finalizzati all’inserimento lavorativo» ha dichiarato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.

L’iniziativa mira ad agevolare lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile in agricoltura, ma contemporaneamente valorizza anche le aree interne e tende a contrastare il fenomeno dell’abbandono e i conseguenti rischi, inclusi quelli idrogeologici.

«Attraverso questa iniziativa, con i beni confiscati alla criminalità organizzata, vengono rilanciate le attività agricole, fornendo preziosi strumenti a sostegno delle nuove generazioni che sono messe in condizione di avere terreni per sviluppare la loro attività a canoni accessibili. Queste terre ora diventano simboli di speranza e sviluppo, contribuendo a far tornare l’agricoltura motore di crescita e di riscatto», ha affermato il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida.

«Destinare a giovani imprenditori agricoli i terreni confiscati alle mafie ha un duplice valore: da un lato si afferma simbolicamente la vittoria dello Stato che sottrae alle organizzazioni criminali non solo i proventi delle attività illecite ma anche l’espressione tangibile del loro potere sul territorio, dall’altro offre una opportunità di lavoro in un settore, quello dell’agricoltura, che ha un valore determinante per l’economia, per la salvaguardia del territorio, per la qualità della vita della comunità nazionale e per la valorizzazione della sua identità» ha sottolineato il sottosegretario Wanda Ferro che ha aggiunto: «Dobbiamo favorire il ricambio generazionale affermando il valore della legalità, del rispetto delle regole, della dignità e della sicurezza del lavoro».

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