Operai agricoli, contratti fermi al palo. Fai, Flai e Uila per sicurezza e diritti

Operai agricoli, contratti fermi al palo. Fai, Flai e Uila per sicurezza e diritti

Sono scaduti da sei mesi, ma di rinnovo ancora non se ne parla. Finora, anche per colpa del Covid, delle trattative per rinnovare i contratti provinciali degli operai agricoli non sono stati nemmeno consumati i “preliminari”. Fin qui la denuncia dei segretari regionali siciliani di Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil che, così come hanno fatto i loro omologhi nelle altre regioni italiane, hanno organizzato una videoconferenza stampa in occasione di quello che i tre sindacati degli operai agricoli hanno chiamato “CPLDAY”, ovvero Contratto provinciale del lavoro Day.

Alla denuncia, però, è seguito immediatamente dopo l’invito a Cia, Coldiretti e Confagricoltura affinché venga sbloccato lo stallo e ci si sieda al tavolo delle trattative. «Occorre sottolineare centralità e valore della contrattazione provinciale agricola per dare risposte a tutti i lavoratori agricoli», affermano i segretari generali di Fai,Flai e Uila Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino che stamattina, nel corso della videoconferenza stampa, hanno illustrato priorità e proposte sindacali.

rinnovo contratti
da sinistra: Nino Marino (Uila-Uil), Pierluigi Manca (Fai-Cisl) e Tonino Russo (Flai-Cgil)

L’iniziativa è stata dedicata alla memoria di Adnan Siddique e di tutte le vittime di caporalato, nel cui nome Fai-Flai-Uila chiedono ormai da tempo alla Regione siciliana l’approvazione di una normativa contro lo sfruttamento criminale sul lavoro per rendere ancora più incisiva in Sicilia la legge nazionale 199 del 2016 per il contrasto al caporalato. 

E proprio il tema dello sfruttamento del lavoro e del lavoro nero è in cima ai pensieri di Manca, Russo e Marino che snocciolano qualche numero: «Sono 145 mila gli operai agricoli censiti in Sicilia, almeno 70 mila quelli sfruttati in nero. Oltre il 30 per cento dei “regolari”, inoltre, non raggiunge neppure contributi per 51 giornate annue». Per la verità si tratta non di veri e propri censiti, ma di stimati e calcolati sulla base della superficie agricola utilizzabile, della tipologia delle colture e del fabbisogno di manodopera per ettaro, dato questo ballerino perchè è funzione del livello di meccanizzazione della coltura, del ricorso o meno al contoterzismo, ecc.). La verità è che, per stessa ammissione dei tre segretari regionali di Fai, Flai e Uila, sui numeri del lavoro nero e grigio nessuno ancora possiede la verità e molti dei dati che circolano sono molto parziali. E, come è stato detto in conferenza stampa, sarebbe bene puntare l’attenzione più che sulle normali operazioni colturali, sulle campagne di raccolta. A maggior ragione in Sicilia dove gli agricoltori vendono spesso il prodotto sulla pianta e delle operazioni di raccolta, selezione e confezionamento, si occupa un altro soggetto che non è agricoltore.

«Gli strumenti per migliorare salari e tutele dei lavoratori contrattuati, ma anche per contrastare caporalato e sommerso esistono. Restano, però, inattuati o fermi ai blocchi di partenza», affermano Manca, Russo e Marino. Emblematico è il caso della Rete del lavoro agricolo di qualità a cui possono aderire solo le aziende che rispettano oltre che contratti di lavoro, anche tutte le norme a tutela della sicurezza dei lavoratori e contro la discriminazione di ogni tipo. Ma tutto questo, che in molti considerano un impegno gravoso, oltre che costoso, finora non è mai stato valorizzato né in etichetta, per la riconoscibilità da parte del produttore (che così comprende il motivo della differenza di prezzo), né in termini di maggior punteggio nel caso di partecipazione a bandi per l’assegnazione di premi e contributi. Pochi i casi in cui la Gdo che ha intrapreso la via del prodotto etico, richiede ai propri fornitori l’appartenenza alla rete del lavoro di qualità che viene gestita dall’Inps.

Contro sfruttamento e caporalato, Fai-Flai-Uila ritengono fondamentale nel rinnovo dei contratti la definizione del costo del trasporto degli operai agricoli sui luoghi di lavoro e la sua ripartizione con le aziende, oltre alla piena attuazione dell’accordo-quadro per il contrasto alle molestie e alla violenza nel settore. 

Altro elemento-chiave della piattaforma per il rinnovo dei contratti provinciali di lavoro, la questione salariale: «Non può essere considerata solo come un elemento di costo – affermano gli esponenti di Fai-Flai-Uila – È, invece, uno strumento che concorre all’incremento del reddito e, quindi, risulta indispensabile per invertire il calo dei consumi, contribuire al rilancio del mercato interno, aiutare la crescita del Paese».

Le tre organizzazioni sindacali, poi, rimarcano una netta opposizione a qualunque richiesta relativa ai salari di raccolta, mentre propongono di puntare sul salario di risultato/produttività utile per stabilire incrementi economici ai lavoratori agricoli, beneficiando della detassazione. Nella piattaforma i sindacati prevedono, poi, il sostegno alla maternità/paternità attraverso misure quali il “bonus bebè”, il rimborso spese per asili-nido e/o per l’istruzione e il sostegno agli operai agricoli a tempo indeterminato che sono stati licenziati, a integrazione di quanto già assicurato dall’Eban, l’Ente bilaterale nazionale per il settore agricolo.

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