All’Irvos si cambia gestione: presto un cda guidato da Sebastiano Di Bella

All’Irvos si cambia gestione: presto un cda guidato da  Sebastiano Di Bella

Dopo anni di commissariamento vissuti  più o meno “pericolosamente”, il governo regionale ha deciso il nome del nuovo presidente dell’Irvos, l’Istituto del vino e dell’olio della Sicilia. La scelta è caduta su un ex alto dirigente della Regione, il palermitano Sebastiano Di Bella (nella foto), 67 anni, produttore di vino e soprattutto profondo conoscitore dei meccanismi e dei segreti della burocrazia regionale, avendo ricoperto per alcuni anni il ruolo di segretario generale dell’Assemblea Regionale Siciliana. La nomina decisa dal governo Musumeci, ora dovrà essere ratificata dalla Commissione Affari Istituzionali dell’Ars, poi diventerà operativa a tutti gli effetti. Come prevede la prassi consolidata, alla nomina di Di Bella seguirà la designazione di due componenti del cda che saranno indicati dalle organizzazioni professionali agricole.

Sebastiano Di Bella, la cui nomina sembra essere stata sponsorizzata dal presidente dell’Ars, il forzista Gianfranco Miccichè, conosce bene il mondo della viticoltura: è proprietario di un’azienda vitivinicola di famiglia nella zona di Noto, in provincia di Siracusa, e da poco ha rilevato vigneti e cantina tra le alte colline di San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, acquistando all’asta la Feotto dello Jato. Qui, grazie alla collaborazione con l’Università di Palermo, sta conducendo uno studio sperimentale su quello che non a torto può definirsi il primo progetto siciliano sul “Wine Bio-flavouring”, uno studio a 360 gradi sulla complessità sensoriale e longevità del Catarratto con l’uso di specifici ceppi di lieviti indigeni. L’iniziativa vede coinvolti numerosi tirocinanti e studenti del nuovo corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agroalimentari. Ma ciò che rappresenta una assoluta novità è il fatto che l’azienda di Sebastiano Di Bella sostiene la ricerca coprendo interamente il costo di due borse di studio.

Per finire, Di Bella ha anche acquisito una buona conoscenza ed esperienza nel mondo del consumo del vino, aprendo a Palermo qualche anno fa, insieme ad altri soci, l’enoteca Buonivini, diventata (almeno prima dell’emergenza Covid-19) un luogo cult del capoluogo siciliano. 

L’Irvos, intanto, in attesa della ratifica della nomina di Di Bella, continuerà ad essere guidato fino all’insediamento del nuovo cda dall’attuale commissario Alessia Davì, che già ricopre l’incarico di portavoce dell’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandiera.

Alessia Davì, che ha avuto una proroga dell’incarico di commissario straordinario fino a metà giugno, segue le sorti dell’Irvos dal febbraio 2018: prima come commissario ad acta, poi come commissario straordinario. È stata la Davì a firmare una serie di atti predisposti dall’allora direttore Vincenzo Cusumano (oggi passato all’assessorato all’Economia), finalizzati a risanare un debito pregresso dell’Istituto di diversi milioni. Disavanzo coperto per una parte dalle provvidenziali casse della Regione (che ha anticipato le somme che sarebbero derivate dalla vendita degli immobili di proprietà dell’Ente) e per la parte restante dall’avanzo di gestione ottenuto dall’attività di certificazione, grazie alla quale ogni anno entrano nelle casse dell’Irvos dai due ai tre milioni di euro. L’Istituto, tra l’altro, si occupa della certificazione dei vini Doc Sicilia il cui numero di bottiglie, prima dell’emergenza Coronavirus, ha fatto registrare un trend fortemente in crescita.

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