Decreto Cura Italia, via libera a 9 interventi per dare ossigeno all’agricoltura

Il decreto legge Cura Italia approvato ieri dal Consiglio dei ministri prevede per questo mese di marzo – il presidente Conte ha già annunciato infatti che ad aprile ci sarà un nuovo intervento legislativo – alcuni provvedimenti che riguardano specificatamente il settore agricolo, dell’agroalimentare e della pesca. Nove le misure del “Cura Italia” che vanno ad aggiungersi a quelle di carattere generale che riguardano tutti i lavoratori e tutte le aziende, come ad esempio il provvedimento che sospende i versamenti tributari, previdenziali ed assistenziali oppure i 100 euro per i lavoratori che stanno continuando a lavorare a marzo, tra cui tutti quelli della filiera alimentare.
Vediamo, allora, nello specifico, quali sono questi interventi:
- il varo di un fondo da 100 milioni di euro a sostegno delle imprese agricole e per l’arresto temporaneo dell’attività di pesca;
- uno stanziamento di 100 milioni per favorire l’accesso al credito delle imprese agricole e della pesca;
- l’aumento dal 50% al 70% degli anticipi dei premi Pac a favore degli agricoltori, per un valore complessivo di oltre un miliardo di euro;
- cassa integrazione in deroga per tutti i lavoratori agricoli e della pesca e tutele per i lavoratori stagionali senza continuità di rapporti di lavoro;
- un’indennità per i lavoratori agricoli a tempo determinato;
- l’aumento del Fondo indigenti di 50 milioni di euro per assicurare la distribuzione delle derrate alimentari, che si aggiungono ai 6 milioni dei giorni scorsi destinati all’acquisto di latte crudo, in accordo con il Tavolo ‘Spreco alimentare’;
- la sospensione delle rate fino al 30 settembre per i mutui e gli altri finanziamenti a rimborso rateale, anche perfezionati tramite il rilascio di cambiali agrarie;
- il rafforzamento del Fondo per la promozione dell’agroalimentare italiano all’estero;
- la proroga dei termini per la presentazione delle domande di disoccupazione agricola: per le domande in competenza 2019, il termine slitta al 1° giugno 2020.
Il decreto Cura Italia non tiene conto di tutte le proposte specifiche per l’agricoltura e la pesca che hanno fatto i rappresentanti delle Regioni riunitisi ieri in videoconferenza. Si tratta di misure che servirebbero a sbloccare un settore ingessato, oltre che dall’emergenza Coronavirus, anche da appesantimenti burocratici e vincoli temporali imposti da norme nazionale e comunitarie.