Progetto Sfinge, convegno su grano duro e pseudocereali
PALERMO – La Sicilia innovativa dell’agrifood che lega tecnologia digitale a sicurezza alimentare per la tutela della salute del consumatore è il leit motiv del convegno “Tracciabilità del grano siciliano: innovazione e tradizione”, che si terrà nella mattinata di martedì 26 novembre (10:00 – 13:00), nella Sala Lanza dell’Orto Botanico di Palermo.
Promosso ed organizzato dal Coreras – Consorzio Regionale per la Ricerca Applicata e la Sperimentazione e dal Consorzio di Ricerca “Gian Pietro Ballatore” in collaborazione con l’Università di Palermo, la cooperativa Pro.bio.Si. e Legacoop Sicilia, l’appuntamento del 26 novembre è l’occasione per fare la sintesi del progetto Sfinge (Sistema filiera nutraceutica del grano e pseudocereali ad elevato interesse commerciale).
Al centro del convegno i risultati di tre anni di studi e di ricerche del progetto finanziato nell’ambito della misura 16.1 del Psr Sicilia 2014-2022 (Cooperazione e trasferimento di innovazione), saranno presentati da autorevoli esperti del settore che, in ambiti diversi, hanno lavorato per la tutela e la promozione di una delle più importanti filiere agroalimentari del nostro territorio.
Composito il parterre degli interventi: dal modello di sviluppo sostenibile per il sistema agroalimentare siciliano a quello di marketing per i grani antichi certificati con l’utilizzo della tecnologia digitale blockchain, dalla valorizzazione del grano duro siciliano all’introduzione delle innovazioni tecnologiche nella filiera cerealicola grazie alla figura dell’innovation broker.
Diversi ed articolati gli ambiti d’intervento del progetto che saranno presentati al convegno moderato da Giuseppe Russo, dirigente Consorzio Ballatore. Apriranno i lavori: Rosario Schicchi Direttore Orto Botanico Palermo, Gianfranco Badami, presidente Consorzio Coreras, Stefania Masci vicepresidente del Consorzio Ballatore, Alessandro Ficile presidente di Sosvima. Previsti gli interventi di: Pietro Columba, docente di economia agraria, alimentare ed estimo Rurale presso l’Università di Palermo con “Modelli di sviluppo sostenibile per il sistema agroalimentare siciliano: il progetto Sfinge“; Maurilio Caracci, docente di marketing e comunicazione, Università di Palermo con “La comunicazione per la valorizzazione del grano duro siciliano: una prospettiva integrata”; Marzia Ingrassia, docente di economia agraria, alimentare ed astimo Rurale, presso l’Università di Palermo con ” Il modello di marketing per i grani antichi siciliani certificati con la tecnologia «blockchain»; Filippo Parrino, presidente Legacoop Sicilia con “La grande distribuzione per la valorizzazione deiprodotti di qualità”; Carmelo Pulvino, Innovation Broker del Progetto Sfinge con “L’innovazione tecnologica a supporto delle aziende agricole per la valorizzazione della filiera cerealicola”; Michele Germanà, presidente dell’Agenzia per il Mediterraneo con “La certificazione di identità di filiera origine Sicilia e la gestione informatizzata dei dati”.
A questi si aggiungeranno anche alcune testimonianze di aziende cerealicole, coordinate dalla cooperativa Probio.Si, che hanno aderito al progetto. Dieci le aziende agricole cerealicole che fanno parte del Gruppo Operativo del progetto Sfinge: MolinOro, Calcibaida, Masseria Sciaritelle, Nasello, Antico Feudo San Giorgio, Guccione, Dara Guccione biofarm, biofattoria Turrumè, Lico, Colombo.
Le conclusioni verranno tratte da Antonino Drago, Dirigente Area 2 Programmazione in agricoltura, sorveglianza e valutazione programmi Assessorato Agricoltura, e Dario Cartabellotta Dirigente generale Dipartimento Agricoltura Regione Siciliana.
Il progetto Sfinge punta a sostenibilità, scienza e salute, dai campi allo scaffale partendo dall’attenzione alla materia prima (il grano). Da una parte è mirato alla difesa del benessere del consumatore, dall’altra punta a colmare un vuoto organizzativo nella filiera con particolare attenzione ai grani antichi. Da queste esigenze gli obiettivi del progetto che consistono nell’organizzare un sistema produttivo innovativo (Sic-s), bio ed ecosostenibile, che consenta di certificare la tracciabilità del frumento mediante nuovi strumenti di alta tecnologia e applicando la metodologia blockchain che garantisce trasparenza e sicurezza nella filiera. Tra gli obiettivi del progetto, infine, anche la realizzazione di una filiera certificata che dia vita a prodotti innovativi (cereali, pseudocereali e sfarinati) ad elevato valore nutraceutico.
La sfida, nel solco della mission del Coreras, è dunque rappresentata dalla messa a sistema di procedure capaci di tutelare il made in Sicily nel settore agroalimentare coniugando innovazione e tradizione. Il tutto allo scopo di assicurare un futuro di qualità alle eccellenze agroalimentare dell’Isola con importanti ricadute in termini economici e sociali.