Impresa nella natura, un caso di successo sulle Madonie
Di M. Laura Crescimanno
Quella di Giovanni Nicolosi è una storia di eccellenza al contrario. Dimostra che tornare a casa per cambiare il destino del proprio paese, volendo, si può. Ma ci vuole l’idea giusta e la perseveranza per realizzarla.
Giovanni Nicolosi, classe ’77 di San Mauro Castelverde, un borgo montano di circa mille abitanti al confine tra le province di Palermo e Messina, ha trasformato la sua tesi di laurea sulle vie dei briganti in Sicilia, conseguita al Dams di Bologna, in una leva di sviluppo per il suo territorio di origine, creando attorno al territorio di S.Mauro Castelverde e dei comuni montani vicini, in una cornice di panorami e natura di straordinaria bellezza tra boschi e mare, una piccola economia diffusa basata sull’offerta del turismo-natura.
Tutto inizia con la valorizzazione e messa a sistema dell’itinerario fluviale delle Gole del Tiberio che ricadono nel perimetro del Parco delle Madonie. Nicolosi in questi anni non si è mai fermato, creando un progetto di successo dietro l’altro, puntando sulla natura ma anche sul segmento avventura. Nel frattempo è diventato guida naturalistica Aigae ed ha creato lavoro per altre decine di giovani collaboratori, dando vita ai siti della zipline, all’altalena panoramica e in ultimo, sempre in territorio di San Mauro, all’area attrezzata per l’arrampicata sportiva nei pressi di Pollina.
Quelle sono terre dove risuona ancora l’eco delle famiglie dei briganti maurini. Nicolosi, che ha studiato le loro storie a fondo, da alcuni mesi gira per i borghi montani dove presenta la sua pubblicazione realizzata con l’economista del turismo dell’Università di Catania Vincenzo Asero. Il libro-guida dal titolo “Il Cammino dei briganti in Sicilia”, ripercorre gli anni a partire dalla fine dell’800 sino all’intervento del prefetto Mori in Sicilia, quando i luoghi che nel volume vengono descritti, zone montane isolate da tutto, ricche di cavità sconosciute ed immerse nei boschi, erano caratterizzate dal fenomeno del brigantaggio, con le famiglie di malviventi rivali, trasformati a volte nella fantasia popolare in eroi fuorilegge, costretti a diventare tali dalla povertà e dagli eventi storici. Il libro ne ripercorre le cronache, tracciandone itinerari inediti destinati a diventare un affascinante percorso trekking tra i boschi delle Madonie e dei Nebrodi per esperti camminatori.
Com’è nata l’ esperienza delle Gole del Tiberio, un sito natura che sta ormai facendo scuola tra le destinazioni del turismo fluviale, richiamando turisti da tutto il mondo al confine tra i parchi montani tra le province di Palermo e Messina?
“Sono nato e cresciuto in queste campagne accanto a mio padre contadino-allevatore; dopo l’Università a Bologna, nel 2006 sono tornato per cercare di inventarmi un lavoro attorno alla mia passione per la natura. Mi è così venuta l’idea di valorizzare il geosito Unesco delle Gole di Tiberio, in territorio di San Mauro Castelverde, percorso dal fiume Pollina, frequentato soltanto da associazioni locali come il Cai, ma che i turisti in visita lungo la costa non conoscevano affatto. Dopo vent’anni questo è diventato un luogo simbolo del parco e della natura siciliana, conosciuto in tutto il mondo, e ogni tre anni la Commissione Unesco viene a visitarci per validare la natura incontamanita del geosito. Partendo dalle Gole, nel territorio di Pollina abbiamo realizzato nuove realtà che rientrano nell’offerta del turismo esperienziale e aggiungerei adrenalitico: sono gli itinerari di Serra Daino a pochi chilometri dal borgo di Pollina con il parco avventura di proprietà del Comune, dove punteremo sull’arrampicata rivolta anche ai giovanissimi con l’ausilio di corsi tenuti da guide alpine esperte. Si tratta di un’attività che nell’area del Parco delle Madonie manca. In Sicilia, infatti, ci si può arrampicare soltanto a San Vito Lo Capo e sull’Etna. Nel frattempo da circa un anno abbiamo inaugurato la zipline e l’altalena più alta d’Italia: si trova a mille metri di quota, un volo adrenalinico sui boschi e sul blu del mare”.
Ma siamo sicuri che si possono fare attività turistiche o esponenziali per mesi senza alterare l’equilibrio ambientale? E poi le attrazioni da parco avventura come l’altalena ad oltre mille metri o la zipeline, che pubblico attirano? Insegnano a conoscere la natura e a rispettarla?
“Sono circa 25-30 mila le persone che ogni anno transitano dai nostri siti e partecipano delle nostre escursioni guidate. Ed è bello potere affermare che le attività da noi proposte rimangono sempre nell’ambito del turismo-natura nel pieno rispetto dell’ambiente. Siamo presenti con sei mesi di attività nell’ambiente, dalla primavera all’autunno; poi chiudiamo con i turisti per tornare al totale rispetto dell’ambiente, restituendolo alla sua purezza originaria. In questi anni, a seguito dei controlli primaverili sulla qualità delle acque del fiume effettuati dall’Arpa o degli studi dell’Università di Catania, le Gole di Tiberio sono risultate il luogo più ricco di anguille in Sicilia. Il trekking è sicuramente l’attività turistica più sostenibile, lo dimostrano le proposte di successo in molte altre regioni d’Italia, dove si aprono itinerari boschivi o panoramici di mezza costa. È il caso di Serra Daino che consente di godere del panorama di mezza costa tra mare a montagna, come avviene nel Cilento o sul sentiero degli Dei in costiera amalfitana”.
La nuova moda dei cammini, sulla scorta di quelli spagnoli e francesi sta prendendo piede anche in Sicilia. Avete già aperto da questa estate il trekking di Serra Daino, nel territorio di Pollina, e state lavorando a quello molto più impegnativo del cammino dei Briganti, di che si tratta?
“Il Cammino dei Briganti, come si legge nella guida edita da Bonfirriato, è un cammino di cinque giorni che attraversa diversi comuni – San Mauro Castelverde, Gangi, Sperlinga, Nicosia e Cesarò – e si conclude sulla dorsale dei Nebrodi. La stagione ideale per percorrerlo è la primavera; in tardo autunno/inverno, arrivando sui mille metri, negli alti Nebrodi si potrebbe, infatti, trovare anche la neve. Partendo da San Mauro Casteleverde si attraversano zone con ulivi millenari, la zona dei frassineti tipici della vallata del fiume Pollina, per passare poi nel territorio di Gangi, con il paesaggio tipico del grano, e poi salire verso Cesarò che fu teatro degli scontri tra le bande rivali di briganti, personaggi sanguinari, fuorilegge, ma entrati nelle leggende locali. C’è già un sito internet dedicato – il camminodeibrigantiinsicilia.it – e le guide si stanno attrezzando per accompagnare i primi clienti a partire dalla prossima primavera. Ci saranno i comuni che metteranno a disposizione la ricettività online con scontistica dedicata a chi aderisce all’iniziativa. Nel frattempo, sono già scaricabili le mappe on line per i camminatori più esperti”.