Cereali, legumi e foraggere, (solo) 25 mln di euro per ristori-siccità

Cereali, legumi e foraggere, (solo) 25 mln di euro per ristori-siccità

La siccità in Sicilia? Riguarda l’intero territorio della regione e i seminativi in asciutto. Solo su questi, secondo la relazione del Dipartimento regionale Agricoltura sulla base della quale la Giunta regionale di governo ha deliberato lo scorso 29 agosto la declaratoria di calamità naturale, la siccità ha provocato danni per 313 milioni di euro pari a circa il 74 per cento della produzione ordinaria nel territorio interessato. I tecnici dell’assessorato regionale agricoltura hanno fatto un po’ di calcoli e sono arrivati a stimare danni alla produzione nell’ordine del 60% sui legumi, del 70% sui cereali e dell’80% sulle foraggere. Poi ci sono le aziende, e sono tante, in cui è stata azzerata l’intera produzione.

Risorse limitate per danni enormi

Rispetto al danno stimato, dunque, davvero esigua la somma di 25 milioni di euro – 15 stanziati dal ministero dell’Agricoltura e altri 10 milioni previsti nella manovra finanziaria approvata all’Ars – destinata al sostegno economico dei cerealicoltori siciliani che hanno perso gran parte del loro reddito e di conseguenza la possibilità di investire in nuove semine nel 2024. Per non parlare della delusione di agrumicoltori, frutticoltori, viticoltori e olivicoltori che, a causa della siccità e dell’inefficienza del sistema irriguo, hanno registrato perdite consistenti nelle rese e nella qualità (soprattutto in calibri) delle produzioni agricole.

Cosa si potrà finanziare con i 25 milioni di euro? Fermo restando i limite degli interventi previsti dalla norma europea sul de minimis, potranno essere concesse tutte le provvidenze previste dal D.Lgs 102/2004. Ovvero: contributi in conto capitale fino all’80% del danno accertato sulla base della produzione lorda vendibile ordinaria del triennio precedente; prestiti ad ammortamento quinquennale per le esigenze di esercizio dell’anno in cui si è verificata la calamità e per l’anno successivo; proroga delle operazioni di credito agrario e agevolazioni previdenziali per gli operai agricoli.

«Il calo produttivo – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo – riguarda tutto il territorio regionale. Abbiamo attivato con rapidità la procedura di proposta della declaratoria di calamità naturale per poter erogare in tempi brevi i benefici agli agricoltori che già nelle prossime settimane dovranno effettuare spese per preparare i terreni alla nuova semina, dopo un’annata terminata per tutti in grave perdita economica».

Prossime semine, tra i cerealicoltori c’è chi non sa come e cosa fare

Ottimista l’assessore, dunque. Non altrettanto gli agricoltori che non potranno nemmeno contare sulle anticipazioni del conto vendita finora assicurate dai grossisti che si accaparrano le produzioni dei cereali, grano duro in testa. Pare che questi, soprattutto nelle zone della Sicilia dove la produzione cerealicola è stata azzerata o quasi, abbiano ormai raggiunto livelli di affidamento sui conti correnti aziendali che le banche difficilmente permetteranno di sforare.

Gli aiuti europei ci saranno o no?

Poi ci sono i dubbi sollevati dal Movimento 5 Stelle circa la mancata richiesta di attivazione da parte del Ministero sull’attivazione del Fondo di solidarietà europeo per far fronte ai problemi derivanti dalla siccità in Sicilia. Come riportato nell’articolo pubblicato lo scorso 31 agosto su Il Fatto Quotidiano, all’interrogazione M5S, la Commissione ha risposto che a inizio agosto non c’era traccia di richieste dell’Italia al fondo di solidarietà per le catastrofi.

Immediata la precisazione del Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste: “il Fondo di solidarietà dell’Unione europea (EUSF), istituito per rispondere a gravi calamità naturali ed esprimere la solidarietà europea alle regioni colpite da disastri naturali non interviene a supporto del settore agricolo”. Ma, tenuto conto della gravità della siccità che ha colpito alcune Regioni meridionali, la Sicilia in particolare, il Masaf ha, invece, richiesto la solidarietà europea attraverso l’attivazione della riserva di crisi della Politica agricola comune, inviando lo scorso 11 luglio alla Direzione agricoltura della Commissione europea un dossier tecnico predisposto dall’Ismea. Richiesta e dossier sono attualmente all’esame della Commissione europea, con cui, afferma nel comunicato ministeriale, il Masaf si confronta costantemente.

I ministri dell’agricoltura dei Paesi Mediterranei a confronto

A Cipro nella riunione cominciata domenica 1 settembre e conclusasi oggi 3 settembre, i ministri dell’agricoltura dei Paesi mediterranei (nove in tutto: Italia, Grecia, Spagna, Francia, Cipro, Malta, Slovenia, Portogallo e Croazia), hanno partecipato a un meeting con un focus decisamente attuale: i problemi legati ai cambiamenti climatici in agricoltura e gli strumenti comunitari attivabili per il sostegno del reddito delle imprese agricole.

Cosa si siano detti nel dettaglio non si sa, ma una sintesi del dibattito, nero su bianco, si trova nel “Documento di Famagosta”. In questa “carta” i Paesi mediterranei della Ue ribadiscono la propria determinazione ad affrontare il problema della scarsità d’acqua e ad assicurare un futuro ai nostri agricoltori. Agricoltori che in Sicilia, si aspettano aiuti ben più consistenti di quei 15 milioni che il Masaf ha (per cominciare) trovato per loro.

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