Cavallo Siciliano razza a limitata diffusione, ok del Masaf

Il 28 febbraio 2024 segna una pietra miliare per l’ippicoltura siciliana. Proprio in questa data, infatti, il Ministero dell’Agricoltura, Sovranità Alimentare e Foreste ha emesso un decreto che attribuisce al Cavallo Siciliano uno status di lignaggio riconosciuto a livello giuridico riconoscendolo ufficialmente come razza a limitata diffusione. Responsabile della gestione di questa nuova razza sarà l’Associazione Nazionale Allevatori delle Razze Equine e Asinine Italiane (Anareai).
La presentazione ufficiale della razza “Cavallo siciliano” avverrà il 5 aprile presso l’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia a Catania, con la partecipazione del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, e dell’assessore regionale all’Agricoltura, Sviluppo Rurale e Pesca Mediterranea, Luca Sammartino.
Durante l’evento del prossimo 5 aprile, oltre alla presentazione del Cavallo Siciliano, verranno illustrati i piani per la conservazione di altre razze riconosciute e la caratterizzazione dei tipi genetici autoctoni recentemente riconosciuti come l’Asino grigio siciliano e il Cavallo Siciliano. Inoltre, si discuterà della creazione di una banca per la conservazione del seme degli stalloni coinvolti nel progetto, incluso il Cavallo Siciliano.
Fondamentale per il raggiungimento dell’importante traguardo per il Cavallo siciliano, l’attività dell’Istituto Incremento Ippico per la Sicilia. Attraverso un impegno costante nel censimento, studio e monitoraggio delle caratteristiche fenotipiche e genetiche della razza, l’Istituto, in collaborazione con l’Associazione Regionale Allevatori del Cavallo Siciliano (Aracsi) ha sostenuto le istanze del territorio.
Uno dei progetti chiave che ha contribuito a questo riconoscimento è il “Recupero, conservazione e caratterizzazione delle risorse genetiche equine e asinine siciliane”, avviato nel 2022. Questo progetto, ancora in corso, coinvolge diverse istituzioni regionali siciliane e università locali, tra cui il Dipartimento Di3A dell’Università di Catania e il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina.