Piovosità 2023, Sias:”bilancio più problematico di quanto sembri”

Piovosità 2023, Sias:”bilancio più problematico di quanto sembri”

I dati lo confermano. Non ci voleva un genio per capire che il 2023 dal punto di vista pluviometrico è stato un anno anomalo. Ma la diffusa sensazione, adesso, è diventata una certezza suffragata dai dati diffusi in questi giorni dal Sias, il Servizio Informativo Meteorologico Siciliano. Servizio che, osservando i totali di precipitazione registrati nel corso del periodo gennaio-dicembre 2023 dalla rete di stazioni meteorologiche presenti in Sicilia, ha rilevato un bilancio negativo che, però, definisce “ricadente all’interno della normale variabilità delle piogge caratteristica del nostro clima”. Che, tradotto in soldoni, significa: è piovuto meno degli altri anni, è vero, ma non così tanto poco da doverci preoccupare perché in passato si sono presentate situazioni simili. Ma forse ce ne siamo dimenticati.

Dalla rete Sias, risulta, infatti, che il totale delle precipitazioni 2023 è pari 588 mm, mentre la media nel periodo 2002-2022 è di 575 mm. Da questo punto di vista, quindi, è andata decisamente peggio nel 2017, nel 2020 e perfino nel 2022.

Una cosa però è assodata: il 2023 ha fatto registrare un deficit di piovosità del 22 per cento rispetto al valore normale delle serie di piovosità 2002-2022, pari a 750 mm. Gli esperti del Sias affermano che si tratta di un valore “certamente significativo ma non eccezionale”. Perchè? Lo studio dei dati pluviometrici del periodo successivo al 2002 che tutti ricordano in Sicilia come un anno molto siccitoso, mette in evidenza precipitazioni nettamente superiori a quelle dei trentenni precedenti, quando la piovosità media annua si attestò su valori di poco superiori ai  600 mm.

E allora cos’è che ha fatto scattare l’allarme, fatto aleggiare lo spettro della siccità e tirare in ballo il climate change? È stato il regime pluviometrico – con piogge sicuramente abbondanti ma non nei momenti in cui era più necessaria – a preoccupare perchè è proprio questo il responsabile dei tanti danni all’agricoltura e alla zootecnia: dalla mancata produzione di foraggio fresco nei pascoli, ai gravissimi danni da peronospora ai vigneti siciliani, fino al calibro ridotto delle pregiate arance. 

È stata, quindi, la distribuzione temporale e territoriale degli eventi piovosi a presentare rilevanti anomalie. Come non ricordare la tempesta subtropicale Helios di febbraio scorso? In soli due giorni ha scaraventato sulle province di Ragusa, Siracusa e in parte su quella di Catania ed Enna quasi metà delle piogge che in genere si verificano in un intero anno. 

Per non parlare del mese di maggio che mai era risultato così piovoso in passato. E per passato si intende gli ultimi 100 anni, visto che la pubblicazione degli annali idrologici per la Sicilia parte dal 1916. Proprio a maggio, in cui in anni “normali” la concentrazione delle piogge su base annua raggiunge solo pochi decimali, in alcune stazioni pluviometriche ha, invece, messo in evidenza alcune decine di punti percentuali con picchi come quello di Aidone (42% a fronte di una media del 3).

Anche giugno è stato più piovoso della media, contribuendo insieme a maggio a determinare accumuli di piovosità nel bimestre che hanno superato abbondantemente ogni casistica registrata in passato.

Dopo un’estate secca – come del resto si presenta ogni anno in Sicilia – un ottobre mai finora (in base al passato di cui sono disponibili dati), così povero di piogge: solo il 7% delle precipitazioni attese e calcolate sulla base delle serie storiche.

Secondo un recente report del Sias, in pratica, “il secondo semestre del 2023 ha superato, in quanto a scarsità degli accumuli, il record precedente del 1977, anno in cui le conseguenze della siccità furono particolarmente gravi”.

Tornando ai danni per agricoltura e zootecnia, a parte quelli provocati dall’anomalia della distribuzione temporale delle precipitazioni, il Sias sottolinea che, in molti casi, questi sono stati aggravati dalle anomalie termiche.

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