Assovini Sicilia: abusi non si combattono con gli “health warnings”

Assovini Sicilia: abusi non si combattono con gli “health warnings”

Non si placa la polemica sulla scelta dell’Irlanda di inserire gli “alert sanitari” su tutte le etichette dei prodotti alcolici e, quindi, anche sul vino. E mentre l’Italia ha già trovato in Francia e Spagna alleati “naturali” contro questa decisione, il lavorio diplomatico potrebbe portare anche Portogallo, Danimarca, Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria ad unirsi per fare pressione sulla Commissione Europea contro l’etichetta irlandese che prevede avvertenze sanitarie sul consumo di alcolici.

Com’è noto l’Irlanda potrà inserire sulle etichette degli alcolici, avvertenze come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e sul rischio del consumo in gravidanza, warnings simili a quelli che si trovano sui pacchetti di sigarette. Il via libera è arrivato dopo che, nel giugno scorso, l’Irlanda aveva notificato la norma sui cosiddetti “health warnings” per vino, birra e liquori alla Commissione europea.  Finito il periodo di moratoria, senza riscontrare opposizioni dall’organo esecutivo europeo, nelle scorse settimane è stato ufficializzato il via libera.

In Sicilia, quali le reazioni? «Assovini Sicilia promuove il consumo responsabile del vino valorizzando la sua storia, la sua cultura, la tutela dei territori e il suo valore economico», afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia. «Non credo serva mettere un bollino – continua de La Gatinais – per risolvere il problema dell’abuso. Altri esempi non sono stati risolutivi, se non per fare stare bene le coscienze dei burocrati europei e degli Stati promotori».

Gli alcolici, vino incluso, sono prodotti legati alla cultura e storia delle regioni e dei popoli europei. Così il presidente di Assovini Sicilia cita Calvados, Armagnac e Cognac per la Francia, il whisky per Irlanda e Scozia, l’acquavite per la Germania, la grappa per l’Italia, le birre e i sidri per il Nord e Centro Europa. «Si tratta di un valore storico e culturale per tutta l’Europa che – sottolinea de La Gatinais – non va demonizzato ma valorizzato e conosciuto, soprattutto dai giovani, alla stessa stregua delle eccellenze alimentari. Anche su queste ultime c’è, purtroppo, un tentativo di stigmatizzare la qualità con altrettanti bollini e punteggi. Non dobbiamo dimenticare che i prodotti enogastronomici di qualità rappresentano anche la conservazione e la tutela di vaste aree geografiche, di territori unici, che sono patrimonio di tutti».

Secondo gli ultimi dati riferiti al biennio 2021-22, l’export rappresenta oltre il 50% delle vendite degli associati di Assovini Sicilia. L’Europa è il primo mercato di destinazione per il 45% degli associati, seguito da America (31%), Asia (16%), Oceania (6%), Africa (2%). 

«Non credo che gli health warnings siano una minaccia all’export del vino siciliano, ma mi auguro che l’Unione Europea fornisca una risposta unitaria, matura e cosciente senza lasciare la questione in mano ai singoli stati generando messaggi disomogenei e fuorvianti». E a proposito dei novel food, su cui in questi giorni è divampata un’altra animata polemica: «Mi piacerebbe vedere un primo nutriscore sull’Acheta domesticus e il Tenebrio molitor, sui quali l’Europa è stata molto snella circa l’autorizzazione nella filiera alimentare. Per me, il Grillo, rimane quello che bevo nel bicchiere», conclude de la Gatinais.

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