Enologi e produttori: per la Sicilia vendemmia 2022 da ricordare

Dura cento giorni ed é la più lunga d’Italia. In Sicilia si vendemmia, infatti, dalla fine di luglio (negli areali della Sicilia occidentale) agli ultimi giorni di ottobre, quando si raccolgono le uve a bacca nera per produrre i rossi dell’Etna. E ora che novembre è alle porte, si possono tirare i primi bilanci.
Secondo produttori ed enologi le premesse per ricordare in Sicilia l’annata 2022 come “eccellente” ci sono tutte: uve sane dal punto di vista fitosanitario e in perfetto equilibrio acido-zuccherino, ottime sensazioni organolettiche, grande qualità, con bianchi freschi ed equilibrati e rossi che lasciano presagire strutture e complessità importanti.
Insomma, l’andamento climatico si è rivelato favorevole per l’intero ciclo vegetativo e determinante per la qualità delle uve. Così il vigneto siciliano offre così un’annata sorprendente per qualità.
Vigneto Sicilia, un continente
La vendemmia 2022 riflette in pieno la diversità e la varietà della viticoltura siciliana: se da un lato si riscontra senza dubbio un andamento molto eterogeneo della quantità prodotta a seconda delle aree, dall’altro la maggiore piovosità (piú 20-30%) rispetto agli anni precedenti e le provvidenziali piogge di agosto hanno consentito diffusamente l’ideale maturazione delle uve. «La vendemmia 2022 si attesta con un 10% di produzione in meno rispetto al 2021 – afferma Antonio Rallo, presidente del Consorzio di tutela vini Doc Sicilia – dato che dimostra un andamento leggermente migliore rispetto alle previsioni. Confermate dai vini della nuova annata invece le aspettative sull’alto livello qualitativo delle uve».
Naturale molteplicità di espressioni
Impossibile definire genericamente la qualità dei vini che origineranno dalla vendemmia 2022 in Sicilia vista la vastità della regione con climi molto diversi e un panorama ampelografico molto variegato. Cosí l’enologo Emiliano Falsini è costretto ad esprimersi facendo distinzione tra areali e vitigni: «Nella zona meridionale di Noto e Vittoria ci sono ottimi riscontri sul Frappato e Grillo mentre il favorevole andamento climatico nella zona di Caltanissetta, con vini a base Grillo e Nero D’Avola, ci regalerà vini molto buoni per complessità, struttura e freschezza. A Lipari, ci aspettiamo grandi risultati soprattutto dal Nero D’Avola e dalle varietà bianche. Sull’Etna sarà un’ottima annata – conclude Falsini – perché le uve sono molto sane e in perfetto equilibrio».
«Quest’annata – gli fa eco Antonio Rallo – si ricorderà in Sicilia per la naturale molteplicità di espressioni, riconducibili a delle caratteristiche pedoclimatiche differenti nei vari areali e da un mosaico di vigneti variegati e ai cambiamenti climatici che hanno presentato fenomeni localizzati estremi e poco prevedibili. Il risultato eccellente ha dimostrato la grande resilienza della viticoltura siciliana».
La parola ai produttori
Per l’azienda agricola Rallo, in Sicilia occidentale, con vigneti a Marsala, Alcamo e Pantelleria, quella che si è appena conclusa è stata “una vendemmia soddisfacente dal punto di vista della qualità, che lascia presagire un prodotto eccellente”.
A Butera, in provincia di Caltanissetta, nel cuore dell’Isola, «l’annata si presenta di qualità elevata con bianchi equilibrati e rossi che daranno vita a strutture e complessità importanti», commenta Antonio Paolo Froio, direttore della Tenuta Principi di Butera.
Buona la qualità delle uve di questa vendemmia 2022 anche per l’azienda Castellucci Miano, che a Valledolmo, tra 700 e 1050 metri, pratica viticoltura di montagna.
«Uve sane e di indiscusso valore qualitativo, con un +5% per tutte le varietà coltivate in azienda», aggiunge Marco Parisi, enologo di Feudi del Pisciotto, in Val di Noto.
«Dal punto di vista della qualità questo 2022 ci darà grandi soddisfazioni. È un’annata che promette bene, le uve erano veramente perfette e la vendemmia ci ha regalato un piccolo aumento sulla quantità per alcuni vitigni», commenta Achille Alessi di Terre di Giurfo.
Ottime le premesse anche sull’Etna. Sul versante nord dell’Etna, a Castiglione di Sicilia, Francesco Cambria dell’azienda Cottanera e Nicola Gumina, enologo di Palmento Costanzo, sostengono che «la quantità delle uve prodotte è stata superiore alla precedente annata; eccelsa, poi, la qualità, con uve perfettamente sane da un profilo sanitario e a piena maturazione aromatica ed organolettica».
«A Lipari, nelle isole Eolie, dopo un inizio meteorologico incerto, la vendemmia si è chiusa con grandi risultati. Sia da un punto di vista qualitativo che quantitativo sarà una vendemmia di vini importanti che sapranno di sole di mare e di vento come le nostre splendide Isole Eolie», commenta Massimo Lentsch di Tenute di Castellaro.
Climate change, la resilienza della viticoltura siciliana
«I cambiamenti climatici non sembrano pregiudicare l’eccellente qualità delle uve siciliane», afferma Laurent de la Gatinais, presidente di Assovini Sicilia. E conclude: «La Sicilia dimostra, ancora una volta, la straordinaria capacità di fronteggiare le conseguenze del climate change con successo, grazie alla varietà del suo patrimonio vinicolo, in massima parte autoctono, e con grande biodiversità, e agli straordinari microclimi presenti nei diversi areali».