Decreto Ristori: indennizzi per le filiere agricole, ma sono solo briciole

Le briciole del “Decreto Ristori” del 25 ottobre scorso sono state destinate al settore agricolo: appena 100 milioni di euro dei 5,4 miliardi stanziati complessivamente dal Governo Conte. Vi potranno accedere le imprese della filiera agricola che a novembre 2020 possano dimostrare di aver subito una flessione del fatturato superiore al 25% rispetto allo stesso mese del 2019.
La somma destinata alle campagne, diciamolo chiaramente, lascia allibiti. Si tratta di un pugno di riso da dividere tra le migliaia di imprenditori agricoli a cui la pandemia ha prodotto danni economici esorbitanti. Il provvedimento stanzia risorse a fondo perduto per le attività e i lavoratori interessati dalle misure del nuovo Decreto Ristori licenziato dal Governo Conte.
E fin qui gli indennizzi per la cui erogazione bisognerà comunque aspettare l’emissione di un provvedimento concertato tra Mise, Mipaaf e Conferenza Stato-Regioni che individui platea dei beneficiari e criteri per fruire degli aiuti.
Per il settore agricolo, nel Decreto Ristori, è stata anche prevista la cancellazione della rata di novembre dei versamenti dei contributi previdenziali e assistenziali. E questo rappresenta una spesa più consistente: il costo di questa misura è stato valutato valutati in 273 milioni di euro per il 2020 e in 83 milioni di euro per il 2021.
Ma vediamo meglio. L’articolo 16 del decreto riconosce agli imprenditori agricoli professionali, ai coltivatori diretti, ai mezzadri e ai coloni l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali e assistenziali – con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail – per la quota a carico dei datori di lavoro per la mensilità di novembre 2020.
“L’esonero – spiega il decreto – è riconosciuto nei limiti della contribuzione dovuta al netto di altre agevolazioni o riduzioni delle aliquote di finanziamento della previdenza obbligatoria, previsti dalla normativa vigente e spettanti nel periodo di riferimento dell’esonero”. L’esonero è riconosciuto sui versamenti relativi agli Oti (operai a tempo indeterminato) che i datori di lavoro potenziali destinatari del beneficio devono fare entro il 16 dicembre 2020 per il periodo retributivo del mese di novembre 2020.
Analogo beneficio riguarda i contribuenti iscritti alla Gestione dei contributi e delle prestazioni previdenziali dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni. Per loro l’esonero è riconosciuto sul versamento della rata in scadenza il 16 novembre 2020 nella misura pari a un dodicesimo della contribuzione dovuta per il 2020, con esclusione dei premi e contributi dovuti all’Inail. Per i datori di lavoro di operai Otd (operati a tempo determinato), per i quali la contribuzione dovuta per il periodo retributivo del mese di novembre 2020, ricadente nel quarto trimestre 2020, è determinata sulla base della dichiarazione di manodopera agricola occupata del mese di novembre da trasmettere entro il mese di dicembre 2020, l’esonero è riconosciuto sui versamenti in scadenza il 16 giugno 2021.