Consorzi di bonifica: riforma & quattrini, ma per ora sono solo promesse

Consorzi di bonifica: riforma & quattrini, ma per ora sono solo promesse

I Consorzi di bonifica della Sicilia sarebbero al centro dell’agenda politica del governo Musumeci. E questo, proprio mentre a Roma l’esecutivo Conte inserisce nella bozza del decreto “Rilancio” un provvedimento ad hoc per salvare le casse di tutti i consorzi esistenti nel Paese (circa 150 quelli associati ad Anbi), alle prese con il crac provocato dalla sospensione dei ruoli. Ma sia chiaro, per il momento, sono solo parole: sia le buone intenzioni manifestate dal governatore della Sicilia, che le misure previste nella bozza del nuovo decreto predisposto dal governo Conte. Misure che gli addetti ai lavori sperano non facciano la fine degli interventi anti-crisi previsti nei precedenti decreti e che si sono rivelate inefficaci e inattuabili. Ma andiamo con ordine.

A Palermo si riparla dei Consorzi di Bonifica

Il vertice di maggioranza, durato cinque ore, che s’è svolto ieri nel capoluogo siciliano ha sancito, come è noto, l’ingresso della Lega nella compagine di governo regionale. Il Carroccio avrà la delega ai Beni culturali, rimasta nelle mani del presidente della Regione, Nello Musumeci, dopo la morte di Sebastiano Tusa. Per il resto in Giunta non cambia niente: sfuma anche la temuta consegna dell’assessorato all’Agricoltura ad un esponente del Carroccio e il siracusano Edy Bandiera resta in sella, così come era stato chiesto da gran parte del mondo agricolo siciliano

Ma, poltrone a parte, il vertice è stata l’occasione per la coalizione di centrodestra di affrontare alcuni temi politici. Tra questi, il nodo mai risolto in Sicilia dei Consorzi di bonifica. Al termine dell’incontro, Musumeci è stato chiaro: «La stagione riformatrice, avviata con le leggi sul diritto allo studio, sulla pesca e sui procedimenti amministrativi, sarà completata con la riforma dei Consorzi di bonifica».

La proposta di legge regionale compie un anno

Il disegno di legge di riforma degli enti che in Sicilia sono commissariati da oltre un ventennio, è pronto già da un po’ di tempo. La presentazione alla stampa risale a giugno dello scorso anno.

Elaborato da un gruppo di lavoro guidato da Ezio Castiglione – già presidente dell’Ismea e per la Regione Siciliana consulente a titolo gratuito per le tematiche agricole – conta 42 articoli, in cui sono condensati i provvedimenti che dovrebbero servire a superare l’impasse in cui si trovano i consorzi di bonifica. 

Questi ultimi sono passati da ventitrè a undici e infine a 2 con l’ultima legge di riforma del 2014 e, oltre ad essere commissariati, sono anche indebitati fino al collo: circa cento milioni di euro il passivo accertato. In più sono appesantiti da un numero esorbitante di contenziosi con gli agricoltori a cui vengono recapitate bollette salate in cambio di servizi insufficienti e inefficienti. Non è un caso che proprio in occasione della legge regionale di stabilità, l’Ars ha dato il via libera alla sospensione dei ruoli e dei contributi relativi agli ultimi nove anni dovuti dagli agricoltori.

Il ddl di riforma dei Consorzi di bonifica nella versione iniziale proposta all’esame delle Commissioni di merito, prevedeva che la Regione si facesse carico, con una procedura graduale nel tempo, di sanare tutti i debiti pregressi. Sul fronte del personale, poi, lo stesso Musumeci in occasione della presentazione della proposta, ammise che sarebbe stata «necessaria la razionalizzazione del personale, spesso non adeguatamente preparato per le mansioni che deve svolgere, prevedendo, all’occorrenza, formazione e riqualificazione e, ricollocazione delle risorse umane nei settori dove effettivamente servono».

Nella proposta di legge targata Musumeci, c’è la nascita di un unico consorzio, articolato in quattro comprensori territoriali, e «l’obiettivo di restituire agli agricoltori uno strumento efficiente attraverso, anzitutto, un aumento significativo della superficie irrigua: dagli attuali 61 mila ettari ai 176 mila potenzialmente irrigabili». Come? Con la realizzazione di nuove condotte e il capillare ammodernamento delle reti per le quali non si fanno investimenti da oltre un decennio.

Roma interviene per risolvere la crisi di liquidità

La bozza del nuovo decreto legge (Rilancio) predisposto dal governo e che, per tante ragioni, non riesce ancora a vedere la luce, prevede vari interventi per il rilancio del settore agricolo. Interventi che sono per lo più imperniati sulle modifiche degli anticipi Pac e sugli aiuti diretti alle filiere in crisi. Un capitolo a parte, però, è dedicato ai Consorzi di bonifica che, per via della sospensione dei pagamenti pregressi decisa nelle scorse settimane dal governo, rischiano di restare senza un soldo.

L’intervento previsto da Roma è, quindi, incentrato sul reperimento di nuovi flussi finanziari da parte degli enti di bonifica. Secondo quanto previsto dalla bozza, i Consorzi potranno stipulare contratti di prestito e di mutuo (con la Cassa depositi e prestiti o con altri istituti) con quota interessi a carico dello Stato. I mutui, così come prevede il provvedimento governativo, potranno essere concessi fino a un massimo di 500 milioni complessivi, pari a circa il 60% dei contributi annuali dei Consorzi, con capitale da restituire in cinque anni da 2021 e fino al 2025. A questo scopo, è stato previsto un finanziamento mirato per Ismea, consistente in 50 milioni per il 2020.

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