Giardini e orti senz’acqua, a rischio quel che resta della Conca d’Oro

Giardini e orti senz’acqua, a rischio quel che resta della Conca d’Oro

Più della siccità e del Coronavirus potè la burocrazia. Quello che resta della Conca d’Oro di Palermo potrebbe presto scomparire per sempre. E si comincia già domani, venerdì 8 maggio, a Fondo Micciulla, con gli agricoltori che minacceranno di tagliare gli alberi secolari dei loro giardini perché non sopportano di vederli morire per mancanza d’acqua.

A causa dei ritardi nell’erogazione irrigua, la produzione degli orti è definitivamente compromessa, gli alberi da frutto soffrono e stanno perdendo fiori e frutticini della produzione dell’anno prossimo. «Da diversi giorni abbiamo sollecitato tutti gli enti coinvolti e dai quali dipende l’erogazione dell’acqua che serve ad irrigare i nostri giardini di agrumi e i nostri orti, ma ancora non abbiamo ricevuto risposta», spiega Tommaso La Mantia, docente del Dipartimento Saaf dell’Università di Palermo e responsabile dell’Associazione Zappa Paceco, che ha avuto l’incarico di rappresentare anche altre associazioni e consorzi agricoli dell’area cittadina. 

I giardini e gli orti a rischio ricadono nella zona di Fondo Micciulla, l’area che ruota attorno al Castello dell’Uscibene. Ma i problemi sono gli stessi per tutte le aree agricole superstiti, come quelle pluricelebrate della zona di Ciaculli.

Ogni anno è la stessa storia, ma quest’anno è anche peggio. «E non a causa della siccità, che comunque quest’anno è stata davvero pesante…», commentano gli agricoltori, «danni ancor più gravi sta facendo infatti la burocrazia». 

La Mantia rincara la dose: «La Regione, tramite l’Autorità di Bacino del distretto idrografico della Sicilia, compie una ricognizione delle risorse idriche e procede a pianificare l’utilizzo e la gestione dei volumi idrici e dei possibili consumi da parte delle diverse strutture – consorzi, associazioni, etc.- che ne fanno richiesta. A seguito di questa pianificazione, il Genio Civile autorizza gli enti che distribuiscono l’acqua – nel nostro caso l’Amap – a fornire i volumi idrici necessari agli utenti in base alla disponibilità». «Quest’anno – continua La Mantia – l’Autorità di Bacino ha provveduto alle assegnazioni il 10 aprile scorso, ma l’Amap non può erogare l’acqua agli agricoltori dell’Associazione Zappa Paceco perché manca la certificazione antimafia dei richiedenti, per la quale il Genio Civile ad oggi non ha ancora inviato la richiesta al Ministero. La stessa situazione di stallo, comunque, è comune a tutte le altre associazioni e consorzi».

Tommaso La Mantia spiega cosa sta spingendo i piccoli agricoltori a tagliare gli alberi

Ogni anno per la Conca d’Oro la storia si ripete, con i giardini che riescono a sopravvivere grazie alle piogge primaverili. Piogge che quest’anno, purtroppo, sono mancate. «Se solo il Genio Civile emettesse i provvedimenti definitivi di attingimento invece di autorizzazioni annuali – osserva La Mantia – le aree verdi urbane e periurbane, potrebbero continuare ad essere quel prezioso polmone verde e rifornire di prodotti agricoli una parte della cittadinanza». 

Ciò che fa più rabbia, dicono gli agricoltori di Fondo Micciulla, è che oggi tanta acqua preziosa si perde nella fogne di Palermo, come succede a quella che scorre nel Qanat. «Siamo consapevoli del fatto che se l’acqua non fosse sufficiente per gli usi idropotabili, non potremmo aspettarci distribuzione per le nostre coltura. Ma fa tanta rabbia vedere che l’acqua, pur essendo disponibile, non può essere utilizzata per ragioni burocratiche», dicono gli agricoltori.

Ci sarebbe l’alternativa indicata dall’Autorità di Bacino, ovvero lo sfruttamento delle risorse sotterranee non più utilizzate a seguito dell’entrata in esercizio di sistemi di approvvigionamento consortile o ancora le risorse superficiali da destinare all’agricoltura in alternativa a quelle ordinariamente utilizzate in modo da preservarle per il consumo potabile. Ma nella zona in cui insiste l’Associazione Zappa Paceco, non è possibile scavare un pozzo. «L’autorizzazione a scavarlo ci è stata negata dal Genio Civile, perché non viene rispettata la distanza minima di 1000 metri dalla sorgente del Gabriele. Il luogo prescelto si trova a 950 metri e per di più a valle di quella sorgente: difficile in questa condizioni influire sulla sua portata», spiega il docente del Dipartimento Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali.

Ce n’è per tutti nello sfogo del rappresentante degli agricoltori della Zappa Paceco, anche per l’amministrazione comunale di Palermo, guidata dal sindaco Leoluca Orlando: «Amministrazione incredibile – spiega La Mantia – anche per la sua passività: spreca fiumi di inchiostro e impegna il personale per discettare e discutere sul da farsi di un solo albero pericoloso come l’ailanto delle Spasimo, e non trova un attimo per affrontare i problemi dell’irrigazione degli orti e giardini della Città di Palermo. Ci sono decine di aree dove l’agricoltura – produttiva, hobbistica… chiamatela come volete – è sparita proprio per la mancanza d’acqua o meglio per le difficoltà connesse alla irrigazione, per i costi, etc.. Questa amministrazione si ricorda dei giardini solo quando c’è da spargere un po’ di demagogia sulla Conca d’Oro. Siamo stufi di faticare e di assistere alla morte delle piante. Abbiamo deciso di tagliare le piante, spero che nessuno venga a dirci che si tratta di piante tutelate».

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