Pesca di Leonforte Igp, la tardiva che porta la Sicilia nel mondo
					LEONFORTE (EN) – Un consumatore che l’ha provata almeno una volta la distingue facilmente: buccia tomentosa di colore giallo dorato con – a volte – qualche sfumatura rossa o bianca, polpa croccante, dolce e profumata. La Pesca di Leonforte Igp, è una delle eccellenze più autentiche dell’agricoltura siciliana. Un unicum capace di unire tradizione, sostenibilità e successo commerciale. Così come è unico – almeno per la Sicilia – l’amore per il prodotto, la coesione della comunità dei produttori e la visione espressa dal Consorzio di tutela che oltre a promuovere e tutelare la pesca di Leonforte Igp, la rappresenta nelle sedi istituzionali e decide la linea da tenere nel rapporto con il mercato, anche se – ovviamente – non la commercializza direttamente.

La Pesca di Leonforte Igp si può trovare sul mercato dalla prima decade di agosto fino alla prima decade di novembre. Ma il periodo su cui puntano prevalentemente i produttori del modesto areale di produzione in provincia di Enna è settembre. Proprio quando ancora l’autunno è solo alle porte e le temperature calde invitano al consumo della frutta tipica dell’estate. Il periodo in cui, sul mercato le pesche si trovano, sì, ma hanno già passato qualche settimana nelle celle-frigo (con tutto quello che ne consegue). Quella di Leonforte Igp, invece, viene raccolta e immediatamente immessa in commercio e questo fa sì che non perda nessuna delle preziose e apprezzate qualità organolettiche.
I produttori iscritti sono una ventina. Nel 2025 la produzione ha segnato un +45% rispetto all’anno precedente, confermando un trend di crescita costante. «Anche quest’anno la domanda ha superato l’offerta», spiega Domenico (per gli amici Nic) Di Stefano, presidente del Consorzio di Tutela. A dimostrazione di come questo frutto, tanto bello quanto buono, sia ormai riconosciuto come simbolo di qualità e identità territoriale.

La storia di un frutto tra tradizione e innovazione
Coltivata nei comuni di Leonforte, Agira, Assoro, Enna e Calascibetta, nel cuore dell’entroterra ennese, la Pesca di Leonforte ha ottenuto nel 2010 il marchio Igp che ne tutela origine e peculiarità. Oggi la superficie certificata raggiunge 150 ettari dove si producono pesche percoche prevalentemente a polpa gialla (l’ecotipo Giallone previsto dal disciplinare di produzione) con una porzione residuale di quelle a polpa bianca (più precoci) ma in via di abbandono.
In totale nel 2024, la produzione certificata e commercializzata ha toccato le 540 tonnellate. Nel 2025 il dato non è ancora consolidato (l’ufficialità si avrà nei primi mesi del 2026), ma già si parla di un valore quasi doppio. Del resto non deve stupire. Il 2024 è stato per la Sicilia l’anno della siccità e tutte le produzioni hanno dovuto fare i conti con numeri ridotti che sono stati abbondantemente recuperati con il ritorno della pioggia che ha ricaricato le falde e alimentato gli invasi artificiali.
Ciascuna pianta, dopo un attento lavoro di diradamento produce in media 50 kg di frutti da 200 a 250 grammi ciascuno: numeri che raccontano una produzione selettiva, basata su pratiche agronomiche attente e sul rispetto dell’ambiente. Una produzione limitata ma di altissimo valore, che continua a rappresentare un modello di agricoltura sostenibile made in Sicily.

Il segreto è nel sacchetto
La vera magia della Pesca di Leonforte Igp è nel suo metodo di coltivazione: ogni frutto cresce dentro un sacchetto di carta pergamenata. Una tecnica introdotta negli anni ’70 e rimasta invariata nel tempo, che protegge i frutti da parassiti e agenti atmosferici, in modo naturale e sostenibile, riducendo l’uso di pesticidi e salvaguardando la biodiversità.

Il risultato è una pesca dalla buccia vellutata e dai colori intensi, che spaziano dal bianco al giallo-rosato fino al rosso vivo, con una polpa dolce e aromatica. La raccolta, rigorosamente manuale, inizia ad agosto e si conclude a novembre, quando il frutto raggiunge la piena maturazione e la massima espressione di sapore. La scalarità della produzione è connessa all’utilizzo di genotipi caratterizzati da diversa epoca di maturazione. Di recente, a seguito dei cambiamenti climatici, il disciplinare di produzione è stato modificato prevdendo l’anticipo della raccolta al 1o agosto.
Una filiera corta e controllata
Tutte le fasi di lavorazione – selezione, confezionamento e stoccaggio – avvengono all’interno dell’areale di produzione, come impone il disciplinare Igp. Regola che garantisce la tracciabilità e preserva le caratteristiche organolettiche di ogni singola pesca.
Durante il press tour di ottobre, finanziato dal Masaf per la promozione della qualità agroalimentare, giornalisti delle testate specializzate hanno potuto vivere un’esperienza diretta nei pescheti, tra i filari di alberi rigogliosi e i frutti ancora avvolti nel loro sacchetto protettivo.
L’export cresce: la Pesca di Leonforte vola negli Usa
«Abbiamo consolidato la presenza in Germania e Spagna, ma la novità più significativa arriva dagli Stati Uniti», racconta Di Stefano. «Grazie alla partecipazione al Summer Fancy Food di New York sostenuta dalla Regione Sicilia, siamo riusciti ad avviare una collaborazione con buyer americani: per la prima volta la Pesca di Leonforte Igp verrà esportata negli Usa in versione candita e sciroppata». E mentre la versione fresca viene praticamente tutta assorbita dal mercato nazionale, adesso il Consorzio punta a potenziare le attività di trasformazione e promozione, favorendo la presenza della pesca nelle pasticcerie d’eccellenza e tra gli chef che valorizzano le materie prime del territorio.

Un frutto per tutte le stagioni
La Pesca di Leonforte Igp si presta anche a una trasformazione artigianale di alto livello. Dalle confetture ai canditi, fino ai dolci da ricorrenza, diversi brand siciliani la utilizzano per panettoni e dessert d’autore. Tra questi c’è anche Fiasconaro di Castelbuono che dopo la prima volta nella colomba, prepara ora anche il panettone con la pesca di Leonforte Igp candita.
Il frutto ormai diventato identitario del territorio in cui si produce è apprezzato anche in cucina, dove la sua nota aromatica trova spazio in antipasti, insalate e piatti creativi, simbolo della versatilità della frutta siciliana.
Prospettive: più valore, più export, più sostenibilità
Il futuro della Pesca di Leonforte Igp si gioca su tre assi strategici: ampliamento delle superfici produttive, valorizzazione della filiera corta e rafforzamento dell’export. L’aumento delle superfici è, purtroppo, limitato da due fattori strategici: la disponibilità di acqua per l’irrigazione e di manodopera diventata ormai merce rara per via dello spopolamento delle aree interne. Gli altri due assi sono quelli su cui la governance del Consorzio diretto da Rita Serafini sta lavorando con impegno raggiungendo traguardi che prima sembravano impensabili. Dopo il riconoscimento del Consorzio a cui ormai aderisce la quasi totalità dei produttori – pari al 98 per cento della superficie certificata – molto si sta giocando sulla comunicazione e sulla promozione basata sul racconto di una “pesca nel sacchetto” che rappresenta oggi un modello di agricoltura etica e identitaria, capace di coniugare tradizione contadina, innovazione e rispetto per l’ambiente.
