Barbagallo lascia: Sammartino torna alla guida dell’Agricoltura

Barbagallo lascia: Sammartino torna alla guida dell’Agricoltura

PALERMO – Non siamo di fronte a un colpo di scena nella politica agricola siciliana. L’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo, lascia l’incarico. La cosa era nell’aria da tempo. Ha rassegnato le dimissioni con decorrenza dal 22 settembre, ufficialmente per motivi personali. Una decisione che, dietro le formule di rito, apre la strada al ritorno in giunta di Luca Sammartino, ex titolare del dicastero e uomo di punta della politica catanese.

Salvatore Barbagallo

Sammartino, costretto a lasciare l’incarico nell’aprile 2024 a seguito di un provvedimento di interdizione dai pubblici uffici legato a un’inchiesta per presunta corruzione elettorale, ha recentemente visto scadere i termini della misura. Deputato regionale tra i più votati, gode ancora di un forte consenso politico che potrebbe spianargli la strada verso la riconferma alla guida dell’assessorato all’Agricoltura e Pesca della Regione Siciliana.

La regia dell’operazione porta la firma del presidente della Regione Renato Schifani, che dopo mesi di equilibri delicati con gli alleati, sembra intenzionato a restituire un ruolo di primo piano al “golden boy” della politica etnea. Barbagallo, ordinario di idraulica agraria all’Università di Catania e considerato vicino allo stesso Sammartino, era stato nominato proprio per garantire continuità nella fase di transizione.

Schifani nel corso di un incontro a Palazzo d’Orléans, ha espresso gratitudine «per l’impegno e la dedizione dimostrati durante il suo mandato», sottolineando «l’ottimo lavoro svolto e la grande professionalità con cui l’assessore Barbagallo ha portato avanti le proprie funzioni».

Il ritorno di Sammartino potrebbe avere ricadute significative sulle politiche agricole dell’Isola. Nei mesi scorsi, infatti, il presidente Schifani aveva subito due battute d’arresto in aula proprio su proposte care all’ex assessore: la riforma dei consorzi di bonifica e un piano per la realizzazione di 500 laghetti aziendali, misura pensata per contrastare gli effetti della siccità e del cambiamento climatico. Entrambi i provvedimenti erano stati respinti, complici i franchi tiratori interni alla maggioranza.

Il settore agricolo siciliano, già messo a dura prova dall’emergenza idrica e dai rincari produttivi, guarda ora con attenzione alla possibile nuova fase politica. Le priorità restano chiare: gestione delle risorse idriche, sostegno alle imprese agricole e rilancio delle filiere produttive. Resta da capire se il ritorno di Sammartino potrà garantire maggiore stabilità e concretezza all’azione di governo o se, al contrario, riaccenderà tensioni tra gli alleati.

Con l’agricoltura siciliana chiamata a sfide cruciali – dall’adattamento climatico alla competitività sui mercati – la scelta del prossimo assessore non è solo una questione politica, ma un passaggio determinante per il futuro di migliaia di aziende agricole dell’Isola.

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