Consorzi di bonifica, nuovo ddl di riforma. Sarà la volta buona?

Consorzi di bonifica, nuovo ddl di riforma. Sarà la volta buona?

In materia di Consorzi di Bonifica, il governo regionale sembra davvero intenzionato a cambiare rotta. La giunta di governo ha approvato ieri, 29 giugno, il disegno di legge di riforma degli enti irrigui targato Schifani-Sammartino. E fin qui ci era arrivato anche l’ex presidente della Regione Musumeci; poi, però, non ci fu verso di farla discutere dal Parlamento siciliano. 

Vedremo se questa riforma avrà destino migliore, mettendo cosí fine a una vergogna tutta siciliana: la gestione commissariale che dura da oltre 30 anni. 

Il disegno di legge di riforma dei Consorzi di bonifica e dell’intero sistema dell’irrigazione in Sicilia – si legge in una nota diramata dall’ufficio stampa della Regione – si ispira al principio della integrazione degli obiettivi della tutela dell’equilibrio idrogeologico del territorio, dell’uso integrale e razionale della risorsa idrica e della garanzia di un servizio essenziale per l’agricoltura. Prevede, fra l’altro, la riduzione da 13 a 4 enti e una revisione del sistema tariffario e di finanziamento. E già su questo l’ironico commento dei 5 Stelle fa pensare a una certa confusione. «Abbiamo letto l’ultima nota stampa della giunta Schifani in cui annuncia una nuova, l’ennesima, riforma dei consorzi di bonifica. Peccato che a quanto pare Schifani e Sammartino non sappiano neanche che i consorzi sono 2 e non 13. E vorrebbero portarli a 4», chiosa ironicamente il deputato regionale Luigi Sunseri. 

Ma ironia a parte, il presidente della Regione Renato Schifani dichiara con convinzione che “questa riforma rappresenta un risultato storico per la Sicilia”. «Si tratta, infatti, – dichiara – di un provvedimento tra i più attesi che rappresenta una svolta importante nella gestione delle risorse idriche per l’irrigazione. Un uso più razionale dell’acqua per l’agricoltura è fondamentale per questo settore di eccellenza, anche in considerazione dei cambiamenti climatici».

La legge, si legge nella nota diffusa dal governo regionale, interviene nelle competenze di tutti gli attori coinvolti (Regione, agricoltori, Consorzi, altri soggetti pubblici e privati), definendole con chiarezza e allineando la Sicilia al quadro normativo europeo e nazionale in materia. In questo modo si dovrebbe potere superare le criticità dell’ultimo trentennio determinate dai numerosi tentativi di riforma avviati ma mai giunti a completa attuazione, a cominciare dalla legge regionale n.45 del 1995.

La riforma è stata voluta fortemente dal vicepresidente della Regione e assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, soddisfatto per il testo di legge predisposto dopo mesi di confronto e dialogo con produttori, agricoltori, associazioni di categoria, sindacati, al termine di un lavoro che ha visto l’ufficio di gabinetto e il dipartimento regionale Agricoltura guidato da Dario Cartabellotta impegnati per esitare il testo in tempi celeri. Dice Sammartino:«La riforma del settore non era più derogabile. La nuova legge, che adesso affidiamo all’Ars con la speranza che si possa arrivare all’approvazione in tempi brevi, è una vera rivoluzione per l’agricoltura siciliana. La dota, infatti, di un sistema di irrigazione e bonifica organizzato sui principi della coerenza dei bacini idrografici e dell’uso razionale della risorsa idrica e – nuovamente, dopo lungo tempo – del coinvolgimento dei produttori». 

Riforma non più rinviabile

L’urgenza e l’inderogabilità della riforma non è solo legata alle sfide poste dal cambiamento climatico, con i correlati rischi di calamità e di siccità. C’è anche da rispettare un esplicito impegno che la Regione ha sottoscritto con lo Stato sulla riorganizzazione del comparto. 

Per il presidente di Confagricoltura Sicilia, Rosario Marchese Ragona, si tratta di un “traguardo epocale” e plaude “a un progetto di riforma strutturale necessario, e per troppo tempo rinviato, che rappresenta un passo significativo verso un futuro più resiliente per l’agricoltura siciliana, garantendo la tutela delle risorse idriche”. Confagricoltura Sicilia che ha dato il suo contributo alla riforma, collaborando attivamente con le Istituzioni regionali, “vigilerà per garantire il pieno successo e l’effettiva implementazione della riforma”. Il presidente di Confagricoltura Sicilia poi aggiunge: «Il governo regionale, attraverso la riattivazione di importanti bacini artificiali e ora con la riforma e la riorganizzazione dei Consorzi di Bonifica, ha avviato una vera e propria rivoluzione. Confagricoltura Sicilia ha costantemente affiancato tale processo di trasformazione e finalmente gli agricoltori potranno beneficiare dei primi risultati ottenuti».

Da tredici a quattro

Il testo di legge prevede che al posto degli attuali tredici enti – gli undici consorzi “storici” ed i due consorzi della Sicilia occidentale e orientale – si passerà a un assetto basato su quattro organismi corrispondenti a bacini idrografici omogenei: Nord-orientale (province di Catania e Messina, parte delle province di Siracusa e di Enna), Nord-occidentale (province di Palermo e Trapani), Sud-occidentale (provincia di Agrigento, parte delle province di Palermo, Trapani, Caltanissetta ed Enna) e Sud-orientale (provincia di Ragusa, parte delle province di Siracusa e Caltanissetta). Un assetto definito seguendo i confini naturali dei bacini idrografici e non quelli amministrativi. Questo è il principio concordato in sede di intesa fra Stato e Regioni fin dal 2008.

I quattro nuovi Consorzi avranno la forma di enti economici di diritto pubblico associativi, restituendo la gestione agli agricoltori. Saranno infatti i consorziati a eleggere, per ogni Consorzio e con mandato quadriennale, tre componenti su quattro del consiglio d’amministrazione, inclusi i presidenti ed i vicepresidenti, mentre la Regione designerà un solo componente (con mandato a titolo gratuito) oltre ai revisori. La Regione assumerà le funzioni di vigilanza e di coordinamento, continuando a garantire gli investimenti necessari per realizzare e rendere efficienti le opere pubbliche di raccolta e distribuzione.

Personale, tariffe e finanziamento

Altro elemento centrale della riforma è la revisione del sistema tariffario e di finanziamento. Gli attuali Consorzi saranno destinati alla liquidazione, senza nuovi oneri per la Regione, con le infrastrutture e gli strumenti che passeranno ai nuovi organismi. La legge di riforma prevede che il personale – sia stagionale che a tempo indeterminato – transiterà alle dipendenze dei quattro Consorzi di bonifica, con l’applicazione del contratto collettivo di categoria.

Giosuè Catania, responsabile regionale Cia per i consorzi di bonifica, apprezza il fatto che l’assessore all’Agricoltura e il governo regionale abbiano posto come prioritaria la riforma dei consorzi di bonifica, e spera che all’interno delle Commissioni parlamentari di merito e in aula si possa migliorarla. «Si devono potere superare le deficienze, i ritardi e la cattiva gestione degli enti di bonifica che si è affermata nel corso degli anni», dichiara l’esponente di Cia Sicilia.

«Alcune osservazioni andrebbero fatte su alcuni articoli della proposta di riforma, ma soprattutto – prosegue Catania – serve la certezza che i nuovi consorzi non ereditino i debiti accumulati negli anni dalle vecchie strutture cosicché possano essere consegnati ai nuovi gestori liberi da incrostazioni e passività. Una condizione da cui non si può prescindere per una nuova gestione democratica capace di  garantire capacità di invasamento delle acque, distribuzione razionale, lotta agli sprechi, manutenzione delle reti e l’abbattimento dei costi secondo il principio che il servizio si paga se si riceve». E conclude: «Andrebbe affrontato ora, durante l’iter legislativo, la redazione dello statuto, dei piani di classifica e delle fasce di contribuenza. Utile sarebbe anche avere un’idea sulla pianta organica che sia coerente con i bisogni e le mansioni con riferimento alle nuove funzioni degli enti e alle nuove misure previste dalle normative comunitarie sulla sostenibilità ambientale, lotta al dissesto, utilizzo di energie alternative».

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