Troppo pochi i giovani in agricoltura, serve cambio di passo

Troppo pochi i giovani in agricoltura, serve cambio di passo

«Corriamo il rischio di disperdere eredità e capitale fondiario delle aziende se non daremo un netto impulso alle nuove generazioni di imprenditori agricoli. Proprio per questo sosteniamo e promuoviamo un iter normativo che preveda strumenti di accompagnamento dedicati ai giovani, con contributi estesi nel tempo e misure strutturali. Per correggere quel che finora non ha funzionato occorre un chiaro e condiviso cambio di passo, valorizzando il fondamentale apporto delle associazioni di categoria giovanili», ha dichiarato il presidente dei Giovani di Confagricoltura Giovanni Gioia, alla recente audizione in Commissione Agricoltura della Camera sulle “Disposizioni per la promozione e lo sviluppo dell’imprenditoria giovanile nel settore agricolo”.

Per i Giovani di Confagricoltura è necessario mettere al centro il ricambio generazionale per dare un futuro sostenibile all’agricoltura italiana, minacciata dall’eccessiva senilizzazione. L’impegno per un’agricoltura più giovane nella programmazione della Pac non ha portato i risultati sperati e i numeri sono impietosi. Oltre alla diminuzione in 10 anni dei capi azienda “under 40” dall’11,5% al 9,3% sul totale, permangono le principali barriere all’ingresso, a partire dall’accesso alla terra e ai capitali finanziari. 

Le imprese condotte da giovani hanno una redditività per ettaro maggiore, in media quasi 1.500 euro in più, rispetto a quelle di chi ha più di 55 anni. Sono estese il doppio delle aziende guidate dai “non giovani”, così come presentano un livello di digitalizzazione e una propensione agli investimenti innovativi più che doppia rispetto alla fascia di età over 40. 

«I giovani – conclude Gioia – sono la componente più promettente del comparto agricolo. È doveroso riconoscerlo investendo energie e risorse per rendere l’agricoltura italiana ancor più sostenibile e competitiva».

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