Pasta di grano duro siciliano Dop, si lavora al comitato promotore

La Sicilia punta al riconoscimento del marchio Dop per la pasta di grano duro prodotto nell’Isola. Con l’avvio dell’iter per la costituzione del Comitato promotore per il riconoscimento della denominazione di origine che sarà coordinato dal Consorzio di ricerca “Gian Pietro Ballatore”, prende il via la lunga procedura che investirà in prima battuta la Regione Siciliana che è, comunque, tra i promotori, poi il Ministero e infine l’Unione Europea.
Il comitato promotore che andrà a costituirsi nelle prossime settimane, in linea di massima, sarà costituito da:
- 4 rappresentanti del segmento della pastificazione industriale ed artigianale
- 4 soggetti in rappresentanza del segmento molitura industriale ed artigianale
- 2 rappresentanti di associazioni, consorzi o cooperative di produttori siciliani di grano duro
- 2 soggetti rappresentanti di associazioni, consorzi o cooperative di stoccatori e produttori di sementi siciliani.
«Il grano duro siciliano – dice l’assessore regionale all’agricoltura, Luca Sammartino – ha tutte le caratteristiche per incontrare il favore di consumatori sempre più attenti ai temi della qualità del prodotto e della sicurezza alimentare. Questo ha determinato un collocamento nel segmento medio-alto dei lievitati e dei prodotti da forno ricavati dalla farina del nostro grano duro, un risultato eccezionale se si considera che oggi il grano è una delle commodity per eccellenza in un mercato dominato dai grandi produttori. Un risultato il cui merito va dato ai nostri produttori e ai nostri agricoltori che hanno avuto la forza e la perseveranza di resistere anche quando producevano in perdita. Il marchio Dop sarà un riconoscimento innanzitutto al loro lavoro e al valore del “granaio” siciliano, che combina le specificità del territorio e dell’ambiente in un prodotto alla base della dieta mediterranea: la più sana ed equilibrata che esista».
La filiera del grano duro in Sicilia, con più di 300 mila ettari – ai quali aggiungere i 45 mila ettari coltivati in regime di agricoltura biologica – è uno dei settori chiave dell’agricoltura siciliana per il reddito degli agricoltori, il mantenimento del paesaggio rurale e la valorizzazione della cultura alimentare di Sicilia. La pasta di grano duro siciliano, la cui origine storica risale al XII secolo – ne parla per primo il geografo arabo Edrisi, collocandone la nascita a Trabia – a partire dagli inizi degli anni 2000 si è affermata come produzione d’eccellenza, riscontrando un crescente favore dei consumatori.
Qualche mese fa gli addetti ai lavori avevano iniziato a ragionare su un’ipotesi di Igp, adesso, invece, si ambisce alla Dop. Si tratta di una scelta strategica mirata a far comprendere che siamo di fronte a un prodotto tutto realizzato in Sicilia: dalla coltivazione della materia prima, alla molitura, alla trafilatura. Il marchio Dop (Denominazione di Origine Protetta), infatti, garantisce che il processo produttivo dalla prima all’ultima fase é svolto in un determinato territorio, mentre Igp (Indicazione Geografica Protetta) impone che almeno una delle fasi venga svolta in un’area geografica determinata. E per rimanere in tema di pasta, l’esempio di quella di Gragnano Igp fa emergere come nella tanto decantata pasta prodotta in Campania, il grano duro utilizzato per la sua fabbricazione può essere coltivato tutto il mondo.
Per la costituzione del Comitato è stata predisposta una scheda che i portatori di interesse dovranno compilare per chiedere l’adesione. Le istanze dovranno essere inviate al Consorzio di Ricerca Ballatore (info@ilgranoduro.it).
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