Vacanze sicure per la fase 2, si fanno avanti gli agriturismi

Vacanze sicure per la fase 2,  si fanno avanti gli agriturismi

Il 2020 sarà ricordato per le vacanze estive passate in campagna o nei borghi rurali. Senza stress e in luoghi poco affollati. Per molti sarà l’occasione di riscoprire la vita semplice, i gusti genuini, il silenzio della natura, le strade poco battute, i piccoli borghi e la bellezza della campagna italiana. Il Covid-19 ha fatto cambiare, dunque, il concetto di turismo che nell’estate della fase 2 va ripensato e riorganizzato secondo le nuove esigenze del distanziamento sociale e della vacanza di prossimità. 

Gli agriturismi italiani – 24 mila strutture in tutta la penisola – hanno tutti una caratteristica che li accomuna: in montagna, come al mare o in collina viene assicurato il contatto diretto con la natura, gli ampi spazi, le sistemazioni indipendenti, la lontananza dalla folla, dal chiasso, all’insegna del benessere e del buon cibo genuino e locale. «Insomma – sostiene Augusto Congionti, presidente di Agriturist, l’associazione che riunisce gli agriturismi di Confagricoltura – una vacanza che calza a pennello con le nuove esigenze per uscire dall’emergenza Covid-19».

Due mesi di lockdown e 65 % di mancati introiti

Ma sono molte le preoccupazioni degli imprenditori agrituristici, a partire dalla mancanza di liquidità e dai tributi da pagare. Secondo Ismea gli agriturismi italiani nei primi mesi del 2020 hanno fatto registrare una perdita complessiva per il settore di circa 970 milioni di euro, pari al 65% del fatturato. La chiusura forzata ha fatto saltare sia il periodo pasquale sia i ponti del 25 aprile e del 1° maggio. A pesare, oltre al calo della domanda interna, è il crollo del turismo internazionale con gli stranieri che rappresentano il 59% dei pernottamenti complessivi senza dimenticare – precisa la Coldiretti – le cancellazioni forzate delle cerimonie religiose (cresime, battesimi, comunioni, matrimoni) che si svolgono tradizionalmente in questo periodo dell’anno. Perse pure le attività di fattoria didattica che molti agriturismi svolgono per dare la possibilità ai ragazzi di stare all’aria aperta in collaborazione con le scuole, ora chiuse.

Gli imprenditori agrituristici contano i danni, ma soprattutto guardano al futuro e chiedono di riprendere l’attività al più presto, con lo stesso trattamento che è stato riservato alle strutture alberghiere.

Per la ripartenza servono regole chiare

«Ci servono regole chiare per riaprire le strutture in sicurezza ed in tempo per organizzare al meglio una stagione estiva che ci permetta di arginare, almeno in parte, le gravi perdite subite nella prima parte dell’anno a causa del lockdown», dichiara Giuseppe Strano, presidente in Sicilia di Agriturist – Confagricoltura. E continua: «La materia agrituristica è demandata alle Regioni, ma in questo momento è necessario un coordinamento dell’azione politica, con regole semplici, immediate, meno gravose sul fronte burocratico, che permettano a tutti gli operatori di ripartire, alla stessa velocità e con gli stessi tempi in ogni parte d’Italia».

«In Sicilia – spiega il presidente di Agriturist Sicilia – il comparto agrituristico conta 769 strutture, 12 mila posti letto e 50 milioni di fatturato annuo e ha tutte le carte in regola per ripartire rispettando le norme di distanziamento sociale, ma ci servono delle indicazioni precise per garantire la salute dei nostri ospiti, dei nostri 4 mila lavoratori e per non incorrere in sanzioni».

In particolare, gli imprenditori del settore agrituristico chiedono indicazioni precise sull’uso dei parchi gioco e delle piscine comprese nelle strutture e sulle regole da seguire nella ristorazione

«Nella fase 2 che stiamo vivendo – prosegue Strano – l’agriturismo può e deve giocare un ruolo chiave per far ripartire il turismo e per far conoscere territori e luoghi ameni della Sicilia, solitamente fuori dalle rotte più battute dai viaggiatori. Se è vero che da ogni crisi possono nascere opportunità è altrettanto vero che noi imprenditori dobbiamo essere messi nelle condizioni di svolgere al meglio il nostro lavoro».

Interventi a sostegno delle strutture agrituristiche

Nel frattempo Cia-Agricoltori Italiani, insieme alle altre confederazioni agricole, ha chiesto al Governo di “intervenire con provvedimenti ad hoc che garantiscano il ristoro dei danni causati dal fermo di questi due mesi, concisi con il pieno della stagione primaverile e delle festività pasquali, che registrano tradizionalmente uno dei picchi delle prenotazioni”.

Il sistema agrituristico italiano, afferma in una nota Cia-Agricoltori Italiani – è custode di un importante patrimonio di valori e tradizioni tra i più rappresentativi del nostro Paese, grazie a operatori che fanno impresa puntando sulla tutela e la promozione dell’agricoltura e delll’agroalimentare Made in Italy. Per questo e per il grande contributo alla promozione del turismo è giusto che ricevano attenzione nella definizione delle strategie economiche per la ripresa delle attività produttive.

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