Vino, crisi da Coronavirus? In campo distillazione e vendemmia verde

Vino, crisi da Coronavirus? In campo distillazione e vendemmia verde

La filiera vitivinicola è in sofferenza. Da quando è esplosa l’emergenza Covid-19 il problema non riguarda però solo il vino comune che, con la vendemmia alle porte e le giacenze record nelle cantine, mette grande preoccupazione tra i viticoltori. Il Coronavirus ha messo in ginocchio anche il vino di media e alta fascia e ha letteralmente ucciso l’enoturismo, l’attività che per molte aziende vitivinicole rappresenta ormai il 15-20% del fatturato. 

L’enoturismo alla canna del gas

A lanciare l’allarme è stata nei giorni scorsi Donatella Cinelli Colombini, ideatrice della giornata “Cantine Aperte” e prima promotrice del turismo del vino in Italia nonché presidente dell’associazione “Donne del vino”: «Il contraccolpo economico della sola mancanza di vendita diretta nelle cantine è di 2-2,5 miliardi di euro, senza contare le ottomila aziende enologiche che si sono organizzate per dare ospitalità e che difficilmente riusciranno a ripartire dopo la fase 1». Le 25mila aziende enologiche italiane aperte al pubblico, tra cui 5-8mila organizzate per l’hospitality, occupano 30mila dipendenti stagionali addetti all’enoturismo, oltre al personale a tempo indeterminato: «Tutte persone che potrebbero rimanere senza lavoro», ha osservato con preoccupazione la donna del vino toscana.

La situazione è più grave nelle zone che hanno costruito la propria immagine e floridità economica sul turismo enogastronomico: «Per queste destinazioni – ha sottolineato Cinelli Colombini – il futuro è molto incerto soprattutto perchè il loro sistema economico era interamente basato sull’attrattiva vino, con alberghi e agriturismi, ristoranti, enoteche, cantine aperte al pubblico per visite, degustazioni e vendita diretta».

Distillazione di crisi

Ma tornando al vino, il ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, sollecitata da più parti a prendere provvedimenti anticrisi per uno dei comparti agricoli più importanti in Italia, ha annunciato nei giorni scorsi di avere in fase di valutazione «un intervento per la distillazione volontaria di crisi. La priorità è utilizzare i fondi Ocm, chiedendo l’attivazione della misura distillazione di crisi a livello Ue. Prima però occorre verificare quante risorse dell’Ocm non saranno spese entro il 15 ottobre 2020».

E di quattrini dell’Ocm che non saranno spesi per il 2020 ce ne saranno parecchi. Gran parte delle somme destinate alla promozione, infatti, sono destinati a rimanere non spese visto che tutte le vetrine internazionali del vino, anche quelle più blasonate, hanno deciso  di annullare gli appuntamenti per il 2020. Così come è difficile, in un momento critico come quello che stiamo vivendo – con frontiere chiuse e spostamento delle persone fortemente vincolato -, organizzare meeting e altre iniziative promozionali dedicate al vino. «Nel caso in cui l’intervento non dovesse essere sufficiente – ha detto ancora Bellanova – proporremo nel Decreto Liquidità una misura specifica integrativa».

Distillazione o vendemmia verde?

La distillazione volontaria di crisi rientra tra le priorità indicate da Assoenologi. La vicenda però è complessa, perché accanto a chi vuole finanziare la distillazione c’è chi, in alternativa, sostiene la vendemmia verde. E questo per due ordini di motivi: primo, la certezza che le somme arrivino direttamente agli agricoltori; secondo, evitare la tradizionale vendemmia, superando così anche il problema del difficile reperimento della manodopera. Nel frattempo, nella riunione della Conferenza Stato-Regioni dello scorso 20 aprile, tutti i rappresentanti hanno chiesto la proroga al 31 marzo 2021 per tutte le attività di promozione già finanziate con i fondi dell’Ocm vino.

La proposta di Assoenologi sulla distillazione di crisi, prevede che l’accesso a tale misura sia del tutto volontaria ed è pensata per sostenere in particolare quei produttori non ancorati alla grande distribuzione e allo stesso tempo collocati in zone dove non possono permettersi di stoccare vino in cantina per lunghi invecchiamenti. “Accanto a questo – si legge nella nota di Assoenologi – va considerata la problematica di molte altre aziende, che in occasione della prossima vendemmia potrebbero avere una mancanza di capienza nelle cantine per le uve e i mosti, causando quello che nessun agricoltore riuscirebbe ad accettare, e cioè lasciare in campo il frutto del proprio lavoro”. “Per questo – prosegue la nota – è anche opportuno che tale misura venga accompagnata da un adeguato supporto economico, con una remunerazione non inferiore al prezzo di mercato a garanzia di possibili azioni speculative. Ciò consentirebbe ai produttori vinicoli di destinare una parte del vino in giacenza alla produzione di alcol da uso medicale”.

A questa azione di sostegno, secondo l’associazione degli enologi italiani, dovrebbero affiancarsi la vendemmia verde, per la riduzione del prodotto in fase vegetativa, valutando la possibilità di introdurre una misura destinata alla riduzione volontaria del prodotto con un risarcimento al viticoltore. E poi il ricorso all’ammasso privato con il sostegno ai costi di stoccaggio, per alcune produzioni temporaneamente eccedenti e per alcuni vini da invecchiamento, in attesa della ripresa dei mercati.

Tutte le proposte della filiera vitivinicola 

La ripresa richiederà tempi lunghi e per questo, secondo gli esperti, sarà necessario accompagnarla da una serie di attività di valorizzazione dei vini italiani basata su una rete di solidarietà tra tutti gli attori della filiera, finalizzata a sensibilizzare i consumatori di ogni angolo del mondo, per identificare al meglio i vini italiani.

Ecco, in sintesi, tutte le proposte inviate al governo dalla filiera vitivinicola.

Quattro le misure di tipo “agricolo”: distillazione finalizzata alla produzione di alcol per l’emergenza, distillazione volontaria, vendemmia verde e ammasso privato.

Numerose le misure economiche: sospensione dei versamenti fiscali e previdenziali; finanziamenti a breve e medio termine con garanzie pubblico/private destinati ad alimentare la produzione e la commercializzazione dei prodotti; sospensione dei termini per tutti i finanziamenti in corso; differimento dei termini di rimborso dei debiti in corso, sia a breve che a medio termine, che vada oltre la fine del 2020; l’attivazione del pegno rotativo anche per il vino coinvolgendo i consorzi fidi, le banche sul territorio e i consorzi di tutela; integrale deducibilità degli investimenti in elettronica collegati allo smart working; rilancio dell’immagine del settore, attraverso azioni di promozione.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *