Arriva dal governo del Lussemburgo il primo no europeo al glifosato

Il Granducato del Lussemburgo batte l’Italia. Anzi, batte tutta Europa, anche quella fatta dai giganti dell’economia. Ma, attenzione, non è una partita di calcio: parliamo piuttosto dell’annosa vicenda del glifosato, che in questi ultimi anni è diventato un tormentone per consumatori attenti, produttori di grano, molini e pastifici.
Dalle notizie che arrivano dal piccolo stato dell’Ue, il Lussemburgo si starebbe preparando a vietare l’uso del glifosato in agricoltura, diventando così il primo paese europeo libero da questo erbicida ritenuto da molti pericoloso per la salute. A dare la notizia è stato qualche giorno fa il ministro lussemburghese dell’agricoltura, Romain Schneider, che ha assicurato fin da subito l’immediata graduale riduzione dell’uso del glifosato, con l’obiettivo di arrivare entro dicembre di quest’anno al divieto totale del pesticida su tutto il territorio nazionale.
Il ministro Schneider ha anche tracciato step by step le varie fasi che porteranno il Lussemburgo a liberarsi dal glifosato. Il passo iniziale sarà la revoca dell’autorizzazione all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari contenenti il principio attivo; revoca che, a sentire il rappresentante del Granducato, dovrebbe scattare già dal prossimo primo febbraio.

L’uso del glifosato sarà poi concesso fino al 30 giugno per consentire agli agricoltori di esaurire le scorte del prodotto. Seguirà, quindi, un ultimo periodo di tolleranza che si concluderà il 31 dicembre. Dal primo gennaio 2021 scatterà, infine, il divieto definitivo di uso del glifosato.
C’è da dire che già da un paio d’anni il governo lussemburghese aveva fatto capire abbastanza esplicitamente l’intenzione di mettere al bando il pesticida, offrendo anche un incentivo economico alle aziende agricole che per prima lo avessero bandito dalle loro coltivazioni (30 euro per i seminativi, 50 euro per i vigneti e 100 per i frutteti). A far tentennare un po’ tutti, però, fu la clamorosa marcia indietro fatta da Francia e Austria che, dopo avere anche loro annunciato il grande passo, erano state poi costrette a lasciare lo status quo. Ma forse questa volta sarà quella buona.
E in Italia? Era il 22 agosto 2016 quando entrò in vigore il decreto del ministero della salute che ne limita l’uso e il commercio. Da allora il glifosato non può essere usato in luoghi pubblici come “parchi, giardini, campi sportivi e zone ricreative, aree gioco per bambini, cortili ed aree verdi interne a complessi scolastici e strutture sanitarie”. Ma nonostante il provvedimento, numerose sono state le segnalazioni per l’uso del potente erbicida soprattutto nel diserbo dei cigli stradali. In agricoltura, in particolare, il glifosato non si può impiegare nel periodo che precede il raccolto e la trebbiatura. Esattamente quello che viene poi regolarmente fatto dai cerealicoltori canadesi che adottano la tecnica del disseccamento “pre-harvest”.