Covid-19 e crisi agricola, dalle Regioni proposte per Roma e Bruxelles

Mentre il Governo Conte discuteva il decreto “Cura-Italia”, la Commissione Politiche Agricole costituita dai rappresentanti di tutte le regioni italiane riuniti in videoconferenza, ha licenziato un corposo documento con le proposta rivolte al Ministro per fronteggiare la crisi agricola legata all’Emergenza Covid-19.
Quattro pagine fitte fitte in cui sono elencate deroghe e rinvii di termini imposti dalle norme nazionali (dall’obbligo del Durc alla certificazione antimafia) ma anche e soprattutto sollecitazioni per l’Unione europea per consentire margini di tempo più ampi per evitare il disimpegno e facilitare la spesa sia sul primo che sul secondo pilastro della Pac.
Tra gli interventi richiesti per far fronte alla crisi agricola che si profila all’orizzonte, l’aumento della percentuale degli anticipi su programmazione sia Feasr che Feaga (dal 50 al 70% per il primo pilastro e dal 75 all’85% per le misure a superficie del Psr) da erogare entro il 31 luglio e la possibilità di consentire i pagamenti solo sulla base dei controlli amministrativi, derogando ai controlli in loco per cause di forza maggiore (Ocm ortofrutta, Ocm Vino, condizionalità, ect.).
C’è poi la richiesta di potere valutare possibili proroghe alla realizzazione delle attività programmate, in considerazione delle difficoltà operative (misure investimenti, reimpianti e reinnesti dei vigneti e promozione paesi terzi con fondi Ocm Vino), l’aumento dell’importo degli aiuti statali in regime de minimis, l’attivazione del Fondo per le calamità naturali e la possibilità di mettere in campo aiuti nazionali in deroga alle regole comunitarie.
Il documento integrale si può leggere qui.