Parco Madonie: emergenza daini e cinghiali, ok a piano di contenimento

Disco verde da parte del Comitato regionale per la protezione del patrimonio naturale (Crppn) al piano per il contenimento dei daini e dei suidi sulle Madonie.
Sono circa diecimila gli esemplari di daino che circolano sulle Madonie e gli esperti calcolano che l’incremento annuo della specie sia del quaranta per cento. Da anni gli agricoltori madoniti lanciano allarmi per gli ingenti danni alle colture e chiedono un intervento efficace per ridimensionare la popolazione del mammifero. I daini, infatti, inseriti anni fa in un habitat favorevole alla loro proliferazione e in assenza di predatori naturali, sono diventati un serio problema per la tenuta economica e sociale di un intero territorio.
«Non ci sarà assolutamente un’azione di eradicazione ma soltanto una mirata e ragionevole operazione di contenimento», assicura l’assessore al Territorio e ambiente Toto Cordaro. E continua: «Si tratta di conciliare la presenza di questo mammifero che contribuisce, tra l’altro, ad attrarre visitatori nell’area protetta, con alcune esigenze di carattere sociale dell’intera zona, non ultima quella legata all’economia delle aziende agricole che a causa della fauna selvatica registrano danni ingenti. Intervenire significa, dunque, disinnescare problemi di ordine sociale che rischiano di diventare davvero gravi».
La strategia della Regione che mira a limitare gli ingenti danni provocati dal proliferare incontrollato della fauna selvatica (daini e cinghiali) ma anche a gestirne la presenza su quel territorio, è frutto di una stretta collaborazione con lo staff dell’ente Parco delle Madonie, presieduto da Angelo Merlino. Del resto proprio il Parco delle Madonie, che ogni anno sborsa cifre esorbitanti per pagare gli indennizzi ad agricoltori e allevatori, ha tutto l’interesse di trovare una soluzione all’incontrollato proliferare della fauna selvatica che costituisce un serio problema sia ecologico che sociale.

Il piano messo a punto da Regione e Parco delle Madonie prevede di attirare i daini all’interno di un recinto già esistente a Piano Zucchi e di un altro in un’area diversa che verrà realizzato, se necessario, in un’altra area. Lì , poi, sotto il controllo dei funzionari del Parco delle Madonie, quelli individuati dai sele-controllori, saranno abbattuti.
Analoga l’azione prevista per i suidi, gli ibridi di cinghiale e maiale, la cui popolazione supera le 11mila unità (nel 2003 erano tremila): saranno oggetto di abbattimento controllato dopo essere stati attirati dentro le gabbie, alcune affidate ai possessori di terreni. Così come avviene per i daini abbattuti, anche in questo caso le carcasse andranno al mattatoio e andranno ad alimentare la filiera della carne per il consumo fresco o la trasformazione in salumi.

«Il piano di contenimento prende spunto da analoghe iniziative già intraprese con successo in altre regioni d’Italia dove il problema della fauna selvatica nelle aree protette e nei parchi, è stato trasformato in risorsa attivando, con le carni degli animali selvatici, una vera e propria filiera», spiega Angelo Merlino, presidente del Parco delle Madonie che fin dal suo insediamento a lavorato perché questa soluzione al problema della fauna selvatica venisse adottata. «I capi abbattuti – continua Merlino – dopo il controllo dei veterinari dell’Asp, saranno inviati a un mattatoio di Gangi per la macellazione cosicché le carni possano essere destinate, ad esempio, alla ristorazione locale o anche all’attività di norcineria».
«L’obiettivo – conclude l’assessore Cordaro – è quello di raggiungere numeri ecologicamente più sostenibili, ristabilendo finalmente un corretto equilibrio tra le esigenze della fauna, quelle della popolazione locale e, ovviamente, del nostro patrimonio naturale che ci impone di intervenire responsabilmente lì dove, come in questo caso, si creano condizioni che possano metterlo a rischio».
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