Carta zone vulnerabili ai nitrati, in Sicilia aggiornata al 2025
					PALERMO – La Regione Siciliana ha pubblicato l’aggiornamento 2025 della Carta delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola, un documento strategico per la gestione sostenibile del territorio e la tutela delle acque. Il lavoro, coordinato dall’Autorità di bacino del distretto idrografico della Sicilia – che fa capo alla Presidenza della Regione – è il risultato della collaborazione con Arpa Sicilia e i dipartimenti regionali competenti, confermando l’importanza di un approccio integrato tra istituzioni tecniche e amministrative.
Cosa rappresenta la Carta delle zone vulnerabili
La Carta individua le aree del territorio regionale in cui le acque – superficiali o sotterranee – risultano esposte o potenzialmente esposte all’inquinamento da nitrati di origine agricola, sostanze derivanti principalmente dall’uso eccessivo di fertilizzanti azotati e dallo spandimento di effluenti zootecnici. L’obiettivo è duplice: prevenire l’accumulo di nitrati nelle falde e garantire la qualità delle risorse idriche per l’uso agricolo, civile e ambientale.
Le zone individuate come “vulnerabili” sono soggette a specifiche misure di gestione agronomica: limiti all’apporto di azoto, obblighi di rotazione colturale, gestione controllata dei reflui e periodi di divieto di concimazione. Si tratta, in sostanza, di un vero e proprio strumento operativo per gli agricoltori, indispensabile per praticare un’agricoltura produttiva ma sostenibile, in linea con gli standard europei.
Perché l’Unione Europea ne richiede l’aggiornamento
La Direttiva “Nitrati” (91/676/CEE) impone agli Stati membri di monitorare costantemente la qualità delle acque e di aggiornare almeno ogni quattro anni la mappatura delle aree vulnerabili. Questo obbligo deriva dal principio di prevenzione e miglioramento continuo, cardine delle politiche ambientali europee. Le variazioni nei dati di monitoraggio – legate a fattori come l’intensità delle attività agricole, le condizioni idrogeologiche o gli effetti del cambiamento climatico – rendono infatti necessaria una revisione periodica, per assicurare che le misure adottate restino efficaci e proporzionate.
L’aggiornamento 2025: un passo avanti nella conoscenza e nella gestione del territorio
Il nuovo aggiornamento della Carta siciliana si basa sui dati di monitoraggio raccolti da Arpa Sicilia nel periodo 2020-2023, che hanno consentito di ridefinire in modo puntuale le aree a rischio. L’analisi integra parametri chimici e ambientali, garantendo una visione aggiornata e scientificamente fondata dello stato delle acque e delle pressioni esercitate dall’agricoltura.
Grazie a queste informazioni, la Regione potrà indirizzare meglio gli interventi di tutela, promuovendo pratiche agricole più efficienti e riducendo il rischio di contaminazione. L’obiettivo è quello di conciliare la competitività del comparto agroalimentare siciliano con la salvaguardia delle risorse naturali, un equilibrio sempre più richiesto anche dai mercati e dai consumatori attenti alla sostenibilità.
La nuova Carta non è solo un adempimento tecnico, ma una guida operativa per il futuro dell’agricoltura siciliana. Identificare le aree più sensibili significa poter pianificare meglio gli investimenti, valorizzare le produzioni locali con pratiche sostenibili e rispondere in modo concreto alle richieste europee in materia di tutela ambientale.
Un modello di cooperazione istituzionale
La pubblicazione della Carta 2025 rappresenta anche un importante risultato di sinergia tra enti regionali. L’Autorità di bacino, Arpa Sicilia e i Dipartimenti Agricoltura e Ambiente hanno lavorato congiuntamente, garantendo la qualità scientifica e la coerenza amministrativa del processo. Il decreto di adozione, firmato dal segretario generale Leonardo Santoro, sancisce l’entrata in vigore del nuovo strumento, che sarà pubblicato per estratto sulla Gazzetta Ufficiale della Regione Siciliana.
