Suino Nero dei Nebrodi: presentata la candidatura per la Dop

I tentativi precedenti esperiti negli ultimi decenni, per un motivo o per un altro, non avevano avuto successo. Prima la difficoltà di mettere insieme i produttori, poi la bocciatura ministeriale per l’assenza di prove che dimostrassero la specificità territoriale, avevano scoraggiato anche i più tenaci sostenitori di un’eccellenza che da sempre caratterizza i Nebrodi.
Una svolta attesa da decenni
Parliamo del suino nero per cui il 5 agosto scorso è una data ricordare perchè è il giorno in cui il Comitato dei produttori ha presentato alla Regione e al Ministero la domanda di registrazione della Denominazione di Origine Protetta (Dop) per le carni fresche e i prodotti trasformati di Suino Nero dei Nebrodi. L’annuncio è stato dato lo scorso 6 agosto all’Antica Filanda di Capri Leone (Me) dove si è svolta la manifestazione conclusiva del Progetto Operativo del Gal Nebrodi Plus che ha fatto da vero e proprio catalizzatore per l’iniziativa ed è stato accolto con unanime soddisfazione dai produttori e dalle istituzioni coinvolte. «L’incontro tra la spontaneità della costituzione del Comitato di produttori e l’iniziativa intrapresa dal Gal Nebrodi Plus in favore della qualificazione anche di questo comparto produttivo, ha infatti consentito, bruciando le tappe, di arrivare rapidamente al perfezionamento della documentazione occorrente», ha detto il presidente del Gal, Francesco Calanna.

Un’unica candidatura per più prodotti
La procedura avviata è originale e innovativa: per la prima volta una sola domanda di riconoscimento Dop include diverse tipologie di prodotti. Sotto un unico marchio, infatti, si punta a tutelare e valorizzare carne fresca, capocollo, lardo, guanciale, prosciutto crudo e prosciutto cotto derivati dal Suino nero dei Nebrodi. Un approccio che mira a rafforzare la riconoscibilità e la competitività di questa filiera. Non c’è il salame perchè nello stesso areale di produzione esiste già quello di Sant’Angelo tutelato dal marchio Igp.
Qualità legata al territorio
Elemento centrale del dossier sono i disciplinari di produzione, che esaltano il legame storico e profondo con l’areale nebroideo. Qui, nei boschi ricchi di querce e pascoli tipici, i suini hanno sviluppato nel tempo caratteristiche uniche: rusticità, adattamento all’ambiente, resistenza alle malattie e carne di elevata qualità. L’alimentazione naturale a base di essenze locali conferisce alle carni proprietà organolettiche distintive, con un profilo nutrizionale ricco di acidi grassi insaturi e antiossidanti.
Il pascolamento e l’uso delle risorse del territorio, fornite dal bosco e dai pascoli naturali, rappresentano i principali elementi che influiscono positivamente sulla composizione qualitativa delle carni, caratterizzate da una sottile infiltrazione di grasso intramuscolare e sulle caratteristiche bromatologiche che la rendono unica tra le carni suine.

«In particolare – ha spiegato Luigi Liotta, docente presso il Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Messina che si è occupato dello studio finalizzato a dimostrare l’unicità e lo stretto legame con il territorio della carne di Suino nero dei Nebrodi – l’alimentazione con le essenze tipiche dei boschi e dei pascoli dell’areale nebroideo “marchiano” queste carni: influenzano e conferiscono esclusive caratteristiche organolettiche alle produzioni derivate apportando un’elevata quantità di antiossidanti e una notevole presenza degli acidi grassi mono e polinsaturi, in particolar modo, l’acido oleico, che limita l’accumulo di colesterolo ed assicura gusto e sapidità al prodotto». Il riferimento è alla presenza di estesi querceti a cerro (Quercus cerris L.) o a cerro di Gussone (Quercus gussonei (Borzì) Brullo) – endemico dei Nebrodi e di Ficuzza – in cui ricorrono le più importanti aree pascolive dell’area e che rappresenta una esclusività nebroidea.
Le indagini sulle caratteristiche nutritive della carne di suino dei Nebrodi non è, comunque, recente. Già nel 1870 il professore Nicola Chicoli cominciò a studiarle conscio, già allora, di alcune loro peculiarità connesse all’ambiente di crescita. Oggi gli studi dimostrano che, rispetto ad altre razze, le carni del Suino nero dei Nebrodi presentano un maggiore livello proteico, un minore contenuto di lipidi tra cui prevale l’acido oleico e un buon livello di fitosteroli che trovano origine nelle bacche di cerro e delle brassicacee spontanee (brassicasteroli) di cui si nutrono gli animali allo stato brado.
Tradizione norcina e innovazione
A rendere celebri questi prodotti è anche la maestria dei norcini del territorio, capaci di trasformare la materia prima in salumi di eccellenza. Il prosciutto crudo, il lardo e il capocollo sono tra gli esempi più apprezzati, grazie a gusto e sapidità unici. Il riconoscimento Dop rappresenta dunque non solo una garanzia di qualità, ma anche una tutela della tradizione e delle competenze tramandate nei secoli.
Il ruolo delle istituzioni
Il traguardo raggiunto è il risultato di una collaborazione corale: dal Comitato dei produttori guidati da Antonio Amata, al Dipartimento Regionale Agricoltura all’Università di Messina, fino all’Ispettorato dell’Agricoltura e al Corfilcarni. Determinante, poi, il ruolo del Gal Nebrodi Plus, che ha guidato il processo raccogliendo le istanze dei produttori e coordinando il lavoro tecnico-scientifico. «Questa iniziativa – ha dichiarato Calanna – si inserisce nella strategia per la creazione della DMO (Destination Marketing Organization) Nebrodi e della cosiddetta Dop economy, insieme alle altre eccellenze già riconosciute come la Provola dei Nebrodi e Olio d’oliva Valdemone».

Una festa di sapori
La manifestazione di Capri Leone si è conclusa con una degustazione che ha mostrato le potenzialità gastronomiche del Suino nero dei Nebrodi. Tra le proposte, tortellini ripieni di carne, involtini con pistacchio di Bronte Dop e wurstel abbinati a pesto di capperi delle Eolie. Una celebrazione del gusto che conferma la versatilità e il valore culturale di questa razza autoctona, candidata a diventare nuovo simbolo della qualità agroalimentare siciliana.