iSafe-Graze, innovazione sostenibile per la zootecnia caprina

Petralia Sottana (PA) – La pastorizia? Un mestiere antico che ha bisogno di innovazione per renderlo attrattivo e redditizio. Un obiettivo possibile da conseguire ma che non può prescindere da un approccio “scientifico”. Ed è proprio quello che è stato fatto nell’ambito del progetto iSafe-Graze con cui sono state gettatoe le basi per l’allevamento caprino “intelligente” basato sulle tecnologie digitali, dati satellitari e software di gestione.
L’ultimo step del progetto è stata la conferenza stampa di presentazione dei risultati che, svoltasi lo scorso 28 giugno presso l’ex Convento dei Padri Riformati a Petralia Sottana (PA), ha visto impegnati allevatori, casari, ricercatori e docenti universitari.
Il progetto iSafe-Graze: obiettivi e approccio
iSafe-Graze è un’iniziativa finanziata nell’ambito del Psr Sicilia 2014-2022 (misura 16 Cooperazione, sottomisura 16.1) che si è posto l’obiettivo di innovare la gestione dei pascoli nella filiera caprina, combinando tecnologie avanzate, sostenibilità ambientale e valorizzazione delle produzioni.

Il progetto ha voluto offrire agli allevatori strumenti concreti per ottimizzare l’uso dei pascoli, migliorare le rese, incrementare la qualità casearia (specialmente nel comparto caprino) e rispettare l’equilibrio ambientale del territorio montano.
Queste le azioni principali del progetto:
- la mappatura dei pascoli del territorio madonita (aree di Capizzi, Cerami e Petralia Sottana) al fine di valutare produttività e potenziale di resa in funzione dell’area pascoliva;
- l’impiego di immagini satellitari ad alta risoluzione per monitorare nel tempo la produttività del suolo, e correlare tali dati con le dinamiche dei capi al pascolo;
- lo sviluppo e l’applicazione di batteri lattici funzionali da inserire negli alimenti o nei processi di trasformazione del latte caprino, per migliorare la qualità dei formaggi;
- l’integrazione tra dimensione ambientale (conservazione del pascolo, gestione del suolo) e dimensione produttiva (benessere animale, efficienza alimentare).
Il progetto è stato condotto in partneriato da diversi soggetti. A far da capofila l’azienda Petra (operante nella zootecnia e trasformazione del latte di capra), affiancata da altre aziende agro-zootecniche (Scinardo Angela, Scinardo Antonio, Scinardo Giacomo) e la società Mangimi Di Pasquale, con il supporto scientifico del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università degli Studi di Messina.
Le prospettive future
Durante la conferenza sono stati presentati i risultati dettagliati delle sperimentazioni, le potenzialità sviluppate, le criticità affrontate e le raccomandazioni per la replicabilità del modello.
I risultati raccolti durante la durata del progetto lasciano intravedere opportunità concrete per il comparto caprino siciliano. Grazie all’uso di dati satellitari e all’analisi puntuale della produttività dei pascoli, gli allevatori potranno adeguare le superfici pascolive al carico zootecnico, ridurre sprechi e degrado del suolo, migliorare il benessere animale e, di conseguenza, ottenere prodotti caseari di più alta qualità con maggiore efficienza. A tal proposito, nell’ambito dell’evento sono stati offerti in degustazioni numerosi formaggi caprini (sia a fermentazione lattica che presamica) frutto della raffinata e innovativa tecnica di Nino Spera, casaro dell’azienda Petra.

Interessanti anche gli aspetti emersi nello studio delle tecniche di caseificazione. La componente microbica con particolare riferimento ao batteri lattici funzionali apre ulteriori scenari: miglioramenti nel profilo microbiologico del latte e nei processi di trasformazione potrebbero tradursi in formaggi con caratteristiche tecnologiche, igieniche e salutistiche superiori.
Un punto cruciale, sottolineato durante la azioni di divulgazione del progetto, è la replicabilità del modello anche in zone rurali con caratteristiche diverse. In ogni caso è però necessario che insieme al modello la formazione specifica agli operatori e che gli stessi vengano dotati di supporto tecnico e accesso alle tecnologie digitali come sensoristica e software di elaborazione.
In ambito territoriale, il progetto contribuisce anche a rafforzare la valorizzazione del paesaggio pastorale delle Madonie, opponendosi all’abbandono dei terreni e al degrado dei pascoli, elementi fondamentali per la resilienza ecologica.
La sfida ora è far sì che le buone pratiche messe a punto nell’ambito del progetto iSafe-Graze diventino patrimonio diffuso, supportato da politiche pubbliche adeguate e da una rete di operatori che credano nell’integrazione tra tecnologia, sostenibilità e tradizione.