Honey Cost, per il Crea meglio diffidare del miele a basso prezzo

Honey Cost, per il Crea meglio diffidare del miele a basso prezzo

Diffidate del miele a basso costo. In Italia produrre miele è costoso e lo diventerà sempre di più visto che anno dopo anno le produzioni si riducono a causa dei cambiamenti climatici e della sofferenza delle api all’inquinamento dei loro pascoli e dell’ambiente in generale.

Quanto costa produrre miele in Italia lo ha reso noto di recente il Crea, che con il suo centro di Politiche e Bioeconomia, in collaborazione con l’Osservatorio Nazionale Miele, ha realizzato l’indagine statistica Honey Cost, un’iniziativa unica e senza precedenti per il settore dell’apicoltura, in cui sono stati determinati i costi di produzione del miele, identificati per la prima volta attraverso una metodologia scientifica, rigorosa e precisa.  

L’indagine Honey Cost

Nata con l’intento di definire in maniera attendibile e sistematica i costi di produzione del miele – e di raccogliere anche altre informazioni di carattere tecnico-gestionale, produttivo e ambientale – l’indagine “Honey Cost” consente di misurare la sostenibilità tecnica ed economica delle aziende oggetto di osservazione e l’efficienza gestionale.

Conoscere quanto costa produrre un kg di miele, infatti, consente di sviluppare una strategia aziendale mirata e di prendere decisioni gestionali più efficaci. Questa rilevazione è la prima di ulteriori analisi che, nelle annualità successive, costituiranno serie storiche utili ad analizzare, anche nel lungo periodo, gli andamenti dei fattori, non solo economici, presi in considerazione. L’indagine, infatti, proseguirà con un’azione specifica nell’ambito della Rete Rurale Nazionale.

Il campione

L’indagine è stata condotta su un campione composto da 434 aziende rappresentative del contesto produttivo nazionale e regionale, la cui produzione standard è superiore a 8 mila euro, con una dimensione minima di 120 alveari per un totale di 6.100 apicoltori rappresentati.

I dati (2021 e 2022) sono stati rilevati a partire da 392 questionari. Il 70% delle aziende praticano il nomadismo e oltre il 30% è di tipo biologico; il 45% delle aziende rilevate sono grandi (con una consistenza media di oltre 240 alveari), corrispondente ad oltre 50 mila euro di produzione standard. Circa 1/3 si caratterizza, invece, dall’essere di dimensione piccola (meno di 25 mila euro di produzione standard e una consistenza media di 65 alveari).

I principali risultati

Il prezzo del miele propone una forbice da 8,9 euro a 9,7 euro mentre le rese di miele per alveare si differenziano in base alla modalità di allevamento: per il nomadismo la resa media è di circa 22 kg di miele per alveare, per gli stanziali si attesta intorno ai 12 kg.

Se guardiamo all’Unione europea, mancano statistiche che danno un prezzo medio del miele ma una serie di stime pubblicate evidenziano prezzi piuttosto differenti: dai circa 3-4 euro nei paesi dell’Est Europa (Polonia, Ungheria, Romania), ai 15-20 euro di Austria, Germania e Irlanda; in Spagna (maggior produttore Ue), il prezzo stimato si attesta sui 7 euro.

Tornando al contesto nazionale, secondo i ricercatori Crea, da una prima analisi si deducono buone performance economiche: la produttività unitaria degli alveari (resa in miele), rispetto al prezzo riconosciuto agli apicoltori, si posiziona sopra la soglia minima delle rese unitarie, consentendo di coprire i costi di produzione – ad eccezione delle aziende del gruppo “piccole – stanziali”.

I costi di produzione nello studio del Crea sono distinti in tre livelli, ciascuno con componenti di costo che si aggiungono passando da un livello all’altro. Il primo livello – rappresentato da spese variabili, quelle correnti e quelle sostenute per il confezionamento e la commercializzazione del prodotto – è pari mediamente a 4,1 euro per kg di miele prodotto; il secondo livello – è dato dai costi fissi, ovvero quelli del lavoro retribuito, degli affitti, delle manutenzioni ordinarie e degli ammortamenti – che ammontano mediamente a 3,2 euro per kg di miele; infine c’è il terzo livello – con la stima del costo opportunità del lavoro familiare non retribuito – che raggiunge i 13 euro per kg di miele. Ma di questo gli apicoltori, in genere, difficilmente tengono conto.

Più facile definire strategie e pianificare investimenti

«Comprendere quanto costa all’apicoltore produrre un vasetto di miele – spiega Milena Verrascina, tecnologa del Crea Politiche e Bioeconomia e una degli autori dell’indagine Honey Cost – è un importante elemento per determinare le strategie e pianificare gli investimenti aziendali. Per quanto il settore sia soggetto infatti a variabilità dipendenti da clima, ambiente esterno e eventi non facilmente prevedibili, avere chiaro il costo può aiutare l’apicoltore a pianificare attività, avviare azioni di rafforzamento, intervenire su minacce e problematiche, valutare piani assicurativi adeguati. La determinazione del costo di produzione è un parametro di valutazione anche per il consumatore, che spesso viene attirato dal prezzo basso per la sua scelta di acquisto. Un miele di qualità – conclude –, prodotto dagli apicoltori italiani che possono contare su una grande varietà di ambienti, di essenze e specie botaniche, di biodiversità, non può costare poco. Se il prezzo allo scaffale è particolarmente basso, bisogna diffidare»

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