Pressing dei sindacati su Musumeci per la riforma forestale

Pressing dei sindacati su Musumeci per la riforma forestale

Pressing dei sindacati sulla giunta di governo per la riforma forestale. I segretari generali di Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Sicilia Pierluigi Manca, Tonino Russo e Nino Marino “denunciano l’inerzia di un governo che fugge dalle proprie responsabilità” e si dicono “pronti a nuove iniziative di protesta a fianco delle oltre duecento amministrazioni comunali che nel 2019 avevano aderito alla nostra iniziativa SvegliaRegione”.

Nella nota congiunta i tre segretari chiedono al presidente Musumeci di tirare “fuori dal cassetto il progetto di riforma forestale. È stato sostituito l’assessore all’Agricoltura, che diceva di avere presentato al capo del governo regionale la proposta legislativa, ma la sostanza non cambia. Tutto a rischio del territorio, dei cittadini. E i lavoratori forestali, intanto, lamentano ancora una volta ritardi di mesi nel pagamento dei salari”. Immediata, almeno sul fronte economico, la reazione dell’assessore regionale all’Agricoltura e allo Sviluppo Rurale, Toni Scilla: «Approvato il bilancio provvisorio, sono stati avviati dal Dipartimento Sviluppo Rurale i pagamenti per i lavoratori forestali relativi all’ultima variazione di bilancio di dicembre. I lavoratori percepiranno gli emolumenti già a partire dai prossimi giorni. Seguiranno i pagamenti relativi ai progetti che sono necessariamente soggetti alle procedure di riaccertamento». 

Ma il problema sollevato da Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil Sicilia va ben oltre gli arretrati economici. Manca, Russo e Marino, che lo scorso 25 gennaio hanno riunito gli esecutivi dei loro rispettivi sindacati, sottolineano «i paradossi della politica regionale alla vigilia del fondamentale appuntamento con il Recovery Plan in cui l’ambiente come risorsa è valore primario e missione prioritaria». Gli esponenti sindacali spiegano: «È schizofrenico aprire con noi un confronto sulla riforma forestale e su quella della bonifica e, poi, lasciare tutto nella palude del Palazzo. Il piano nazionale per l’utilizzo delle risorse europee si propone espressamente di potenziare la capacità progettuale dei consorzi di bonifica e migliorare le capacità di tutela dei boschi per combattere il dissesto. La Regione, però, continua a indicare date farlocche e rinviare la riforma forestale assieme al rilancio dei Consorzi di bonifica. Altra stranezza sta nelle scelte contraddittorie del presidente Musumeci che da un lato ha presentato un Recovery Plan con somme ingenti, sulla carta, per infrastrutture idriche e rimboschimento, dall’altro ha trovato un accordo con lo Stato per il ripianamento decennale del debito e inserito tagli anche su questi settori».

Per finire l’affondo dei segretari di Fai, Flai e Uila Sicilia: «Per impreparazione, o peggio, la Sicilia rischia di perdere la grande occasione di mettere in sicurezza il territorio, valorizzare le professionalità di migliaia di lavoratori e creare nuova occupazione. È inaccettabile che la classe politica, non soltanto il governo, sia tanto disattenta verso un problema così importante per tutti i siciliani, esposti alle minacce del dissesto idrogeologico. La riforma è indispensabile per il futuro dell’Isola, ma qualcuno fa finta di non vedere e non capire».

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