Le Rosse di Sicilia Igp sbarcano in 450 punti vendita di McDonald’s

A partire da oggi, 20 febbraio, le arance rosse di Sicilia Igp entrano ufficialmente all’interno della catena McDonald’s. Si tratta di una vetrina importante che assicurerà l’esposizione, la vendita e la somministrazione di spremute nei 450 punti vendita in Italia, affollati ogni giorno da milioni di visitatori e di consumatori di tutto il mondo.
L’accordo con McDonald’s può andare oltre le arance
«È un risultato importante, una giornata storica per l’agrumicoltura siciliana di qualità», ha dichiarato raggiante l’assessore regionale per l’agricoltura, Edy Bandiera che ha aggiunto: «Stiamo già interloquendo con la McDonald’s Italia e siamo già a lavoro per assicurare anche ad altre eccellenze del made in Sicily la medesima opportunità».
Questo importante risultato arriva dopo un lavoro durato due anni costellati di incontri con i vertici di McDonald’s che si sono poi tradotti in accordi operativi grazie alla visione e all’affidabilità di Oranfrizer e la serietà del Consorzio di Tutela Arancia Rossa di Sicilia Igp.
«La conquista da parte della “Rossa di Sicilia” di questo nuovo ed interessante spazio di visibilità e di mercato – ha dichiarato Bandiera – assicurerà ancor di più la valorizzazione di un vero e proprio tesoro agroalimentare, prodotto unico al mondo, vera eccellenza del made in Sicily, con un gusto ottimo ed equilibrato e con proprietà benefiche ed antiossidanti che sono sempre più ricercate dai consumatori».
Il malaffare nella filiera agrumicola
Ma mentre da una parte si lavora per valorizzare gli agrumi siciliani, dall’altra c’è ancora tanto sommerso e tanto malaffare da scovare. Emblematico è il recente sequestro delle oltre 30 tonnellate di agrumi non tracciati in vendita presso alcuni ambulanti del territorio etneo e perfino a Catania all’interno del Maas (Mercati Agro Alimentari all’Ingrosso Sicilia). Il fatto di cronaca dimostra quanto si debba ancora lavorare per dare valore alle produzioni locali anzitutto con il rispetto delle norme sulla tracciabilità.
Plaude all’operato delle forze dell’ordine e della prefettura di Catania che ha portato al maxi sequestro di agrumi non tracciati il presidente del Distretto Agrumi di Sicilia, Federica Argentati che, senza mascherare la sorpresa, ha chiesto: «Come è possibile che all’interno dei mercati agroalimentari Maas si possano riscontrino partite di prodotto di cui non sia certificata la filiera produttiva?».

«Quanto accaduto – prosegue la presidente del Distretto – evidenzia la necessità di maggiore rigore nei controlli in entrata e in uscita delle merci, l’assoluta urgenza di garantire la tracciabilità anche con strumenti tecnologici di nuova generazione e una migliore organizzazione di tutta la filiera agrumicola. In primo luogo a tutela delle produzioni di qualità Dop, Igp e biologiche, dei produttori e dei commercianti onesti che ogni giorno faticano per portare avanti il loro lavoro nel rispetto delle regole e dei consumatori finali, i quali hanno diritto a comprare e consumare agrumi di cui sia certa la provenienza e i metodi di coltivazione e trattamento».
Le arance non tracciate frutto di furti
L’operazione interforze segna una finora mai vista attenzione delle istituzioni verso l’annoso problema, sollevato da tantissimi produttori: l’odioso fenomeno dei furti in campagna. Un fenomeno ancora fin troppo sottovalutato che penalizza fortemente tutta l’agricoltura e che di recente è stata la causa scatenante di un grave e luttuoso fatto di cronaca.