Psr Sicilia, bando 4.1 da 40 milioni. E per i giovani 100 milioni da Ismea

Psr Sicilia, bando 4.1 da 40 milioni. E per i giovani 100 milioni da Ismea

Nuovi bandi in arrivo per l’agricoltura. Il primo è destinato ai giovani aspiranti agricoltori, under 41, che si insediano per la prima volta in agricoltura: oltre all’azzeramento per due anni dei contributi previdenziali previsto nella manovra di bilancio nazionale, ci sarà la possibilità di acquistare un’azienda agricola beneficiando di mutui a tasso agevolato. Si tratta della riproposizione da parte di Ismea del bando che nel 2019 aveva una dotazione finanziaria di 70 milioni di euro suddivisi in 2 lotti: 35 milioni per le iniziative localizzate nelle Regioni del Centro-Nord e gli altri 35 milioni per le iniziative nel Sud e nelle Isole. Ebbene, per l’edizione 2020 si prevede un budget decisamente più alto: 100 milioni di euro in totale che, benché dal ministero non sia ancora trapelato nulla, è ipotizzabile presumere abbia una ripartizione analoga. Le agevolazioni saranno legate alla presentazione di un piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola.

bando Ismea
Il ministro per le Politiche agricole, Teresa bellanova

Proprio qualche giorno fa lo stesso ministro per le Politiche agricole, Teresa Bellanova, durante un incontro con i produttori della bassa Padana, aveva annunciato l’imminente pubblicazione dell’avviso: «Fra un paio di settimane pubblicheremo con Ismea il nuovo bando per dare la terra agli imprenditori under 41. Saranno 100 milioni di euro: parte per il primo insediamento, parte per finanziare gli investimenti».  

A quello nazionale si aggiungerà presto un altro bando a valenza regionale per gli investimenti aziendali. Entro fine gennaio – almeno così anticipa a Sicilia Verde Magazine Dario Cartabellotta, dirigente generale dell’assessorato regionale all’Agricoltura – è prevista la pubblicazione di un avviso riferito alla misura 4.1 del Psr. Dotazione 40 milioni e tetto massimo di 300 mila euro. Un provvedimento pensato, insomma, per le piccole aziende che sono state di fatto escluse dal bando da 100 milioni pubblicato a dicembre 2016. Bando così complesso e zeppo di incongruenze che ha visto impegnati più avvocati che agricoltori e agronomi. Non è, infatti, un caso che proprio per questa misura la spesa è rimasta praticamente al palo: dei 100 milioni messi a bando, ne sono stati erogati solo 12.

Nel nuovo bando – assicurano all’assessorato agricoltura – non ci saranno più riferimenti alla cantierabilità preventiva che si sono tradotti in oneri economici per le imprese (i giudici del Tar hanno sancito che “l’obbligo della cantierabilità deve essere allineato con la certezza della finanziabilità”). Esclusi anche quei criteri di selezione discrezionali tanto criticati e contestati da progettisti e imprese. Colpo di penna, tra i meccanismi di selezione, sul criterio che premiava con punteggi aggiuntivi le iniziative imprenditoriali finalizzate al completamento di una filiera (il precedente bando ne prendeva al massimo 14). Criterio che ora nel nuovo bando dovrebbe essere eliminato e che nel precedente ha finito col premiare alcuni comparti produttivi a scapito di altri.

In più i tecnici dell’assessorato stanno cercando di semplificare più che si può l’iter delle procedure, “nel solco – spiegano in assessorato – della cultura sostanzialistica del diritto europeo ispirato ai principi della massimizzazione della concorrenza e alla prevalenza della sostanza sulla forma”. Senza dimenticare, soprattutto, le raccomandazioni fatte dalla giustizia amministrativa (a cui numerosi imprenditori si sono dovuti rivolgere) circa il rispetto dei “principi generali dell’ordinamento giuridico di ragionevolezza e proporzionalità”.

Gli imprenditori agricoli che hanno voglia di investire sull’innovazione e sull’agricoltura di precisione, poi, potranno sfruttare l’opportunità offerta dall’estensione al primario degli sgravi fiscali già attivi per Industria 4.0. Iper e superammortamenti, dunque, non saranno a disposizione degli industriali ma anche delle più diffuse e meno tutelate “fabbriche sotto il cielo”.

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