Laghetti aziendali, dalla Regione nuovi fondi: 4,6 milioni dal Poc

Laghetti aziendali, dalla Regione nuovi fondi: 4,6 milioni dal Poc

PALERMO – Discussioni infinite e polemiche roventi. Il finanziamento dei laghetti aziendali – insieme ad altri interventi – all’Ars, com’è noto, è stato al centro di un fuoco incrociato di opposizioni e franchi tiratori che hanno avuto mano libera grazie al voto segreto.

Ma siccome il tema è sempre più sentito dagli agricoltori, visto che piove sempre meno e c’è sempre meno acqua nei grandi invasi artificiali, la Regione Siciliana è corsa ai ripari. E grazie ai fondi del Piano operativo complementare (Poc) 2014-2020 valido fino a dicembre 2026, ha emesso nei giorni scorsi un avviso da 4,6 milioni di euro, pubblicato dall’Assessorato regionale all’Agricoltura, somma stanziata per la realizzazione di laghetti e invasi aziendali, strumenti fondamentali per fronteggiare la siccità che continua a mettere in ginocchio aziende e allevamenti.

L’intervento mira a sostenere la costruzione di vasche, serbatoi e bacini di raccolta aziendali o interaziendali destinati all’accumulo di acqua a uso irriguo o zootecnico. L’obiettivo è quello di rafforzare l’autonomia idrica delle imprese agricole, riducendo la dipendenza dalle reti pubbliche di distribuzione e assicurando una maggiore resilienza alle ondate di caldo e ai lunghi periodi di assenza di pioggia.

«Il governo Schifani – ha dichiarato l’assessore all’Agricoltura Luca Sammartino – mette in campo risorse certe per il comparto agricolo. I laghetti aziendali garantiranno autonomia idrica ai produttori e continuità alle attività delle imprese».

Il contributo massimo previsto per ciascun intervento è di 30 mila euro, a fronte di un cofinanziamento obbligatorio da parte dell’impresa per almeno il 50% del costo complessivo. Possono presentare domanda le piccole e medie imprese agricole attive nella produzione primaria. Le richieste di sostegno dovranno essere inviate esclusivamente in modalità telematica, all’indirizzo Pec del Dipartimento regionale Agricoltura, entro 45 giorni dalla pubblicazione dell’avviso sulla Gazzetta ufficiale della Regione Siciliana.

Un percorso politico accidentato

Il tema degli invasi è stato tra i più dibattuti del 2025. Ad agosto, in sede di approvazione della “manovra ter”, l’Assemblea Regionale Siciliana con il voto segreto ha bocciato un emendamento proposto dal governo per finanziare nuovi laghetti collinari. Una decisione che ha scatenato la dura reazione delle organizzazioni agricole. Coldiretti Siciliaha parlato di “vergogna e ostruzionismo irresponsabile”, mentre Confagricoltura ha denunciato “l’ennesima occasione persa per combattere la siccità”.

Le polemiche sono proseguite a settembre, durante la discussione della “manovra quater”, quando è stato cancellato l’articolo 14, che avrebbe introdotto una misura di sostegno – gestita per la prima volta da Irfis – attraverso un plafond di 10 milioni di euro del Fondo Sicilia. L’obiettivo era finanziare interventi strutturali a favore dei Consorzi di Bonifica e delle imprese agricole, in modo da rendere più efficiente l’intero sistema di gestione delle acque.

Un segnale concreto, ma servono strategie di lungo periodo

In sostituzione di quelle misure, l’Ars ha approvato solo l’esonero parziale dei canoni irrigui, con una dotazione di 10 milioni di euro, mentre il nuovo bando da 4,6 milioni rappresenta ora una risposta concreta, seppur limitata, all’emergenza idrica.

Gli agricoltori siciliani chiedono da tempo una strategia complessiva sulla gestione delle risorse idriche: non solo nuovi invasi aziendali, ma anche manutenzione delle opere pubbliche esistenti e semplificazione delle procedure autorizzative. In molte aree dell’isola, infatti, i grandi invasi restano sotto-utilizzati o sono fuori uso, mentre la rete di distribuzione perde percentuali elevate di acqua.

Il bando appena pubblicato segna dunque un passo avanti, ma anche una sfida operativa per le imprese che decideranno di investire. La realizzazione di laghetti aziendali, se accompagnata da una pianificazione territoriale coerente, può rappresentare un punto di svolta per la sostenibilità agricola della Sicilia, capace di unire tradizione, innovazione e tutela del territorio.

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