Latte e formaggi a marchio QS, il debutto della filiera ragusana

Latte e formaggi a marchio QS, il debutto della filiera ragusana

Il debutto sugli scaffali della Gdo è previsto per la prossima settimana. Da lunedì 23 giugno in Sicilia, e più in là anche in qualche punto vendita anche della Calabria, sarà possibile acquistare latte e formaggi vaccini garantiti dal marchio QS (Qualità Sicilia). Un “sigillo” che racconta la Sicilia migliore, quella che dell’attenzione per il benessere animale, della trasparenza nei processi produttivi e verso i consumatori e della sostenibilità economica e ambientale, ha fatto la sua bandiera.

QS – Qualità Sicura, il marchio garantito dalla Regione

Il latte e i prodotti caseari commercializzati sotto il marchio “Ragusa Latte” in etichetta porteranno anche il marchio “QS – Qualità Sicura”, il marchio garantito dalla Regione Siciliana e da quest’ultima voluto per dotare il settore agroalimentare di uno strumento concreto per valorizzare le eccellenze del territorio, tutelare i consumatori e promuovere le buone pratiche.  

Il marchio si può ottenere solo dopo avere dimostrato di avere adempiuto alle regole di un rigoroso disciplinare di produzione che prevede la tracciabilità di ogni passaggio dalla stalla al banco frigo del supermercato, e il rispetto del benessere animale. Cose che sembrano banali, ma che, invece, si traducono in adeguamento di impianti e condivisioni di buone prassi, di modalità produttive e di tracciamento di ciascuna operazione sia in stalla che in caseificio.

Un progetto integrato di filiera per centrare l’obiettivo

Per centrare l’obiettivo della certificazione ci sono voluti tre anni di lavoro e investimenti per oltre 5,6 milioni di euro (per poco meno di 3 milioni coperti da finanziamento del Psr) destinati al miglioramento delle stalle, degli impianti di lavorazione e confezionamento del latte e dei suoi derivati. Un meticoloso lavoro di adeguamento agli standard richiesti dal disciplinare che ha visto impegnate dodici aziende zootecniche e quattro caseifici con capofila la cooperativa “Progetto Natura” che si sono riunite in Ats per attuare un progetto integrato di filiera (Pif) finanziato con il Psr Sicilia 2014-2022. Progetto che, almeno nella prima fase di attuazione, porterà a immettere al consumo con il marchio “Ragusa Latte” 15 milioni di litri di latte per anno o il corrispondente quantitativo di derivati caseari.

Il finanziamento è stato erogato all’Ats sulla base di un accordo di filiera della durata decennale. Ragione per cui, una volta portati a termine e rendicontati (entro il 30 giugno) tutti gli interventi finanziati (compresa la comunicazione), l’associazione temporanea di scopo resterà operativa per proseguire l’attività di filiera intrapresa con il progetto.

Standard elevati e buone prassi

Ma vediamo più nel dettaglio cosa significa produrre per la filiera QS lattiero-casearia. Per entrare nella rete QS, una stalla deve rispettare precisi criteri di benessere animale, adottare una gestione igienico-sanitaria rigorosa, garantire la tracciabilità di ogni litro di latte munto che successivamente verrà trasformato o semplicemente confezionato. Ma prima ancora del latte la tracciabilità deve interessare gli alimenti somministrati ai capi bovini. Una delle regole stringenti riguarda la composizione della razione alimentare delle bovine composta per almeno il 50% da foraggi che a loro volta per almeno la metà devono essere ottenuti da pascoli e/o fieni prodotti nel medesimo territorio dell’allevamento. Una scelta che favorisce l’economia locale, riduce l’impatto ambientale e dà vita a un prodotto profondamente legato alla terra d’origine.

Il latte ottenuto da non oltre quattro mungiture deve essere consegnato al centro di trasformazione entro dodici ore dall’ultima mungitura. Per il latte non è ammesso nessun trattamento termico, chimico e fisico. Costante la verifica del contenuto massimo di cellule somatiche (limite massimo 250.000 n/ml contro i 400.000 imposti dalla normativa statale) e della carica batterica a 30° C (limite max 30.000 ufc/ml contro i 100.000 imposti dalla normativa di riferimento).

Controlli a gò-gò per garantire la qualità

Nelle stalle come nei caseifici aderenti alla filiera tutto è documentato e sottoposto a controlli: dalla temperatura di trasporto alla sanificazione delle attrezzature, fino al confezionamento finale. 

Il risultato è latte fresco e genuino e prodotti lattiero-caseari, come formaggi e ricotta, che arrivano sulle tavole dei consumatori con una “carta d’identità” completa: un latte vaccino 100% siciliano, con un maggiore contenuto di Omega 3 (il disciplinare prevede che il rapporto Omega 6/Omega 3 sia inferiore a 4), più sicuro, più nutriente.

Il valore del marchio “QS” però non si limita alla qualità del prodotto. Significa anche trasparenza per il consumatore, giusto riconoscimento economico per le aziende agricole, cooperazione tra gli attori della filiera e un sistema virtuoso che promuove occupazione, innovazione, sostenibilità.

A controllare tutto questo, ci sono enti certificatori accreditati, che effettuano verifiche regolari su tutte le fasi del processo.

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