Covid-19, dalla distillazione arriverà alcol sanitario per gli ospedali siciliani

Covid-19, dalla distillazione arriverà alcol sanitario per gli ospedali siciliani

Il vino prodotto nei vigneti sperimentali del vivaio Federico Paulsen della Regione Siciliana verrà distillato allo scopo di ottenere alcol per uso sanitario per l’emergenza Covid-19. Lo prevede un provvedimento messo a punto dagli assessorati dell’Agricoltura e della Salute.

La distillazione di 475 ettolitri di vino sarà realizzata, gratuitamente, dalla distilleria Bertolino di Partinico, soggetto leader in Europa per la produzione di alcol ad uso industriale. Verranno prodotti circa 50 ettolitri di alcol puro, destinato agli ospedali e ai fornitori di servizi sanitari. 

«La situazione odierna causata da Covid-19 – afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Edy Bandieraha creato un irrigidimento dei mercati a causa del contingentamento operato dai singoli Stati sul prodotto, ritenuto strategico ai fini della sicurezza sanitari. Ciò ha causato una scarsissima disponibilità anche presso le strutture sanitarie pubbliche, che stanno accusando problemi nell’approvvigionamento. Per questo motivo abbiamo promosso la “distillazione di solidarietà”, ovvero l’utilizzo delle giacenze di vino per avviarle alla distillazione di alcol per uso sanitario, che sarà destinato agli ospedali».

La distillazione di solidarietà operata sul vino che la Regione produce in proprio dai vigneti sperimentali del vivaio Federico Paulsen, potrebbe aprire la strada a un provvedimento richiesto a gran voce dal mondo della viticoltura. La riduzione dei consumi legati all’emergenza Covid-19, insieme ad altri fattori strutturali, infatti, ha in pratica ridotto gli spazi di mercato. Nelle cantine le giacenze sono a livello di guardia e ora preoccupano i produttori in vista della prossima vendemmia.

Proprio per questo i viticoltori accarezzano da qualche tempo l’idea di una distillazione di crisi o di emergenza che possa svuotare i silos e dare un ristoro economico ai produttori. Del resto, la misura, magari non a chiare lettere, faceva già parte delle proposte che le Regioni viticole avevano inserito tra quelle da sottoporre al Ministero dell’agricoltura, affinché se ne facesse carico nei confronti della Commissione Ue.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *