Viticoltura, da biodiversità le identità enologiche per i vini del futuro
Nero d’Avola, Perricone, Vitrarolo, Nocera, Lucignola, Catarratto e Grillo sono stati protagonisti di un seminario che si è svolto lo scorso 5 marzo nei locali del vivaio regionale Federico Paulsen a Palermo e che è stato dedicato ai primissimi risultati del Progetto Bi.Vi.Si. (acronimo che sta per Biodiversità Viticola Siciliana), una linea regionale di ricerca e trasferimento di innovazioni promossa da un Gruppo Operativo con capofila il Consorzio di Tutela della Doc Sicilia, di cui fanno parte cinque aziende vitivinicole (Planeta, Donnafugata, Feudo Disisa, Santa Tresa, Tasca d’Almerita) e che si basa sulla partnership scientifica delle Università di Palermo e Milano.
Il progetto che ha preso il via nel 2022 con i fondi della Misura 16.1 del Psr Sicilia 2014-2022, punta alla valorizzazione di alcuni vitigni autoctoni e reliquia, ed è focalizzato su sfide più che mai attuali, come quella del cambiamento climatico e della sostenibilità. Sfide che possono essere vinte grazie alla straordinaria ricchezza in biodiversità dell’isola più grande del Mediterraneo che così guarda al futuro impegnandosi a valorizzare il proprio patrimonio varietale, dai vitigni più diffusi sino a quelli meno conosciuti, i cosiddetti vitigni reliquia, che, interpretati in modo moderno e con l’uso delle nuove tecnologie, possono costituire un vantaggio di unicità e sviluppo.
Per il primo wine tasting del Progetto Bi.Vi.Si., momento centrale della seconda giornata di campagna programmata dal Gruppo Operativo al Vivaio Regionale Federico Paulsen lo scorso 5 marzo, sono stati proposti in assaggio ben quattordici vini, sette bianchi e sette rossi. Si è trattato della 14 prove di vinificazione di alcuni cloni di varietà impiantate in quattro diversi contesti viticoli (Contessa Entellina, Sclafani Bagni, Vittoria e Milazzo) per cogliere le differenze fenologiche dei medesimi vitigni in contesti pedoclimatici diversi. Folta la platea di produttori, docenti, agronomi, enologi, giornalisti e degli studenti del Dipartimento Saaf dell’Università di Palermo, coinvolti nella ricerca che ha affollato lo spazio “incontri” del Vivaio Regionale F. Paulsen.
Fedeltà espressiva varietale, capacità evolutiva dei vini nel tempo, armonia ed equilibrio gusto-olfattivo, piacevolezza e intensità dei profumi, persistenza al palato, morbidezza dei tannini sono solo alcuni degli elementi che hanno caratterizzato il wine tasting e il confronto con i relatori chiamati a condurre questa prima degustazione di progetto. «I quattordici vini in degustazione – ha spiegato Onofrio Corona, docente del Dipartimento Saaf dell’Università di Palermo – sono, è vero, prove di laboratorio ma hanno un grande futuro, perché si tratta di vitigni che hanno già una storia. Stiamo studiando i loro cloni per capire se ci sono sfaccettature diverse da potere sfruttare in un mercato sempre più desideroso di nuovi appigli al territorio».
La ricerca è un lavoro continuo e il progetto Bi.Vi.Si., in tal senso, si impegna a far luce nel costruire mezzi d’indagine più prestanti, intervenendo su vari fronti: vivaismo e portainnesti, gestione agronomica dei biotipi selezionati e processi di vinificazione. La 2a Giornata di Campagna è stata dunque un momento di profonda condivisione su un settore strategico in continuo divenire, nonché preziosa occasione per visitare il Vivaio regionale, un centro d’eccellenza per l’agricoltura siciliana, intitolato a Federico Paulsen, lo studioso danese che per oltre cinquant’anni lo guidò, consegnandolo alla storia della viticoltura europea e mondiale.
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