Unità di crisi per l’agricoltura: c’è chi va e chi, invece, diserta

Unità di crisi per l’agricoltura: c’è chi va e chi, invece, diserta

Uniti salviamo l’agricoltura siciliana. È l’appello e allo stesso tempo la volontà di Cia, Confagricoltura, Copagri e Legacoop che ieri pomeriggio hanno “convintamente” partecipato alla prima riunione dell’unità di crisi, invitate, insieme ad alcuni rappresentanti della protesta dei trattori dall’assessore Luca Sammartino. 

In un momento delicato per l’agricoltura siciliana in cui le tensioni geopolitiche mondiali, il continuo aumento dei costi di produzione, le emergenze climatiche e fitosanitarie stanno creando grande instabilità e stanno determinando una grave crisi per il settore – si legge una nota stampa congiunta – “vogliamo dare nostro contributo a favore delle filiere agricole e cooperative”. Per le quattro firmatarie della nota, “la centralità dell’attività agricola e la difesa del reddito delle imprese agricole e cooperative, tra cui l’introduzione del prezzo minimo garantito, norme contro le pratiche di concorrenza sleale, il problema della fauna selvatica e le problematiche sanitarie degli allevamenti, snellimento delle procedure burocratiche, moratoria dei mutui e delle cambiali agrarie, revisione Pac, insieme all’emergenza agricola e zootecnica legata alla perdurante siccità, devono essere il filo conduttore dell’azione di governo regionale”.

Per finire la stoccata a Coldiretti Sicilia: “Non condividiamo chi si sottrae al confronto e non dà alcun contributo alla soluzione dei problemi dell’agricoltura isolana”.

Ma perché la bonomiana non ha partecipato alla riunione dell’Unità di crisi? Prima dell’appuntamento lo ha spiegato con una lettera aperta indirizzata al presidente della Regione Schifani, che è l’artefice dell’Unità di crisi, contestando la reale utilità del tavolo: “È un tavolo tecnico e non politico”. “In questo tavolo – prosegue Coldiretti Sicilia – non si possono assumere le decisione per stanziare i fondi e affrontare così una delle emergenze più complesse mai vissute nell’Isola”.

“Si richiedeva – prosegue la nota – di dare centralità alle problematiche agricole con una precisa assunzione di responsabilità da parte del Governo. Siamo rimasti dunque sorpresi – sottolinea l’organizzazione – quando abbiamo constatato che al posto del tavolo politico è stato convocato un tavolo tecnico presieduto dall’assessore all’agricoltura. Quello che avevamo chiesto era, invece, un tavolo politico coordinato dallo stesso presidente della giunta, con il pieno coinvolgimento di tutti gli assessorati direttamente e indirettamente interessati all’agricoltura”. “Si rischia – conclude Coldiretti Sicilia – di ripercorre strade già calcate, procedimenti già visti e non vorremmo che lo stesso allungamento dei tempi, con l’approssimarsi delle elezioni europee, risponda  a esigenze più mediatiche ed elettorali che alla volontà di risolvere in maniera pianificata e costruttiva le problematiche denunciate”.

Insoddisfatto anche Franco Calderone, uno dei promotori della protesta che in un post di Facebook afferma: “Pur prendendo atto della manifestazione di buona volontà dell’assessore Luca Sammartino, è evidente che il tavolo di confronto strutturato così per marginalizzare il popolo della protesta, è predestinato al fallimento”.

E ricorda come il tenore della protesta abbia evidenziato lo scollamento tra gli operatori del comparto ed i rappresentanti dell’associazionismo confederato. Pertanto “qualsivoglia deliberazione in merito non assumerebbe nessun valore vincolante” per gli agricoltori che sono scesi per le strade e per le piazze con i trattori. “Questa protesta – scrive Calderone sul proprio profilo Fb – è figlia del disinteresse delle istituzioni (comunitarie, nazionali e di riflesso regionale) che sino ad oggi non hanno tutelato adeguatamente la fascia sociale degli agricoltori, degli allevatori, dei pescatori e, di riflesso, noi tutti consumatori finali”.

Ma sotto sotto c’è un altro problema e riguarda la legittimazione della nuova rappresentanza. Calderone nel suo post non lo manda a dire. “Siccome – afferma – le problematiche sono molteplici, per iniziare un dialogo costruttivo e per affrontare al meglio quelle di ambito regionale, sarebbe necessario un riconoscimento sul piano formale”. Infine la stoccata finale. Calderone chiede, infatti, “l’avvio un confronto diretto con i delegati dei presìdi unitamente alla presenza della massima istituzione, il presidente della Regione Renato Schifani”. Evidentemente, parlare con Sammartino che, oltre ad essere assessore all’Agricoltura è anche vicepresidente della Regione, non gli basta.

2 pensieri su “Unità di crisi per l’agricoltura: c’è chi va e chi, invece, diserta

  1. Le associazioni che partecipano a questo tavolo sono le stesse che hanno fortemente criticato le decisioni degli ultimi anni prese a Bruxelles , mentre chi non partecipa ha altre priorità che non sempre coincidono con quelle degli agricoltori

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *