Casa Grazia e la nuova cantina, ovvero la Gela che non t’aspetti

Casa Grazia e la nuova cantina, ovvero la Gela che non t’aspetti

Un’attenta opera di ricostruzione in cui non è mai stato perso di vista il valore storico dell’edificio nè la volontà dei precedenti proprietari. È la nuova cantina dell’azienda vitivinicola Casa Grazia di Gela che, progettata dallo Studio Castellana Architetti, è stata realizzata all’interno di un grande edificio rurale che risale all’Ottocento. L’inaugurazione in grande stile è dello scorso 6 settembre. Piú di trecento gli invitati ai festeggiamenti organizzati con eleganza e senza badare a spese. Ad accogliere amici, parenti, stampa specializzata, distributori ed agenti, uno stuolo di mimi con e senza trampoli che hanno simulato le rose sentinella, quelle che poste all’inizio dei filari di vite segnalano immediatamente il pericolo di un infestazione di oidio.

rosellina sentinella Casa Grazia

«Le rose sono le nostre migliori alleate – racconta Mariagrazia Di Francesco Brunetti, titolare dell’azienda vitivinicola gelese – ci avvisano in anticipo se il vigneto corre il rischio di essere attaccato da una pericolosa malattia fungina e possiamo correre ai ripari, ma sempre nel rispetto delle regole imposte dall’agricoltura biologica che abbiamo deciso di adottare già da qualche anno».

La storia della cantina

Casa Grazia è un’azienda vitivinicola giovane che affonda radici in un passato importante. Attorno agli anni ’50 i terreni e il blocco originario dell’attuale cantina furono acquistati dall’allora ministro Salvatore Aldisio, politico e benefattore di spicco nel panorama gelese, il quale lasciò i suoi beni alla Chiesa, specificando il suo desiderio di dedicare i suoi edifici e terreni alla formazione dei giovani del territorio e al lavoro.

Per decenni, tra le varie attività messe in atto dai sacerdoti c’era anche la formazione di giovanissimi cuochi nella grande cucina che è stata mantenuta e che verrà utilizzata in occasione di eventi e visite presso la cantina. La famiglia Brunetti continua oggi questa vocazione facendo della cantina un luogo accogliente in cui ospiti e collaboratori possano sentirsi come a casa propria.

Restauro conservativo e attenzione ai dettagli

I dettagli della nuova cantina sono un richiamo continuo al marchio e ai colori aziendali di Casa Grazia. L’utilizzo del colore kraft per gli intonaci del blocco più recente, l’utilizzo del verde lago per le maniglie e per gli infissi in legno, fino ad arrivare ai portoni delle strutture al piano terra che sono interamente in rovere naturale affinché possanona evocare il rovere delle botti. L’utilizzo della pietra lavica, delle cementine, del cotto e il recupero di tutti i materiali di costruzione sono un tributo alla tradizione non solo del territorio gelese, ma di tutta la Sicilia. «Tutto è stato costruito e ristrutturato nel rispetto della qualità architettonica del luogo e del lascito di Salvatore Aldisio – ha spiegato l’architetto Vincenzo Castellana – ma è stato il pretesto per concatenare una serie di dettagli che, stratificandosi, rendono immediata e forte la lettura dell’identità aziendale».

«La nuova cantina è un messaggio di operosità, della voglia del fare nel nostro territorio gelese e mi auguro possa servire a sdoganare una cattiva immagine di questo territorio dove nell’immaginario collettivo prevalgono le emergenze ambientali e sociali sulle bellezze paesaggistiche e la ricchezza in reperti archeologici», dice Mariagrazia di Francesco Brunetti.

Una volta realizzata la cantina che dispone di moderni sistemi scelti dall’enologo Tonino Guzzo e che comprende un’area di vinificazione, una capiente bottaia e due linee di imbottigliamento (di cui una dedicata alle bollicine), la frenetica operosità della famiglia Brunetti peró non si ferma. Presto cominceranno i lavori per il recupero degli spazi dedicati all’accoglienza e alla ristorazione. Nei programmi di Casa Grazia c’è, infatti, la creazione di pacchetti di degustazione anche accompagnati da pranzo o cena. «Sarà bello stare bene a contatto con la natura e sicuramente ai miei ospiti vorrò far conoscere questa parte di Sicilia così semplice e così selvaggia. Il mio desiderio – dice l’imprenditrice gelese – è che questo luogo possa diventare un vero polo culturale, si parli naturalmente di vino, ma anche di arte in tutte le sue forme più poliedriche».

Il territorio e il Biviere

Le vigne di Casa Grazia fanno parte di un paesaggio incantevole all’interno della Riserva Naturale orientata del Lago Biviere, area protetta nel comune di Gela dal 1997, luogo di miti antichi e di credenze popolari.

Biviere di Gela

Qui si realizza il sogno di Maria Grazia Di Francesco, donna profondamente innamorata della propria terra, che riesce ad esprimere nel vino l’identità di un affascinante territorio. Un territorio speciale, grazie alla presenza del più grande lago (salato) costiero della Sicilia, che ricade appieno anche nella Docg del Cerasuolo di Vittoria.  

Grillo, Moscato Bianco, Frappato e Nero d’Avola sono l’anima più schietta dell’azienda. Syrah e Cabernet Sauvignon, invece, degnamente coniugati in accezione identitaria siciliana, corredano con merito il paradigma dei vitigni di Casa Grazia.

Casa Grazia Cerasuolo Brunetti

«Per noi fare vino – dice Maria Grazia Di Francesco – è tuffarsi dentro la bellezza di questo areale, stracolmo di difficoltà, ma che al momento giusto sa ripagare con grande spontaneità chi avrà occhi e pazienza per ammirarlo ed attenderlo. Io sono così, naturale ed istintiva come il mio territorio. E sono felice di essere uno degli attori della rinascita di una terra che ha ancora tanto da esprimere. Con l’inaugurazione della nostra cantina abbiamo presentato il Brunetti d’Opera Cerasuolo di Vittoria Classico 2019, un vino che reputo importante perché sarà la bandiera di Casa Grazia e dell’unica Doc della Sicilia. L’ho dedicato a mio marito Gino Brunetti, forza propulsiva della nostra azienda. È un vino che si misurerà con il tempo».

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