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Legge salva-suicidi, a Sciacca il Tribunale “taglia” il debito con le banche

legge salva-suicidi

In piena pandemia e in una situazione economica sempre più drammatica per le aziende agricole e i lavoratori delle campagne, sta trovando applicazione anche in Sicilia la legge n. 3 del 2012, la cosiddetta “Legge salva-suicidi”. È di questi giorni la notizia che la Federconsumatori di Sciacca è riuscita ad ottenere che un associato riducesse in maniera consistente la propria esposizione debitoria nei confronti di banche e finanziarie. Il “Piano del consumatore” proposto al giudice delegato del Tribunale di Sciacca ha permesso, infatti, di ridurre i debiti da 127.467 euro (con il concreto rischio del pignoramento della casa) a 86.785 euro da pagare in 101 rate mensili. Un “taglio” sul debito che tocca il 65%, visto che si arriva alla cifra complessiva solo con gli interessi legati alla rateizzazione. Un abbattimento del debito e una dilazione dei pagamenti, insomma, tale da consentire all’associato di continuare a pagare, mantenendo comunque un tenore di vita dignitoso.

La vicenda è iniziata nel 2018, ma il fatto che non fossero ancora iniziate le procedure di pignoramento immobiliare ha reso possibile la rinegoziazione del debito. La Legge “salva-suicidi” prevede la possibilità di stilare un “Piano del consumatore” nei casi in cui il cittadino o l’imprenditore si trovi impossibilitato, per cause indipendenti dalla propria volontà, a pagare i debiti. In questo caso è possibile proporre un piano di rientro alternativo alla messa all’asta dell’immobile.

Nel caso di Sciacca, nonostante diversi tentativi bonari di componimento, i creditori non avevano accettato alcuna riduzione dei debiti. La vicenda è finita così in Tribunale, dove il giudice ha dato ragione al debitore, difeso dall’avvocato Luigi Licari della Federconsumatori di Sciacca

«La legge 3 del 2012 è uno strumento ancora poco conosciuto, ma fondamentale per tutelare i consumatori da situazioni di sovra-indebitamento senza colpa» – commenta in una nota l’avvocato Licari. «Purtroppo non sempre è possibile accedervi – prosegue i legale – dato che devono essere rispettati rigorosamente alcuni requisiti, quali l’imprevedibilità del sovra-indebitamento e la convenienza dei creditori ad accettare il piano rispetto all’alternativa liquidatoria». «Occorre comunque – conclude Licari – fare conoscere quanto più possibile questa legge e le possibilità che offre, in quanto attraverso tale strumento è possibile ridare serenità a persone che incolpevolmente si ritrovano in una situazione senza apparente via d’uscita». La Federconsumatori nelle scorse settimane ha avviato altri ricorsi anche ad Agrigento, Canicattì e Licata.

Già tre anni fa, la Confagricoltura di Ragusa aveva sottoscritto un protocollo con l’Ordine provinciale dei commercialisti, nel quale si prevedeva l’assistenza dell’organizzazione a quegli imprenditori agricoli che decidessero di fare ricorso alla Legge “salva-suicidi” per superare i problemi legati all’esposizione debitoria con banche o finanziarie. E sempre tre anni fa, a metà 2018, a Vittoria è nata l’associazione “Vittime delle aste e prezzo vile”, con l’obiettivo di supportare coloro che, anche a causa della crisi, hanno dovuto assistere alla vendita all’incanto dei propri beni. «Vogliamo interloquire con il Tribunale – spiegavano i promotori alla presentazione dell’iniziativa – per capire se si può intervenire laddove si dovessero individuare storture o anomalie che favoriscano gli speculatori e privino le persone dei loro beni e delle loro case. Vorremmo anche potere organizzare un fondo di rotazione che permetta di riacquistare gli immobili messi all’asta».

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