La vicenda è iniziata nel 2018, ma il fatto che non fossero ancora iniziate le procedure di pignoramento immobiliare ha reso possibile la rinegoziazione del debito. La Legge “salva-suicidi” prevede la possibilità di stilare un “Piano del consumatore” nei casi in cui il cittadino o l’imprenditore si trovi impossibilitato, per cause indipendenti dalla propria volontà, a pagare i debiti. In questo caso è possibile proporre un piano di rientro alternativo alla messa all’asta dell’immobile.
Nel caso di Sciacca, nonostante diversi tentativi bonari di componimento, i creditori non avevano accettato alcuna riduzione dei debiti. La vicenda è finita così in Tribunale, dove il giudice ha dato ragione al debitore, difeso dall’avvocato Luigi Licari della Federconsumatori di Sciacca.
«La legge 3 del 2012 è uno strumento ancora poco conosciuto, ma fondamentale per tutelare i consumatori da situazioni di sovra-indebitamento senza colpa» – commenta in una nota l’avvocato Licari. «Purtroppo non sempre è possibile accedervi – prosegue i legale – dato che devono essere rispettati rigorosamente alcuni requisiti, quali l’imprevedibilità del sovra-indebitamento e la convenienza dei creditori ad accettare il piano rispetto all’alternativa liquidatoria». «Occorre comunque – conclude Licari – fare conoscere quanto più possibile questa legge e le possibilità che offre, in quanto attraverso tale strumento è possibile ridare serenità a persone che incolpevolmente si ritrovano in una situazione senza apparente via d’uscita». La Federconsumatori nelle scorse settimane ha avviato altri ricorsi anche ad Agrigento, Canicattì e Licata.
Già tre anni fa, la Confagricoltura di Ragusa aveva sottoscritto un protocollo con l’Ordine provinciale dei commercialisti, nel quale si prevedeva l’assistenza dell’organizzazione a quegli imprenditori agricoli che decidessero di fare ricorso alla Legge “salva-suicidi” per superare i problemi legati all’esposizione debitoria con banche o finanziarie. E sempre tre anni fa, a metà 2018, a Vittoria è nata l’associazione “Vittime delle aste e prezzo vile”, con l’obiettivo di supportare coloro che, anche a causa della crisi, hanno dovuto assistere alla vendita all’incanto dei propri beni. «Vogliamo interloquire con il Tribunale – spiegavano i promotori alla presentazione dell’iniziativa – per capire se si può intervenire laddove si dovessero individuare storture o anomalie che favoriscano gli speculatori e privino le persone dei loro beni e delle loro case. Vorremmo anche potere organizzare un fondo di rotazione che permetta di riacquistare gli immobili messi all’asta».
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