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Ancora grano duro canadese al porto di Pozzallo tra controlli e proteste

controlli a Pozzallo su grano duro canadese

Ancora uno sbarco di grano duro canadese al porto di Pozzallo. Questa volta è stato trasportato da una nave battente bandiera olandese. Ad attendere il carico di 12.453 tonnellate il solito schieramento di ispettori come ormai è prassi da qualche tempo a questa parte. «L’aspettavamo da alcuni giorni – dice l’assessore regionale all’Agricoltura Edy Bandierae come sempre siamo stati lì, pronti ai controlli, con gli operatori del Servizio Fitosanitario Regionale, il Corpo forestale della Regione Siciliana e l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi».

la nave olandese da cui è sbarcato il carico di grano duro canadese

A far da cornice alla routine del prelievo dei campioni del carico di grano canadese, un gruppo di manifestanti, esponenti di alcuni movimenti di agricoltori e di sicilianisti: Movimento Terra è Vita, Agricoltori Siciliani Riuniti, Noi agricoltori, Comitato di Pozzallo, Altragricoltura, Movimento Riscatto e Silcer (il sindacato della Confederazione italiana dei Liberi Agricoltori), Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, Movimento Siciliani Liberi, Antudo.

Tutti schierati per difendere il grano duro siciliano, quello a km0, nella guerra che vede fronteggiare il grano siciliano e il “collega” canadese che com’è noto contiene in percentuali più o meno marcate, il glifosato, il diserbante più diffuso in commercio, creato della multinazionale statunitense Monsanto e oggi distribuito dalla Bayer, che ha assorbito la multinazionale statunitense. Catalogato dall’Agenzia per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione Mondiale della Sanità tra le sostanze potenzialmente cancerogene, la sostanza comunque è ammessa dalla Commissione Europea ed è utilizzata dai grandi produttori di grano del Nord America. Inevitabilmente finisce così per ritrovarsi in grandissima parte dei marchi della pasta presenti sugli scaffali dei supermercati.

Secondo i dati a disposizione dell’Osservatorio dell’Accademia Siciliana della Pasta – azienda che si candida a diventare punto di riferimento in Sicilia per le produzioni bio e certificate a km0 – il grano duro canadese è quotato tra i 32 e i 33 centesimi al chilo contro i 24-26 del grano siciliano. E scende sempre più ogni qualvolta si diffonde la notizia di una nave carica di grano in arrivo nei porti dell’Isola (l’ultima è quella di oggi a Pozzallo, ndr). Tra giugno e luglio, il prezzo del grano canadese è oscillato tra i 322 e i 325 euro a tonnellata mentre quello che viene raccolto in Sicilia, è crollato a 257 euro a tonnellata; nella piazza di Catania, che è l’indicatore per le trattative sul mercato di Palermo, è sceso a circa 262 euro a tonnellata.

«La notizia dell’ultima nave in arrivo a Pozzallo pare abbia determinato un’ulteriore diminuzione del prezzo tanto che in pochi giorni il prezzo è sceso addirittura a 247 euro per tonnellata – spiega il presidente dell’Accademia Siciliana della Pasta, l’imprenditrice Margherita Tomasello, la cui famiglia è stata proprietaria dello storico pastificio di Casteldaccia in provincia di Palermo. «L’arrivo in Sicilia di navi cariche di grano duro canadese o comunque estero – prosegue Margherita Tomasello – hanno certamente influito in maniera negativa facendo deprezzare la nostra produzione; ma è anche vero che molte aziende, soprattutto quelle legate alla grande distribuzione, preferiscono acquistare dall’estero piuttosto che valorizzare il grano locale che, mai come quest’anno, è superiore a tutti gli altri». 

Margherita Tomasello

Un altro dato di difficile comprensione è rappresentato dalla quotazione del grano duro pugliese che, avendo registrato un meno 30 per cento nelle rese rispetto alla media annua, viene venduto tra i 27 e i 33 centesimi al chilo, «mentre il grano siciliano – prosegue Tomasello – continua ad essere penalizzato dai grandi gruppi che sfruttano le lacune della filiera delle piccole e medie aziende regionali. Sembra impossibile consorziarsi per organizzare un cartello che possa diventare competitivo anche fuori dai confini dell’isola». 

Oltre all’aspetto economico, l’Accademia Siciliana della Pasta vuole mettere in risalto anche gli aspetti legati alla salute e alla genuinità di ciò che arriva sulle tavole. «Non è un mistero che, per aumentare il contenuto di proteine del grano duro canadese – ricorda Margherita Tomasello – si fa ricorso a tecniche basate sull’uso del glifosate che consentono di ottenere raccolti di alto livello, garantendo una qualità del prodotto travestita da callosità e tenuta di cottura della pasta che viene commercializzata anche con nomi altisonanti che richiamano il made in Italy. In realtà dietro queste etichette, si cela un prodotto realizzato miscelando grano italiano ed estero e, con un accattivante claim o un cambio di packaging, spingono il consumatore a fare la scelta sbagliata. Non sempre pubblicità ed economicità sono sinonimo di informazione. Il nostro appello è che si può – e si deve – mangiare pasta siciliana, magari spendendo qualcosa in più: a guadagnarne sarà la salute e la qualità di ciò che mangiamo».

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