In Sicilia, così come nel resto d’Italia, il florovivaismo è praticamente ko. L’impossibilità di organizzare meeting, matrimoni, funerali e di andare a far visita a parenti e amici in occasione di ricorrenze particolari, ha praticamente azzerato le vendite e non basta certo il commercio al dettaglio per abbellire i balconi.
«Il via libera alla commercializzazione delle piante e dei fiori non risolve certamente i pesanti problemi del settore ma un minimo di consumo lo apre ed è indubbiamente un segnale di attenzione», commenta Aldo Alberto, presidente dell’Associazione Florovivaisti Italiani. E aggiunge: «Peccato per l’esclusione della manutenzione del verde tra le attività permesse dal decreto “Chiudi Italia” che avrebbe dato un po’ di ossigeno al comparto».
Il problema che i florovivaisti segnalano è la liquidità delle aziende che in moltissimi casi sono a fatturato zero. «Ci risulta che il ministro sia sul pezzo e che tutto il ministero sia cosciente del disastro che stanno vivendo le aziende del florovivaismo – aggiunge Alberto – e che sono pronti emendamenti sia dei partiti di maggioranza che di opposizione che vanno tutti nella direzione di un sostegno al comparto. Credo che in un momento così difficile, il peggiore dal dopoguerra, sia fondamentale la massima coesione nell’interesse del Paese. Le nostre aziende sono pronte a ricominciare, pur dura che sia, ma da sole non c’è la possono fare».