Migranti e “capolarato”: Sicilia ai vertici nella classifica dello sfruttamento

Migranti e “capolarato”: Sicilia ai vertici nella classifica dello sfruttamento

Le campagne siciliane sono in testa nella poco edificante classifica che riguarda lo sfruttamento della manodopera clandestina. I migranti che lavorano come “illegali” nel settore agricolo in Italia sono circa il 20% del totale, percentuale che sale all’80% nelle regioni meridionali. E tra queste Sicilia, Calabria, Campania e Puglia sono ai vertici della graduatoria.

Sono queste le stime raccolte dal “Demeter 2020”, il rapporto annuale pubblicato dal centro studi geopolitici francese Iris che contiene analisi dal taglio geopolitico sull’agricoltura nel mondo. Il report, presentato nei giorni scorsi a Parigi, ha al suo interno anche un capitolo, curato dagli studiosi del Ciheam-Mediterranean Agronomic Institute, dedicato ai migranti come “occasione di rinascita per le aree rurali”. E proprio da questo capitolo emergono dati inquietanti sulla crescente presenza di lavoratori irregolari nelle campagne del Mezzogiorno d’Italia, con fenomeni ormai diffusi come quelli del “capolarato” e delle agromafie.

Come già in passato hanno testimoniato indagini di polizia o altri rapporti compiuti da enti di ricerca, questi braccianti sono quotidianamente sottoposti a ritmi di lavoro sfiancanti di 10-12 ore al giorno, quasi sempre in nero, in condizioni atmosferiche e climatiche usuranti, senza riposo settimanale, senza alcun rispetto delle normative e, ovviamente, con compensi di gran lunga inferiori rispetto a quelli previsti dai contratti. Per gli imprenditori agricoli, il risultato è che così si riesce a immettere i prodotti nel mercato corrente con un maggiore guadagno per lo stesso titolare dell’azienda.

Tornando al Rapporto Demeter 2020, il volume include approfondimenti sulla senilizzazione dei consumi alimentari nel mondo, sull’impatto della Brexit sull’agricoltura britannica ed europea, sul boom della canapa nei campi, sullo sviluppo sostenibile e sulla competizione sulle risorse alimentari nel Golfo Persico.

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