Il clima impazzito falcidia l’agricoltura siciliana. Danni ad agrumi e cereali

Il vento che ha soffiato fino a 100 chilometri all’ora e il passaggio repentino della temperatura dai 22 gradi di lunedì ai 4 gradi di questa notte ha lasciato il segno su tutte le colture della piana di Catania. Ma sono stati soprattutto gli agrumi con le arance già pronte per la raccolta, a risentirne di più.
L’allarme lo ha lanciato oggi Giovanni Selvaggi, presidente di Confagricoltura Catania, che ha raccolto le numerose segnalazioni di danni subiti dalle produzioni degli agricoltori associati e che teme «possano esserci forti ripercussioni economiche per tutto il settore agricolo».
«Il forte vento e le gelate connesse al repentino calo delle temperature si aggiungono all’anomalia del clima degli ultimi mesi in cui la pioggia è stata totalmente assente. Si è trattato di una combinazione letale per molte produzioni da quelle arboree a quelle cerealicole», spiega Selvaggi. E continua: «Queste anomalie meteorologiche sono chiari fenomeni legati al cambiamento climatico; sono sempre più frequenti negli ultimi anni e pericolosi non solo per l’agricoltura siciliana».
A questo proposito Confagricoltura sta spingendo affinché i danni da mutamenti climatici siano inquadrati in modo chiaro e specifico nelle disposizioni nazionali previste dal Fondo di Solidarietà Nazionale. In questo quadro si inserisce la nota inviata all’assessore regionale all’agricoltura Edy Bandiera proprio ieri da Ettore Pottino, presidente di Confagricoltura Sicilia, con cui viene segnalata la necessità di avviare una seria e urgente riflessione in sede nazionale sulle disposizioni attualmente in vigore e che non contemplano in modo chiaro la possibilità di risarcire i danni provocati dalle anomalie del clima.
«Per il settore cerealicolo – osserva Pottino – gli agricoltori hanno già dovuto affrontare, con la messa a dimora delle sementi, il grosso delle spese di coltivazione. Se le colture non dovessero andare a buon fine perchè il seme non riesce a germinare o le plantule muoiono per mancanza d’acqua, il danno non sarebbe quantificabile perchè finora il calcolo si effettua sulla Plv, la produzione lorda vendibile. Per queste tipologie di danni, pertanto, dovrebbero essere anche modificate le metodologie di accertamento da parte degli organismi competenti».