«Sono state messe a dimora 1.500 piante propagate da semi raccolti a Pantelleria dal personale del Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Ateneo palermitano nell’ambito di una attività di ricerca condotta sulle specie della macchia mediterranea», ha spiegato Giuseppe Barbera, docente dell’Università di Palermo che è stato coinvolto anche emotivamente nel progetto (a Pantelleria ha la sua adorata dimora estiva) e che di recente è andato in pensione. «A marzo dello scorso anno – ha continuato Barbera – nell’area comunale Cuddie Rosse sono state messe a dimora 300 piantine di mirto. Altre 200 piantine di mirto e lentisco sono state utilizzate come risarcimento delle fallanze. Il 21 e 22 novembre scorsi sono state messe a dimora 900 piante di Mirto (Myrtus communis), Lentisco (Pistacia lentiscus), Corbezzolo (Arbutus unedo) e Fillirea presso l’area attrezzata di Montagna Grande. Altre 50 piantine di Pino d’Aleppo sono state messe a dimora in Contrada Saltalavecchia. Le ultime 60 piantine circa sono state messe a dimora durante l’evento conclusivo e donate ai bambini delle scolaresche».
Quella di Pantelleria è stata la campagna di crowdfunding in ambito ambientale che ha registrato il maggior successo in Italia. Sono stati, infatti, raccolti 45 mila euro con oltre 200 donatori tra cui importanti aziende nazionali. Grazie alla collaborazione del Dipartimento di Scienze Agrarie, Agroalimentari e Forestali dell’Università di Palermo, sono state scelte specie autoctone già presenti a Pantelleria nel rispetto della biodiversità locale e privilegiate specie rare o minacciate.
Promotore del progetto è stato il Comitato Parchi per Kyoto, onlus costituita da Federparchi-Europarc Italia, Kyoto Club e Legambiente, che ha lanciato la campagna nazionale di crowdfunding realizzata in partnership con PlanBee, la società che gestisce la prima piattaforma web dedicata alla raccolta fondi per opere civiche in Italia.
Tantissimi i cittadini che hanno aderito alla campagna; oltre a centinaia di sostenitori privati hanno dato il proprio contributo anche alcune aziende nazionali tra cui EcoTyre, il Consorzio che si occupa della corretta gestione del fine vita degli pneumatici, il Gruppo Terna, Donnafugata, azienda vitivinicola siciliana che con oltre 338 ettari di vigneto (di cui 68 a Pantelleria), l’azienda bresciana Naturalmente – Artec, l’azienda agricola Salcheto di Montepulciano, il Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano,l’azienda Ecologica Naviglio Spa che opera nell’area del Parco del Ticino, il capperificio Bonomo & Giglio.
«Le 1.500 piante messe a dimora – ha detto Francesco Ferrante, Presidente del Comitato Parchi per Kyoto, durante la cerimonia dello scorso 28 novembre – rappresentano la speranza di ridare vita a una parte significativa del territorio devastato dall’incendio. Sono un piccolo contributo che tuttavia vogliamo far rientrare nel progetto più ampio promosso da diversi personaggi per piantare nei prossimi anni 60 milioni di alberi sul territorio nazionale, uno per ogni italiano».
“Un evento importante che segnala un’attenzione particolare per questo meraviglioso territorio invidiatoci da tutti ma troppo spesso trattato male da noi che ci abitiamo 365 giorni l’anno. In questa giornata però – ha dichiarato Vincenzo Campo, sindaco di Pantelleria – mi piace sottolineare la risposta del bosco e della natura agli esecutori e al mandante di quell’atto odioso che nel 2016 ha distrutto circa 800 ettari di boschi di pino marittimo, pino d’Aleppo, lecci, piante ed arbusti della macchia mediterranea: il bosco ha risposto con una ricrescita eccezionale che dovrebbe farci pensare più che alla piantumazione ad opere accurate di diradamento».
«Il successo del progetto e della campagna di raccolta fondi – ha detto Salvatore Gabriele, Presidente Parco Isola di Pantelleria – dimostra la validità del gioco di sinergie per raggiungere l’obiettivo comune; è l’esempio che da necessità si fa virtù e rappresenta un passo concreto verso la qualificazione di tutta l’isola». E ha poi aggiunto: «Si tratta dello medesimo modo che intende seguire l’Ente Parco. I primi tempi di attività dell’Ente sono stati, infatti, dedicati alla ricerca e alla sottoscrizione di accordi, protocolli d’intesa e convenzioni con alcuni soggetti qualificati e ai monitoraggi utili a definire interventi mirati a trarre reali benefici da una gestione responsabile delle risorse forestali di Pantelleria con la riduzione del rischio incendi, l’aumento della resistenza nei confronti dei cambiamenti climatici e la possibilità di ricavare prodotti legnosi sia per ripristinare gli usi tradizionali che un tempo presenti sull’isola, sia come combustibile per la produzione di energia e calore a basso impatto ambientale».