Bioclimatologia, modelli per prevedere la diffusione di insetti nocivi

Bioclimatologia, modelli per prevedere la diffusione di insetti nocivi

Sviluppare nuovi modelli scientifici di previsione del potenziale rischio di diffusione di insetti nocivi in tutta Europa. A metterli a punto, grazie a mirati studi bioclimatici, un team di cui fa parte Carmelo Rapisarda, ordinario di Entomologia generale e applicata del Dipartimento di Agricoltura Alimentazionee Ambiente (Di3A) dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Erin, Environmental Research and Innovation Department del List, il Luxembourg Institute of Science and Technology.

«Al Dipartimento Erin del List esistono laboratori modernamente attrezzati che consentono una ricerca biologica innovativa e competitiva» spiega il docente etneo (a destra nella foto insieme al collega Jürgen Junk dell’Erin -List e al dottorando Milan Milenovic) che ha evidenziato l’importanza della collaborazione con colleghi con una lunga esperienza in bioclimatologia e in impatto dei cambiamenti climatici sugli organismi viventi.

La collaborazione, nata nel 2017 nell’ambito dell’attività di visiting scientist del docente etneo nel Granducato di Lussemburgo, è finalizzata allo studio della progressiva diffusione nelle aree del Sud e del Centro-Nord Europa di specie invasive di insetti nocivi, che riescono a insediarsi negli ambienti del nostro continente grazie alle modificazioni climatiche in corso.

«Di fronte a questo emergente problema, mirati studi bioclimatici possono essere di grande utilità per lo sviluppo di modelli predittivi sul potenziale rischio di diffusione di insetti nocivi in tutta l’Europa», spiega Rapisarda. «I modelli oggetto di studio, basati su dati biologici che possono essere raccolti in vari ambienti europei e posti in relazione con già esistenti proiezioni dei cambiamenti climatici regionali come ad esempio Ue-Cordex – aggiunge il docente catanese – possono in ultima analisi consentire la produzione di utili mappe di rischio per questi parassiti in Europa. Nonostante le sue piccole dimensioni e la conseguente sua limitata biodiversità, il Lussemburgo, per la sua posizione centrale nel continente europeo e il suo ruolo di “crocevia”nelle vie di diffusione sud-nord e ovest-est degli organismi, consente interessanti studi sul movimento degli insetti in tutta Europa».

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